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Moda

Pied de poule: cinque curiosità sulla fantasia optical

Pied de poule: cinque curiosità sulla fantasia optical

foto di Gioia Corazza Gioia Corazza — 22 Gennaio 2013

Fotogallery Pied de poule: cinque curiosità sulla fantasia optical

  • Illustrazione pied de poule Graziat Illustrazione pied de poule Graziat Cinque curiosità sul pied de poule
  • 01 dior pucci marani 01 dior pucci marani Cinque curiosità sul pied de poule
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  • 03 jacobs 03 jacobs Cinque curiosità sul pied de poule
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Scoprite l'origine della fantasia optical più celebre

Intramontabile e indiscusso simbolo d’eleganza, il pied de poule è tornato alla ribalta sulle passerelle dell’a/i 12-13, confermandosi come una delle texture più amate dagli stilisti. Kim Kardashian, Selena Gomez, Gwyneth Paltrow e Lady Gaga, lo preferiscono nella sua versione classica di black and white ma, come avete letto nell’ articolo di Diana Marian Murek , il pied de poule esprime la sua nuova linfa funny grazie ad accostamenti cromatici inusuali. Impregnato di contemporaneità non fa certo fatica a trovare nuovi proseliti.

Ecco cinque curiosità su questa fantasia optical.

1) Origini: la data di nascita effettiva sembra essere sconosciuta agli storici del costume, ma siamo nel 1800 in Scozia, quando il pied de poule viene originariamente indossato dai pastori, come un capo esterno di stoffa tessuta in lana. Secondo “ The Costume of Scotland ” di John Telfer Dunbar, il pied de poule è stato originariamente realizzato su un panno di lana intrecciata. Nei primi anni del 1800, lo si poteva trovare su sciarpe e gonne, ma nel corso del tempo divenne popolare anche per ricoprire oggetti d’arredo. Nel 1930 il pied de poule viene adottato dalle classi sociali benestanti come simbolo di ricchezza ed eleganza, per distinguersi dalla massa.

2) Anatomia: tessuto che si ottiene con un’armatura saia e un particolare ordine di colori nei fili della trama e dell’ordito (si alternano gruppi di quattro fili neri e quattro bianchi insieme). Realizzato principalmente in lana cardata o pettinata, viene utilizzato per confezionare capi di abbigliamento sia da uomo sia da donna. Concepito solo in versione black and white, si evolve con il tempo nelle tonalità del grigio e del marrone. Il nome deriva dal francese e significa “piede di gallina”, infatti, il pattern ricorda proprio una zampa di gallina.

3) Terminologia: il Merriam-Webster registra che il termine era in uso nel 1936 e fra le denominazioni appaiono anche “Shepherd's Check” e “Dogstooth”, mentre la versione di texture più piccola “puppytooth” (dente di cane). Per gli angolofoni “houndstooth” .

4) Pied de poule da Dior a Ferragamo: il 1947 è l’anno del New Look di Dior. Proprio in questo periodo il designer consacra il pied de poule come sinonimo di raffinatezza e stile, tanto che decide di utilizzarlo per il packaging della sua più nota fragranza: Miss Dior. Il profumo, creato in onore di sua sorella, attraversa fasi di restyiling e nel 1950, Dior, pensa di modificare la presentazione del flacone mentre è impegnato con la sua collezione “Verticale”. Nella prima apparizione del modello pied de poule per Miss Dior, il couturier incise riflessi opachi e lucidi sul flacone di vetro, in modo da mettere in evidenza la dualità del profumo in origine. Da quel momento questa fantasia optical, venne riproposta e adottata da diversi couturier che, nel tempo, ne hanno fatto un vero e proprio trend. Gli anni 60 sono stati decisivi per il successo del pied de poule. Grazie ad un approccio curioso e metodico nei confronti del futuro, un gruppo di giovani artisti dà vita a una corrente artistica la cui attenzione poggia sulle illusioni ottiche: Optical Art. La moda non può che prenderne ispirazione, così stilisti come Charles Jourdan e Roberto Capucci creano abiti con texture effetto tridimensionale, tra cui il pied de poule che diventò una vera e propria tendenza. Durante molti decenni, questa fantasia optical venne reinventata e reinterpretata anche per capi di abbigliamento sportivi. Nel 1990, quando gli stili erano talmente diversi da far archiviare il termine “tendenza”, brand come Chanel, Louis Vuitton, Emporio Armani e Moschino utilizzarono il pied de poule per le loro collezioni, conquistando anche le star del red carpet. Più tardi, Chanel, Albino, Moschino, hanno riproposto la fantasia optical su pantaloni, giacche e abiti. Il più dissacrante: Alexander McQueen nel 2009 realizzò un allover su tutto il corpo delle sue modelle. Nel 2011 Salvatore Ferragamo (a/i 2011-12) porta in passerella un pied de poule glamour e innovativo, come total look, coordinando borse e scarpe e facendone un vero e proprio trend di stagione. Lady Gaga si è fatta tentare e ha sfoggiato il total look pied de poule firmato, appunto, Ferragamo.

5) Pied de poule on catwalk: nonostante alcuni esperimenti di colore, sulle passerelle, sembra prevalere la primordiale anima cromatica del pied de poule: il black and white. Per l’a/i in corso, tra le proposte più interessanti troviamo Angelo Marani con una texture che alterna il tweed al pied de poule; Emilio Pucci che rielabora la fantasia optical su un maxi cardigan e su trasparenze per la sera; Christian Dior, invece, mette mano al disegno originale del pied de poule, trasformandolo in segni in dissoluzione, che mantengono lo stesso profilo della “zampa di gallina”. Nota di colore per Antoni n Alison, che per l’A/I 2013 lavora su lana il punto pied de poule; Max Mara e il fitto pied de poule per il look androgino; Junko Maeda con il patchwork coat, tra le cui varie lavorazioni sbuca il pied de poule; MSGM con giacca e gonna in maxi pied de poule, per due look dal tocco glamour. Per la Primavera/Estate 2013, Michael Kors gioca con la peculiarità ottica di questa texture, tramite rombi e stripes balck and white che cercano di riprendere il motivetto del pied de poule; Marc Jacobs che, in pieno revival anni 60, propone un look doubleface, black and white stripes e pied de poule, seppur quest’ultimo, completamente semplificato in maxi croci.

© Riproduzione riservata

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