Macy Fofana è una moderna globetrotter nel terzo servizio realizzato in collaborazione con Kocca
La femminilità può avere infinite sfumature e il bello della moda è che ci consente di esprimerle proprio tutte. Parola di Macy Fofana, influencer con la passione per i viaggi, che è anche una delle protagoniste del nostro shooting realizzato con Kocca.
Gli outfit minimal, curati nei più piccoli dettagli, sono un po’ il suo cavallo di battaglia, ma Macy non si pone limiti: si diverte a cambiare stile anche a seconda del mood del momento e attraverso i suoi look riesce a sempre a svelare nuovi lati di sé.
Nel terzo servizio nato dalla collaborazione Kocca, l’influencer ha vestito i panni di una moderna globettrotter, una donna dinamica, sempre in movimento, che non ha alcuna intenzione di rinunciare allo stile, ma per affrontare i suoi viaggi (e le sue avventure metropolitane) deve poter contare su un guardaroba fatto di capi comodi e versatili.
Il brand, che nella sua collezione per la nuova stagione ha esplorato alcune macro-tendenze che spopoleranno dappertutto questo autunno-inverno, ha chiesto proprio a Macy di interpretare la tendenza “Globetrotter” a modo suo.
Il risultato? Quattro look dai colori accesi in cui trionfano top morbidi in maglia, jeans dal fit impeccabile e capispalla avvolgenti. Guardate gli abbinamenti scelti da Macy e scoprite cosa ci ha raccontato in quest’intervista.
Come descriveresti il tuo stile?
Non ho un solo stile. Delle volte sono più street, altre volte sportiva mentre altre volte ancora mi piace essere elegante. Tutti questi stili hanno un comune denominatore: la semplicità. I miei look sono curati e tendono al minimalismo ma con una forte attenzione per i dettagli.
Quando è nata la tua passione per la moda?
Non ricordo un momento esatto in cui è nata la mia passione per la moda. So solo di essere un po’ un’esteta e da sempre cerco il bello in tutte le cose. La moda risponde ad un mio bisogno: esprimere le mie tante sfumature nelle varie fasi e momenti che attraversa la mia vita.
Qual è stato il primo capo di abbigliamento che ti sei regalata?
Il primo capo d’abbigliamento che mi regalai fu un paio di jeans di un noto marchio californiano. Fu dopo la mia esperienza negli Stati Uniti nel 2015. Lo acquistai per continuare a mantenere vivo quel bellissimo anno. Quel jeans è stato il mio primo acquisto dettato da un sentimento nostalgico.
Che rapporto hai con la moda? Ti piace seguire i trend di stagione?
Credo di avere un rapporto sano con la moda. Vengo da una famiglia che mi ha insegnato a dare valore alle cose, per questo non seguo molto particolarmente le mode, infatti, arrivo sempre tardi a scoprire i trend. Cerco di stare al passo con la moda cercando sempre di non stravolgere il mio stile personale.
In questo servizio interpreti la tendenza “Globetrotter”. Per te quali sono i grandi must per uno stile da vera globetrotter?
La globetrotter è sicuramente una ragazza dinamica sempre in viaggio, anche nella sua città, quindi, il suo stile è versatile e comodo. Cardigan che all’occasione si trasformano in giacca, jeans con un fit comodo, scarpe e stivali pratici sono i grandi must have di una vera globetrotter.
Parliamo di inclusività: cosa ti aspetti dai brand nel futuro?
Mi aspetto dai brand del futuro più consapevolezza delle loro azioni e scelte. Più tatto nel trattare la questione dell’inclusività, non più come un fenomeno di mercato diventato un trend, ma bensì come la promozione dei loro prodotti atto a rappresentare e diretto a tutte le minoranze.
Credi che la moda sia diventata più inclusiva rispetto al passato? Secondo te cos’è cambiato/è cambiato qualcosa?
L’industria della moda si è trovata obbligata ad affrontare la questione dell’inclusione per non rimanere indietro, ora che l’inclusività è diventata una metrica di valutazione del benessere di un settore. Oggi la moda ha le conoscenze e molti strumenti per comprendere quali sono i valori che stanno a cuore dei consumatori. Sicuramente qualcosa è cambiato in positivo ma la strada dell’inclusività non strumentalizzata è ancora lunga. I social, in questo percorso, giocano un ruolo di amplificatore della richiesta di cambiamento di coloro che da sempre sono stati invisibili.
Credits
Foto: Paolo Colaiocco
Video: Andrea Colacicco
Mua: Ginevra Pierin
Hair: Sara Vescia
Styling: Sarah Misciali
Producer: Ana Maria Matasel
Creative Direction: Sara Moschini
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