Sono stata violentata ma i giudici non mi credono

«Tanto io lo sapevo che non mi avrebbero creduta». La voce che parla con Grazia è quella di una ragazza giovane. La notte fra il 5 e il 6 ottobre 2017 ha poco più di 18 anni. `È fuori con amici, beve davvero troppo, «quattro o cinque bicchieri di vino e tre drink», sta male nel tragitto dal locale alla macchina, non vuole tornare a casa, farsi vedere così dalla madre. Perde i sensi. Gli amici la portano a casa della ragazza di uno dei due trentenni che sono con loro. Tutto succede in un appartamento nel centro di Ravenna, fra l’1.30 e le 4 del mattino.
La ricostruzione si trova nelle carte processuali. Quella notte terribile gli ex amici di Elena (il nome è di fantasia) la filmano e la violentano, dopo averla messa sotto la doccia fredda per farla rinvenire. È tutto documentato, ricostruito nei minimi dettagli, ci sono i video. Eppure, per i giudici i due uomini, all’epoca poco meno che trentenni, non avrebbero commesso reato con dolo. La sentenza dell’8 febbraio ha fatto scalpore e la ragazza che ha denunciato parla a Grazia. A pesare nel giudizio sono state le notizie relative alle abitudini di vita di Elena - a dire dell’ex amica presente quella terribile notte era «promiscua» - e il suo atteggiamento da ubriaca: «Abbracciava tutti», ha raccontato la testimone. A processo i due accusati, ora assolti in primo grado, si sono scusati. Uno di loro ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con Elena, ma di non essersi accorti che non fosse in grado di prestare il consenso e di difendersi.
Come si sente Elena, oggi, dopo quanto accaduto e dopo il processo?
Continua a leggere l'articolo sul numero di Grazia ora in edicola
Testo di Letizia Magnani - Photo by Will Porada on Unsplash
© Riproduzione riservata