La collezione PE2026 di Madalina Caminschi racconta il nuovo lusso autentico

La collezione Spring Summer 2026 segna l’ingresso ufficiale di Madalina Caminschi nel panorama della moda internazionale. Presentata alla Milano Fashion Week, è la prima dichiarazione d’intenti della designer: “La moda può essere potente senza essere rumorosa”, afferma. Un manifesto che si traduce in capi capaci di unire forza e delicatezza, rigore e libertà, estetica e contenuto.
Brutalismo e classicismo: gli opposti in dialogo
“La mia collezione di debutto nasce come un dialogo tra opposti: brutalismo e classicismo, rigore architettonico e libertà emotiva, forza e delicatezza”, racconta Madalina.
Le sue creazioni attingono all’architettura e alla scultura, discipline che hanno sempre nutrito la sua visione. Le forme destrutturate e le asimmetrie richiamano un brutalismo urbano, mentre i drappeggi richiamano la tradizione classica del respiro femminile. Il risultato è una moda non conservativa, ma sospesa tra disciplina e libertà, capace di trasmettere emozioni.
La bralette come simbolo e struttura
Se c’è un elemento che definisce questa collezione, è la bralette. “Ho voluto lavorare con elementi che hanno un valore simbolico e strutturale: la bralette è pensata come frammento di intimità che si trasforma in struttura viva e funzionale, diventando un segno distintivo della collezione”, spiega la designer.
Leggermente imbottita, in pelle o nylon, la bralette appare e scompare nei look, mentre i suoi dettagli – chiusure e coppe – si replicano su gonne e pantaloni, moltiplicandosi come segni architettonici. È un linguaggio costruttivo che fa della lingerie un elemento scultoreo e dichiaratamente contemporaneo.
Materiali tra artigianalità e innovazione
La collezione PE2026 racconta la materia come narrazione. “Mi ha guidata l’idea di trasformare l’abito in un’architettura emotiva, capace di trasmettere sensazioni”, spiega Caminschi.
Per questo ha scelto una gamma di tessuti che uniscono tradizione e sperimentazione: sete e cotoni pregiati, mikado, shantung, pelle plongé conciata al vegetale e nappa resinata convivono con nylon, cupro e reti sintetiche.
Una palette cromatica emotiva
Anche i colori diventano strumenti narrativi. “I colori sono visioni emotive: i toni caldi della terra incontrano il lilla e il verde acido, tinte scelte per esprimere tensione, armonia e trasformazione”, sottolinea la designer.
Le nuance non sono semplici decorazioni, ma vibrazioni studiate per creare dissonanza e poi ricomporre armonia. Un approccio che richiama i dipinti di Gordon Cheung, da cui Caminschi prende ispirazione per la tecnica del frammento ricostruito.
Lusso autentico e sostenibile
Alla base del progetto non c’è solo l’estetica, ma una filosofia chiara. “Per me il lusso autentico significa creare capi che vadano oltre l’estetica immediata, capaci di durare nel tempo, di raccontare un’identità e di legarsi profondamente a chi li indossa. Non è un lusso che ostenta, ma che sussurra”, afferma Caminschi.
La sostenibilità è parte integrante del processo creativo: la maison collabora con partner artigiani italiani d’eccellenza – in Veneto per la pelle, in Lombardia per tessuti e maglieria. “Produciamo in quantità limitate, per preservare l’esclusività e ridurre gli sprechi. Ogni capo è pensato per essere custodito a lungo, diventando parte dell’identità personale di chi lo indossa”, aggiunge.
Moda come architettura emotiva
La collezione PE2026 di Madalina Caminschi è più di un debutto: è un manifesto creativo. Ogni capo è un ponte tra opposti – disciplina e libertà, forza e delicatezza – pensato per donne raffinate e consapevoli.
“La moda per me è una potenza silenziosa: capace di essere forte senza urlare, ma trasmettendo intensità e autenticità in ogni dettaglio”, conclude la designer.
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