Dietro le quinte del brand Amelie
Una moda ideata da una donna per le donne, lontano da facili etichette. Abbiamo incontrato Marina Acconci, “mente” del brand Amelie che ci ha fatto entrare nel suo mondo
La donna al centro: questa l’idea, tanto semplice quanto rivoluzionaria intorno al quale ruota Amelie, brand di moda che in 10 anni ha raccolto intorno a sé una community di clienti entusiaste. Proprio come la creatrice del marchio Marina Acconci che è partita da una semplice affermazione: “non siamo noi che dobbiamo adattarci all’abito, ma esattamente il contrario: è il vestito che deve essere pensato per incontrare e valorizzare ogni fisicità.
No Size, No Age e No Season sono i tre cardini su cui Amelie nasce: una moda pensata sulla creazione di diverse tipologie di capi, ideati per valorizzare fisicità differenti con l’utilizzo di tagli e materiali “intelligenti”.
«Per capi come i pantaloni, ad esempio” dice Marina “abbiamo pensato a due modelli, uno valorizzerà chi ha un fisico più “androgino” e l’altro chi ha più curve, il tutto senza dover per forza indicare taglie o misurare cm».
«L’assenza di stagionalità si esprime in proposte fatte da capi sovrapponibili, che possono essere indossati per molti mesi all’anno, promuovendo un guardaroba durevole, consapevole e riutilizzabile nel tempo. Ogni collezione è dunque “coerente” con il nostro pensiero e sfruttabile a lungo nel tempo, anno dopo anno».
Partiamo dal principio, com’è nato il progetto Amélie?
«Amélie è nato quasi per intuizione durante l’apertura del Brugnato 5 Terre Outlet Village, altro progetto a cui lavoravo. Per testare da vicino il modello gestionale, decido nel 2014 di creare un piccolo marchio interno e aprire un punto vendita pilota. Quel test si è rivelato un successo immediato: in poco più di un anno le boutique diventano sei e, dal 2016, Amélie è cresciuto come brand autonomo fino ad arrivare agli oltre 60 negozi attuali. Un progetto nato per sperimentazione e diventato un percorso imprenditoriale completo.»
Com’è nata l’idea di creare abiti senza taglie e con fit che possono adeguarsi a diverse fisicità?
«L’idea del No Size non nasce da una strategia marketing, ma dalla mia esperienza come avvocato penalista al fianco di donne vittime di violenza. Lì ho capito quanto corpo e autostima siano legati, quanto una misura o un numero possano trasformarsi in confronto o giudizio. Ho voluto creare abiti che non escludessero nessuna donna, che accogliessero la diversità delle fisicità e restituissero libertà: niente taglie, solo modelli pensati per valorizzare chi li indossa.
(La capsule “Aura” dedicata alle feste che chiude “French Garden”, la parte Autunno Inverno 2025)
Quanto è difficile progettare senza taglie?
«È una sfida molto complessa perché non si parte da un modello standard. Ogni capo viene progettato su una fisicità reale, infatti, non su prototipi, questo richiede una conoscenza approfondita delle caratteristiche del corpo femminile, da valorizzare con tagli, pinces o costruzioni specifiche. Senza dimenticare l’utilizzo di determinati tessuti tecnici o elastici che garantiscano comfort, e l’utilizzo di software di sviluppo per testare ogni variante. E infine, provare e ancora provare su donne vere e diverse. È un lavoro che unisce tecnologia e sensibilità artigianale con un unico obiettivo: creare abiti che si adattino, sostengano e valorizzino, senza mai costringere.
Chi è la cliente che sceglie Amélie?
«Non esiste una sola tipologia di cliente. Le nostre boutique accolgono generazioni diverse, tutte accomunate dal desiderio di sentirsi bene. La nostra filosofia si basa sui nostri tre principi: No Size, perché l’abito si adatta al corpo e non il contrario; No Age, perché la bellezza non ha età; No Season, perché crediamo in capi duraturi, sovrapponibili e realizzati con materiali naturali. Amélie parla a chi sceglie una moda libera e senza etichette».
(La capsule “Aura” dedicata alle feste che chiude “French Garden”, la parte Autunno Inverno 2025)
Chi sono le donne che ti ispirano quando crei per Amelie?
«Tutte le donne che ho incontrato nella mia vita: quelle dei tribunali, con storie difficili ma una forza incredibile; le amiche e colleghe con cui ho condiviso anni intensi; e le grandi figure culturali che hanno plasmato il mio sguardo, da Louise Bourgeois a Mary Shelley, da Zaha Hadid a Emily Dickinson. Sono loro ad avermi insegnato cosa significhi affrontare la vita con dignità, sensibilità e coraggio. Amelie è un omaggio a tutte loro!».
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