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Lifestyle

Lines contro la violenza sulle donne: l’impegno con gli Spazi Donna  

Lines contro la violenza sulle donne: l'impegno con gli Spazi Donna  

foto di Lines GRAZIA.IT PER Lines — 11 Dicembre 2024
lines (4)Spazio Donna_Pescara_accoglienza
Lines è in prima linea per aiutare le donne vittime di violenze, a fianco dell’associazione WeWorld

Lo scorso 25 novembre si è celebrata in tutto il mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne: un impegno che dovrebbe essere quotidiano.

Ecco allora come Lines cerca di dare il proprio contributo ogni giorno con spazi di ascolto, aperti e gratuiti, in varie città italiane per tutte le donne in cerca di aiuto.

Lines da oltre 60 anni crede e agisce concretamente nella costruzione di un mondo in cui ogni donna possa essere sé stessa, libera da ogni condizionamento e, dal 2020, è scesa in campo collaborando con WeWorld ONLUS (organizzazione italiana indipendente impegnata da 50 anni a portare al centro chi è ai margini, geografici o sociali, in oltre 26 Paesi, tra cui l'Italia).

Spazio Donna_Pescara_area bimbi

Lines ha contribuito infatti all’apertura degli Spazi Donna di Bologna, nel 2021, e di Pescara, nel 2022: finora sono state più di 700 le donne che vi hanno fatto riferimento.

Purtroppo ancora oggi solo l’11% delle donne che subiscono violenza denuncia l’accaduto, di queste quasi il 40% non ne parla con nessuno, per vergogna o perché pensano sia la normalità.

Lines vuole cambiare questa realtà, continuando a sostenere WeWorld e gli Spazi Donna che, oltre ad aiutare le donne a rischio di violenza e in situazioni di fragilità, offrono progetti di empowerment e percorsi di supporto psicologico.

Gli Spazi Donna WeWorld al momento sono 8 in Italia. Oltre a quelli di Bologna e Pescara sostenuti da Lines, ce ne sono altri a Napoli, Roma, Bologna, Cosenza e Brescia, a cui vi hanno fatto ricorso oltre 2.500 donne. 

Nel caso dello Spazio Donna di Bologna finora sono state 117 le donne che lo hanno frequentato, per la maggior parte di età compresa tra i 25 e i 45 anni con addirittura qualche caso sotto i 15 anni.

Due terzi sono donne straniere provenienti da 23 Paesi (tra cui Bangladesh, Ucraina, Paesi del Nord Africa e dell’Africa sub-sahariana, Sud America ed Europa dell’Est) e di cui poco più di metà ha un diploma di scuola superiore o una qualifica professionale.

In particolare sono persone che hanno subito, oltre alla violenza fisica, violenza psicologica, perpetrata da compagni, mariti, padri, fratelli – attraverso l’utilizzo di un linguaggio aggressivo e offensivo e la tendenza a sminuirle su un piano di valore o competenza, facendole sentire inadeguate.

Sono spesso persone la cui autostima è stata minata nel profondo e in cui è fortissimo il senso di solitudine dovuto all’impossibilità di condividere ciò che a volte è inesprimibile e vergognoso.

Per quanto riguarda invece lo Spazio Donna di Pescara, solo nei primi sei mesi del 2024 si sono registrati 38 nuovi ingressi; l’età media è compresa tra i 18 e i 68 anni e circa il 30% delle donne sono straniere.

Al momento, tutte hanno completato almeno l’istruzione primaria, la maggior parte di loro ha un diploma o qualifica professionale, un quarto di loro è laureata. Per quanto riguarda l’occupazione, circa metà di loro non lavora o fa lavori saltuari.

La maggior parte delle donne hanno figli o figlie (circa il 60%), quasi tutte sono sposate o conviventi, poche hanno un divorzio alle spalle. In generale, le richieste con cui le donne si avvicinano allo Spazio riguardano il supporto psicologico, un aiuto per orientarsi nella ricerca di lavoro o, nel caso delle donne straniere, il corso di italiano.

Tra le donne che attualmente frequentano Spazio Donna Pescara, una su cinque riporta di aver subito violenza dal partner in passato o di esserne vittima tutt’ora.

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Ci siamo fatte raccontare allora da Sabrina Vincenti, Coordinatrice del programma Spazi Donna WeWorld, quanto è fondamentale il contributo di Lines.

Quant’è importante per la vostra associazione il supporto e l’impegno di Lines nel sensibilizzare sempre più donne a un tema che è una battaglia culturale di enormi proporzioni?

"Il supporto e l’impegno di partner come Lines sono fondamentali per la nostra organizzazione perché rappresentano un ponte tra la nostra mission e un pubblico più ampio e diversificato. Collaborare con un brand così riconosciuto e vicino alle donne ci consente di amplificare il messaggio e raggiungere chi, forse, non avrebbe altrimenti accesso a determinati contenuti o stimoli di riflessione.

Lines, con la sua capacità di entrare nella quotidianità delle persone, diventa un catalizzatore che dà forza alla nostra voce e contribuisce a trasformare il messaggio in azione concreta.

Questa partnership non è solo un sostegno pratico ma rappresenta anche un potente segnale di cambiamento culturale.

Un impegno congiunto tra mondo non profit e azienda dimostra che, lavorando insieme, possiamo davvero creare un impatto positivo nella società e promuovere un futuro più equo e inclusivo per tutte le donne.

Lines, con il suo impegno a superare stereotipi e discriminazioni, rappresenta un alleato prezioso nella nostra battaglia culturale contro la violenza di genere. Insieme, possiamo creare consapevolezza e abbattere i pregiudizi che spesso ostacolano il cambiamento.

L’apertura di nuovi Spazi Donna WeWorld e il rafforzamento di quelli esistenti sono risultati tangibili di questa sinergia, che mette al centro la sicurezza, la dignità e l’empowerment delle donne".

Oltre al sostegno psicologico, che altro tipo di supporto ricercano per la maggior parte le donne che si rivolgono agli Spazi Donna?

"Molte cercano orientamento lavorativo e supporto per ottenere autonomia economica, che è spesso il primo passo per uscire da situazioni di violenza.

Le attività proposte negli Spazi Donna WeWorld includono percorsi di empowerment, orientamento professionale e supporto nell'accesso ai servizi del territorio.

Inoltre, offriamo spazi dedicati al benessere psicofisico e alla cura della relazione madre-bambino, con servizi di childcare che supportano le donne mentre partecipano alle attività".

C’è un modo con cui le nostre lettrici possono dare un contributo alla nascita di nuovi Spazi Donna?

"Sì, possono contribuire direttamente al nostro progetto sostenendo la raccolta fondi di WeWorld. Ogni donazione aiuta a garantire accoglienza, supporto e attività di empowerment per le donne in difficoltà. È possibile donare direttamente sul nostro sito: weworld.it".

Dai casi che trattate e dai numeri, avete modo di affermare che la violenza psicologica e verbale venga ancora oggi ritenuta meno grave oppure sottovalutata rispetto a quella fisica?

"Assolutamente sì. La violenza psicologica e verbale è spesso percepita come meno grave ma i suoi effetti sono altrettanto devastanti, se non di più, perché minano profondamente l’autostima e la capacità decisionale delle donne.

Questo tipo di violenza è più insidioso e meno evidente ma al contempo sta alla radice di ciò che in molti casi poi è la punta dell’iceberg, ovvero la violenza fisica, che è l’unica parte che spesso è visibile e riconosciuta".

Notate che le nuove generazioni sono più sensibili rispetto al tema della violenza di genere? E secondo voi cosa incide di più?

"Sì, le nuove generazioni sono più sensibili grazie all’influenza di movimenti globali e all’incremento dell’educazione su questi argomenti nelle scuole e sui social media.

Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare per radicare questa consapevolezza e tradurla in azioni concrete contro la violenza di genere, come dimostrano i dati ISTAT 2024 che vedono un aumento di denunce anche tra le giovani donne sotto i 29 anni (19,2%), tra queste le giovanissime rappresentano lo 0,5%".

Quali gli strumenti e i canali di comunicazione più efficaci a vostro giudizio per far arrivare alle donne il messaggio per cui è fondamentale denunciare e non avere paura e vergogna?

"I social media, le campagne di sensibilizzazione con testimonial autentici e vicini al tema, e le attività educative nelle scuole sono strumenti potenti per raggiungere donne e giovani.

A questi si affianca il ruolo cruciale dei media tradizionali che devono adottare un linguaggio rispettoso e inclusivo, in grado di educare e informare senza perpetuare stereotipi e incoraggiare le donne a chiedere aiuto senza paura o vergogna.  

Chiedere aiuto è un passo difficile, per questo è fondamentale garantire che chi si occupa di accoglienza - dalle forze dell’ordine ai tribunali, dai pronto soccorsi agli ambienti di lavoro - sia formato per offrire il miglior sostegno possibile.

A ciò è doveroso aggiungere che il problema lo si combatte solo superando la convinzione che sia “solo un problema di donne”, per sradicarlo va fatto un lavoro collettivo, in cui i modelli di riferimento siano ripensati e basati sul rispetto reciproco, e dove ci sia un ripensamento vero anche del 'maschile'”.  

Quale dei comportamenti nel decalogo dei campanelli di allarme è quello statisticamente più diffuso? E quello che più di tutti viene invece trascurato?

"Il controllo economico e la manipolazione emotiva sono quelli più diffusi nelle relazioni violente; tuttavia sono anche tra i meno riconosciuti come forme di abuso poiché spesso vengono normalizzati in contesti familiari e sociali patriarcali.

Questo rende ancor più difficile per le donne identificare tali comportamenti come segnali di abuso, anche quando in realtà sono già evidenti.

Nelle storie delle donne che accogliamo negli Spazio Donna WeWorld, la violenza psicologica è quasi sempre presente, indipendentemente dall’eventuale presenza di violenza fisica, e si manifesta in modi subdoli, spesso difficili da riconoscere.

Tra questi, l’uso di linguaggio offensivo e svalutante da parte di figure maschili – compagni, mariti, padri, fratelli – per minare l’autostima della donna.

Comportamenti di controllo, dall’abbigliamento ai social media passando per le conversazioni telefoniche, vengono talvolta percepiti come normali espressioni di gelosia o possessività "benevola". Questo porta a una minimizzazione dei segnali, a una loro sottovalutazione, quando invece sono chiari segni di abuso.

Infine, un aspetto significativo è che molte donne riconoscono questi comportamenti come violenti solo quando si manifestano verso i figli, evento che spesso le porta a intraprendere un percorso di consapevolezza e fuoriuscita dalla relazione tossica".

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E proprio dalla collaborazione tra Lines e WeWorld è nato il decalogo dei “10 campanelli d’allarme” per aiutare le donne a riconoscere potenziali situazioni e vissuti di violenza, psicologica, economica e sociale:

  • Quando si rivolge a me è spesso aggressivo ed utilizza un tono di voce molto alto.
  • Quando siamo con gli altri, mi contraddice in continuazione e sminuisce quello che dico.
  • Di fronte ad impegni concordati, li nega e dice che sono io che ho capito male.
  • Quando esco con le mie amiche, mi dice che non sono una buona madre e/o una buona compagna.
  • Vuole accompagnarmi sempre e dappertutto, non mi permette di uscire da sola.
  • Quando non sono con lui, devo tenere il cellulare sempre a portata di mano per rispondere subito a messaggi e chiamate da parte sua.
  • Vuole conoscere tutte le mie password di accesso (pc, social media, cellulare).
  • Qualsiasi tipo di abbigliamento che indosso viene giudicato inadeguato, perché il mio partner ritiene che attiri l’attenzione.
  • Non vuole che esca con le mie amiche perché le giudica stupide e ha paura che possano avere una cattiva influenza su di me.
  • Quando gli dico che mi interessa un lavoro, mi dice che io non sono capace e che non mi serve perché tanto provvede lui a me.

Non solo, Lines ha anche promosso il programma “Domande Scomode @School” (ad oggi sono stati oltre 250.000 gli studenti coinvolti) per contribuire a diffondere l’educazione all’affettività e a trovare risposte a quesiti importanti, dal ciclo mestruale e la sessualità, alla gestione dei rapporti affettivi e altri temi delicati di cui spesso è difficile parlare.

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