Giovanni Dario Laudicina: «La moda? Deve essere piacere e divertimento»
Fotogallery Giovanni Dario Laudicina: «La moda? Deve essere piacere e divertimento»
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Stylist, fotografatissimo, un look personale e riconoscibile. Segni particolari di Giovanni Dario Laudicina, che per noi si racconta in uno speciale autoritratto
Stylist, fotografatissimo, un look personale e riconoscibile. Segni particolari di Giovanni Dario Laudicina, che per noi si racconta in uno speciale autoritratto
Anatomia dello stile. Non posso parlare di stile senza iniziare con un’ovvietà; ovvero che lo stile personale, diverso dallo stile di un brand, non è legato a ciò che esattamente indossiamo ma ad una alchimia di fattori che in un tempo prolungato di esperienza ed osservazione possono essere definiti stili. Il mio stile (assolutamente italiano!) sarebbe differente se la mia fisicità e il mio stile di vita fossero diversi. La mia immagine è strettamente legata ai miei capelli ricci, alla mia propensione a sorridere, all’essere sempre di corsa e costantemente diviso tra aerei, posti incasinati, impolverati, situazioni di “rappresentanza” ed eventi legati al lavoro e al social.
Accordi e combinazioni. Più che ai vestiti credo che lo stile sia legato a come indossi i capi, a come allacci le scarpe, come abbottoni una camicia, come abbini i materiali, i colori e le proporzioni. Questo fa lo stile. Mentre la moda è legata al capo finito ed è legata spesso anche a quanto puoi spendere, lo stile puoi averlo con pochi soldi; è una sensibilità estetica. Non ho una divisa precisa ma avendo poco tempo per lavatrici, odiando stirare, andando in panico se impiego troppo tempo a preparare un outfit e non sapendo mai se a fine giornata avrò un evento o una occasione (magari mi fidanzo) mi sono creato un codice abbigliamentare che mi ha semplificato la vita e che mi fa sentire a mio agio. Non amo i look troppo studiati e leziosi, per questo con la bella stagione preferisco camicie over bianche, azzurre, colori indefiniti o blu notte, bottoni assolutamente un po’ aperti, e colletti possibilmente serafino. I pantaloni (mi stanno meglio con le pences) li preferisco sempre di una taglia in più.
Eleganza blasé. Mi piacciono i vestiti un po’ stropicciati, prediligo il tono su tono e ho molta difficoltà con i contrasti. Unico accessorio la cintura che deve essere non troppo alta ma molto lunga. Soldi in tasca, chiavi in vita, scarpe ginniche bianche oppure una stringata nera, possibilmente evito le borse. Ho sempre freddo e spesso indosso giacche leggerissime e doppio petto. Per le occasioni speciali invece, come ad esempio queste foto per voi, cerco di aggiungere al mio stile qualche dettaglio, magari un pizzico eccentrico, che sappia esprimere la mia visione della moda.
We look lucky. Lo slogan di Marios è la metafora del mio stile di oggi. Easy, chic, un po’ funny ma allo stesso tempo disciplinato e attento all’aspetto più culturale della moda. È una denuncia ironica di come noi modaioli siamo percepiti all’esterno e in qualche modo sintetizza anche quello che più mi affascina della moda; il suo essere futile tanto quanto importante a livello economico e sociale.. Ma la moda, per chi la indossa e in parte per chi la fa, credo abbia il dovere di essere quello per cui è nata: un piacere e un divertimento non un’ansia o frustrazione; va presa con un po’ di leggerezza e di stupidità (per citare Battiato).
© Riproduzione riservata
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