Caterina Minthe: una vita tra moda, famiglia e stile
Caterina Minthe è l'emblema della donna moderna: gran lavoratrice, attenta alle mode e alla propria bellezza, ma che non ha rinunciato ad avere una famiglia. Da Features Editor di Style.com/Arabia si divide tra Parigi e Dubai, commenta le sfilate Haute Couture e ready-to-wear e riesce ad essere sempre impeccabile davanti ai fotografi. Scoprite lo stile di Caterina dalle foto di Gianluca Senese e leggete la sua intervista esclusiva.
Caterina Minthe
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Quando hai deciso di voler lavorare nel mondo della moda?
Sette anni fa ero già giornalista. Il mio fidanzato di allora mi aveva convito a trasferirmi dall'Uganda a Parigi, così ho lasciato il mio lavoro e seguito il mio cuore. Ho incontrato Sofia Guellaty e ho cominciato a collaborare con la sua rivista di lusso, Unfair. Sette anni dopo lavoriamo ancora assieme all'unico sito Condé Nast del Medio Oriente. Credo di essermi ritrovata nella moda per caso e poi, piano piano ho scoperto di amare questo mondo e di essere nata per fare la editor.
Mi piace definirmi una moderna donna Rinascimentale: suono il violino, ho una laurea in Affari Internazionali, parlo quattro lingue, ho vissuto ovunque e mi considero molto indipendente, molto libera. Credo che una persona debba essere molto curiosa se vuole diventare un critico di moda o un editor. Non basta saper coordinare una camicia e un paio di pantaloni, devi condurre una vita che ti permetta di dare vita alle storie che scriverai.
Parliamo del tuo stile. Come lo definiresti in tre parole?
Sicuro, con accenni maschili e sexy. Sono piccola di statura, ma ho molte curve, per cui preferisco bilanciare la mia parte femminile con dei dettagli maschili: una camicia bianca o di jeans, una giacca sartoriale. Poi mi piace aggiungere un tocco sensuale con delle décolletées dal tacco vertiginoso. Tutto sta nel trovare equilibrio e aggiungere quel twist che rende un look speciale.
Quali sono i brand che preferisci indossare?
Ahlem Eyewear per gli occhiali da sole, L'Afshar, Nathalie Trad e NS by Noof per le clutches, Oscar Tiye e Walter Steiger creano scarpe sexy che non passano inosservate e che sono Made in Italy e dunque molto comode, Racil per un completo tailleur, Stine Goya e Reemami per le stampe, Talle Marmo e Reem Al Kanhal per un look iconico. Alabbar Designs e Sloan Sable per i gioielli. E poi mi piace scoprire e indossare nuovi designer.
C'è una style icon alla quale ti ispiri?
Ci sono tantissime donne iconiche che ammiro, ma credo che lo stile sia personale. Mi sentirei ridicola ad indossare mille collane d'oro con la doppia C, mentre a Carlyne De Dudzeele stanno benissimo. Non vorrei mai copiare il look di qualcun altro.
Hai una beauty routine?
Assolutamente sì. Nel Medio Oriente le donne danno moltissima importanza al make-up e quando ho compiuto trent'anni ho deciso di iniziare davvero a prendere cura di me stessa. Mi lavo il viso giorno e sera con l'acqua termale di Avène, faccio una maschera due volte alla settimana e uso un body scrub di Caudalie. Quando sono a casa non mi trucco quasi mai, altrimenti cerco di creare un effetto vedo-non-vedo con solo un filo di rossetto ad illuminare il volto. Per la manicure, amo i rossi di Chanel e le tonalità monocrome, mentre avendo capelli lunghissimi faccio trattamenti al balsamo con i prodotti Kevin Murphy e faccio le trecce prima di andare a dormire.
Lavori e viaggi tanto ma sei anche mamma di due bimbi. Come riesci a organizzarti?
È un mix di amore per il mio lavoro e supporto da parte della mia famiglia e dei miei colleghi. Durante la fashion week di Parigi mi sono alzata tutti i giorni alle 4 di mattina per scrivere le mie recensioni, poi andavo agli show e tornavo a casa ad allattare la mia bambina, ma alla fine ero così felice e soddisfatta. Riesco ad organizzarmi perché amo quello che faccio e perché so di essere molto fortunata a fare questo lavoro.
Credi che il giornalismo di moda sia cambiato grazie all'avvento di Internet?
Internet ha creato il "fast fashion" (la moda veloce - ndt) e fa in modo che molte più persone partecipino a dibattiti e conversazioni sulla moda. Purtroppo questo significa anche che spesso c'è molto più "rumore", molto fumo e niente arrosto. Come può aggiungere valore alla mia vita sapere che Kim Kardashian ha cambiato colore di capelli? Ci sono lati positivi e negativi, da un lato tutto il mondo può leggerti grazie a un clic, dall'altro lato però per piacere alle masse il contenuto può diventare molto cheap.
Trovi che i blog siano interessanti?
I fashion blog non mi dicono nulla che già non sappia, per cui non mi interessano molto. Leggo Style.com, Vogue.com, WWD e Business Of Fashion e mi piace avere Vanity Fair in casa. Detto questo, recentemente ho intervistato Huda Kattan, una celebre blogger mediorientale e sono rimasta molto affascinata dai suoi video tutorial.
Hai un progetto per il futuro di cui vuoi parlarci?
Dubai ha appena lanciato un fashion council e le nostre fashion weeks, Fashion Forward, stanno diventando sempre più forti e importanti. Mi piacerebbe scrivere dei libri di moda che documentino l'evoluzione dell'industria mediorientale, poter parlare dei designer del passato e di quelli che si stanno affermando. Questo Aprile sono stato invitata a far parte di un panel sulla critica di moda assieme al CEO del consiglio Nez Gabreel a Dubai. È solo l'inizio per il nostro paese, ma stiamo già avendo un grande successo ed è bello essere parte di questa evoluzione dinamica
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