Durante l’inaugurazione sarà possibile acquistare o prenotare le stampe esposte, e le opere verranno successivamente rese disponibili anche online. Mosaico Mediterraneo non è soltanto una mostra fotografica, ma un invito a guardare il mare che ci circonda con occhi nuovi: come luogo di memorie, ma anche di speranza.
Mosaico Mediterraneo: la mostra fotografica per sostenere i progetti Caritas dedicati ai giovani migranti
L’esposizione fotografica di Antonio Calabrò al Teatro Franco Parenti racconta il Mediterraneo come luogo d’incontro e finanzia i progetti formativi Caritas per i giovani migranti
Un viaggio per immagini nel cuore del Mediterraneo, tra paesaggi, borghi, porti e frammenti di vita sospesi tra passato e presente. È questo lo spirito di Mosaico Mediterraneo, la mostra fotografica di Antonio Calabrò che sarà inaugurata il 13 ottobre alle 18.30 al Teatro Franco Parenti di Milano, grazie alla generosa ospitalità di Andrée Ruth Shammah e con la partecipazione di Umberto Ambrosoli e Luciano Gualzetti.
Un progetto artistico che si trasforma in gesto di solidarietà: il ricavato delle opere sarà devoluto interamente in beneficenza per sostenere i percorsi formativi promossi da Caritas Ambrosiana a favore dei giovani migranti.
Il Mediterraneo raccontato da Calabrò non è soltanto un mare o una geografia, ma una dimensione culturale e umana. Attraverso ottanta fotografie, il giornalista e scrittore (oggi direttore della Fondazione Pirelli e presidente di Museimpresa e della Fondazione Assolombarda) costruisce un racconto fatto di dettagli, luci, ombre e memorie.
Immagini che restituiscono la complessità e la bellezza di un mare da sempre crocevia di civiltà, di commerci e di incontri, ma anche di conflitti e migrazioni. È un Mediterraneo “meticcio”, come lo definisce l’autore, aperto e in continuo movimento, in cui le differenze si mescolano dando forma a un’identità dinamica e fertile.
Ogni scatto è un frammento di storia, un “appunto per gli occhi” che ricorda le rotte dei mercanti e dei migranti, le memorie degli approdi e la forza dei luoghi che resistono.
La mostra nasce con una finalità concreta e profondamente etica: raccogliere fondi per sostenere i progetti Caritas dedicati alla formazione dei giovani migranti, offrendo loro strumenti e opportunità per costruire il proprio futuro.
Un piccolo contributo, certo, ma anche un messaggio forte di accoglienza e responsabilità condivisa. “Accogliere chi arriva da lontano è un atto di giustizia e di fraternità”, scrive Calabrò. “Aiutare le persone migranti a costruire il proprio futuro dentro una comunità che li riconosca e li accompagni, è una responsabilità comune”.
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