#stayhomewithgrazia: i tips delle influencer e digital content creator

Le piattaforme digitali si stanno rivelando essenziali per poter trascorrere il tempo durante questi giorni di pausa forzata e necessaria a casa. Dalle dirette su Instagram, ai corsi di fitness su YouTube, i creativi della rete si sono sbizzarriti fornendoci materiale a volontà per i nostri momenti liberi.
Ma quali sono i consigli delle ragazze che lavorano e sono costantemente presenti nella nostra vita online? Abbiamo chiesto ad alcune amiche di Grazia, influencer e content creator, qualche tip divertente come la canzone da cantare al mattino, il film per piangere, il libro da recuperare, ma anche qual é l'attività che erano certe avrebbero provato e invece poi non sono proprio riuscite a fare.
E abbiamo voluto sognare, pensando positivamente al momento in cui usciremo dalle nostre case (e dai nostri pigiami) e torneremo ad indossare i nostri abiti preferiti o i nuovi acquisti che non siamo riuscite a sfoggiare.
1. Erika Boldrin @erika_boldrin
Erika indossa un total look Bottega Veneta che non è riuscita ad indossare durante la Fashion Week di Parigi a causa del brutto tempo. «È il look che indosserò non appena potremo uscire di qui, spero per una cena con tutti i miei amici».
L'attività che pensavi avresti fatto e invece...
Pensavo avrei fatto molto sport ma mi sono accorta che fare yoga senza un maestro che ti segue può essere dannoso e dopo un paio di volte e un principio di mal di collo ho smesso subito!
Una canzone da cantare al mattino
Beautiful Heartbeat - Avicii remix
Una serie tv per ridere
Sto vedendo solo serie un po' toste al momento, ma poco tempo fa mi sono rivista tutta Willy il Principe di Bel-Air. Un must! E Will Smith è uno dei miei attori preferiti.
Un film per piangere
Lei di Spike Jonze
Il libro che dobbiamo recuperare
Un libro che ho comprato e mai finito nonostante mi piacesse: La via della Leggerezza di Berrino, Lumera
La ricetta da provare
Le lasagne vegane!
L’accessorio/il capo che è nel carrello dello shop online
Un vestito di Cecilie Bahnsen , mi manca un pezzo di questa designer nel mio armadio.
Un profilo Instagram da scoprire
@musetti_animaletti lo amo da impazzire! E poi @honiehbeauty che, oltre a essere la mia linea beauty, è il profilo dove vengono postati tip sul mondo pelle, come massaggiare la faccia, come utilizzare i prodotti e così via.
2. Giulia Torelli @rockandfiocc
Giulia indossa un abito Prada «che indosserò anche per andare a fare la spesa appena viene caldo!».
L'attività che pensavi avresti fatto e invece...
Guardare serie tv lunghe! Ma non voglio passare tutto il tempo sul divano
Una canzone da cantare al mattino
Rather Be - Ah Ah
Una serie tv per ridere
Freaks and Geeks
Un film per piangere
Voglia di Tenerezza di James L. Brooks
Il libro che dobbiamo recuperare
Me Parlare Bello Un Giorno di David Sedaris
La ricetta da provare
Gli spaghetti al limone
L’accessorio/il capo che è nel carrello dello shop online
Due abiti di lino (nella speranza di poterli indossare presto!)
Un profilo Instagram da scoprire
@pino.the.corgi
3. Carlotta Rubaltelli @carlotta.rubaltelli
Carlotta indossa un abito MVP Wardrobe e sandali & Other Stories. «Sogno un pomeriggio al mare, il vento tra i capelli, i colori del tramonto e poi direttamente un aperitivo con gli amici più cari. Questo è il look perfetto per un'occasione così. Quando andiamo?» - Foto Federico Avanzini @bigfede
L'attività che pensavi avresti fatto e invece...
Pensavo che anche io mi sarei buttata sulla cucina come tante mie amiche, invece, a parte un piccolo sprint iniziale, sono tornata a fare i miei tre soliti semplici piatti!
Una canzone da cantare al mattino
Siamo Donne di Jo Squillo che con i suoi live rallegra tutti i nostri sabati
Una serie tv per ridere
La Tata, un classico da rivedere per le risate e per i look pazzeschi di Tata Francesca
Un film per piangere
Marriage Story di Noah Baumbach
Il libro che dobbiamo recuperare
Becoming di Michelle Obama
La ricetta da provare
Cous Cous con verdure
L’accessorio/il capo che è nel carrello dello shop online
Una mini Chanel vintage oro che punto da un po’
Un profilo Instagram da scoprire
@mrshinchhome una clean influencer molto famosa: mi ipnotizzo a guardare le sue stories mentre riordina e pulisce tutta casa!
4. Nneya Richards @nneya
Nneya indossa un abito di Kate Moss for Topshop, top vintage, scarpe Kenzo. «Che sia giorno o sera, il mio primo look fuori di casa sarà audace: spalle oversize, abito con bustier, orecchini: un total look super glam!»
L'attività che pensavi avresti fatto e invece...
Diventare pazza! Anche se, bé, per quello c'è ancora tempo...
Una canzone da cantare al mattino
Smile Jamaica - Chronixx
Una serie tv per ridere
Superstore - l'ho appena scoperta. Parla delle giornate di chi lavora nei grandi centri come Walmart e Auchan. Molto divertente
Un film per piangere
Queen&Slim di Melina Matsoukas
Il libro che dobbiamo recuperare
The Herd di Andrea Bartz
La ricetta da provare
Salmone glassato con miele e coriandolo
L’accessorio/il capo che è nel carrello dello shop online
Delle polo del maglificio Scaglione. Per questa estate ho voglia di un vibe alla Lady D incontra Il Talento di Mr Ripley!
Un profilo Instagram da scoprire
@glam4good - una associazione non-profit della quale faccio parte che cerca di ispirare e onorare le diverse comunità
5. Lucia Del Pasqua @luciadelpasqua
Lucia indossa kimono P.A.R.O.S.H. «Appena potrò uscire vorrò farlo da diva, con kimono e occhiali “sbrilluccicanti”, all’insegna assoluta della non sobrietà. Sono fin troppo sobria con le mie tute e... “mise comode casalinghe”».
L'attività che pensavi avresti fatto e invece...
Pensavo che avrei avuto tempo ogni giorno per eliminare qualcosa (decluttering), dato che ero partita con “faccio un fioretto: una volta al giorno elimino qualcosa, in previsione dell’imminente trasloco”. È andata a finire che arrivo a sera stanchissima perché faccio mille altre cose.
Una canzone da cantare al mattino
La Ballata Dell'Amore Cieco - Fabrizio De André
Una serie tv per ridere
Frankie e Grace
Un film per piangere
Bastano e avanzano i vari speciali della sera. I film solo divertenti. Mi sto rivedendo un po’ di pellicole di Fantozzi, anche se in realtà, oltre quella comicità unica, c’è anche tanta tristezza.
Il libro che dobbiamo recuperare
Favole al Telefono di Gianni Rodari
La ricetta da provare
Torte salate con ingredienti che si hanno in frigo. A caso.
L’accessorio/il capo che è nel carrello dello shop online
Per ora nel carrello ho solo cose per la casa, da frigoriferi verde menta a forni con le rifiniture dorate.
Un profilo Instagram da scoprire
@fahia.j
6. Sumi Saiboub @coveredinlayers
Sumi indossa una camicia acquistata poco prima del lockdown. «Mentre mi stavo vestendo per scattare queste foto, ho notato una cosa che forse può sembrare strana: mi manca molto mettermi le scarpe!».
L'attività che pensavi avresti fatto e invece...
Preparare dolci tutti i giorni come vedo fare online. Tra l’altro io sono anche super golosa. Ebbene ho comprato 500gr di mascarpone due settimane fa perché volevo fare il tiramisù e... È tutto ancora nel cassetto del frigo dove l’ho lasciato quando ho messo a posto la spesa!
Una canzone da cantare al mattino
Confident - Demi Lovato
Una serie tv per ridere
Blackish
Un film per piangere
La La Land di Damien Chazelle
Il libro che dobbiamo recuperare
Big Magic di Elizabeth Gilbert
La ricetta da provare
I cinnamon rolls
L’accessorio/il capo che è nel carrello dello shop online
Uno shirt dress color azzurro fiordaliso
Un profilo Instagram da scoprire
@worldviewmag
7. Tia Taylor @misstiataylor_
Tia indossa una giacca check e pantaloni scamosciati. «Li avevo comprati prima del lockdown. Spero tanto che non faccia troppo caldo una volta usciti così potrò indossarli!».
L'attività che pensavi avresti fatto e invece...
Pensavo di riuscire a girare più video ma in realtà sto lavorando il doppio e alla fine non ce l'ho proprio fatta. Mi sono accorta di avere bisogno di un giorno in cui non fare niente e prendermi una pausa mentale. In questo periodo confusionario e strano è importante ricordarci di prenderci cura di noi stessi.
Una canzone da cantare al mattino
I can - Chronixx
Una serie tv per ridere
The Office non invecchia mai!
Un film per piangere
Nuovo Cinema Paradiso, uno dei miei preferiti
Il libro che dobbiamo recuperare
Americanah di Chimamanda Ngozi Adiche
La ricetta da provare
Pumpkin pie! Anche se non è esattamente la stagione
L’accessorio/il capo che è nel carrello dello shop online
Non c'è niente in particolare! Sto usando questo periodo per apprezzare quello che ho e diventare più creativa con capi già acquistati
Un profilo Instagram da scoprire
@thefemalehustlers - un profilo con frasi motivazionali, sono dei boost giornalieri perfetti per una giovane imprenditrice!
8. Clara Nanut @gour.mode
Clara indossa un abito chemisier verde di Twin Set e sandali intrecciati Sergio Rossi. «Una volta finita la quarantena, dopo tutte queste tristi felpe e leggings, non vedo l’ora di poter sfoggiare un look ultra femminile, come tacchi a spillo 12cm e uno chemisier strettissimo in vita, ovviamente verde speranza, un po’ di superstizione per non rischiare!».
L'attività che pensavi avresti fatto e invece...
Imparare a fare la pasta sfoglia, ma sto deliberatamente procrastinando.
Una canzone da cantare al mattino
Easy Lady di Ivana Spagna per farci sentire libere e leggere. La trovate sul canale Spotify di Atelier Gourmode con tante altre perle selezionate da mio fratello Rodolfo, dj mancato. Quarantine Vibes o Dancing Alone, quelle più adatte al momento, che vi consiglio vivamente di ascoltare a tutto volume, la seconda assolutamente indossando un body glitterato.
Una serie tv per ridere
Girls di Lena Dunham, forse datata ma irriverente ed energizzante al punto giusto per farci ripartire con un pizzico di ambizione da Grande Mela post quarantena
Un film per piangere
Love Story di Arthur Hiller o Le Pagine Della Nostra Vita di Nick Cassavetes o ancora Call Me By Your Name di Luca Guadagnino. Li trovate tutti su Netflix, dal più vintage al più contemporaneo, perché il romanticismo strappa lacrime non ha età e io evidentemente ne sono una grande fan
Il libro che dobbiamo recuperare
Slow Days, Fast Company di Eve Babitz
La ricetta da provare
La Regina di Saba, o Reine de Saba, la mia torta preferita
L’accessorio/il capo che è nel carrello dello shop online
Le mules di Bottega Veneta, perché ok che non vediamo l’ora di tornare sui tacchi ma se trapuntati come soffici cuscini meglio ancora!
Un profilo Instagram da scoprire
@mignonettetakespictures con i suoi colori pastello, dolci francesi e teneri cuccioli. Ti trasporta in un mondo infantile e spensierato, in cui in questo momento abbiamo assoluto bisogno di rifugiarci
9. Martina Pinto @martinapinto
Martina indossa il look che sfoggerà appena torneremo alla normalità: sneakers, pantaloni palazzo che slanciano la figura, canotta bianca super easy e accessori super come la collana di Coquillage Jewellery.
L'attività che pensavi avresti fatto e invece...
Avrei voluto sistemare la cabina armadio ma non ne ho avuto il coraggio, la parte più incasinata è ovviamente quella di Alessandro, il mio fidanzato, ma convincerlo a sistemare è la sfida più ardua di questa quarantena di coppia!
Una canzone da cantare al mattino
Here Comes The Sun - The Beatles
Una serie tv per ridere
Full House (e Fuller House), per i super fan degli anni ‘80/90 con le gemelle Olsen in fasce, lo adoro!
Un film per piangere
A Star Is Born di Bradley Cooper, ogni volta che sento Shallow non riesco a trattenere le lacrime pensando al film
Il libro che dobbiamo recuperare
Un libro che rileggo ciclicamente è “l’Alchimista” di Coelho, mi centra nei momenti di difficoltà
La ricetta da provare
Di ricette ne stiamo provando fin troppe, Ale cucina benissimo ma la calamarata di ceci e guanciale è da sballo!
L’accessorio/il capo che è nel carrello dello shop online
Il capo che è nel carrello (di fantasia perché non ha shop online) sono le slingback si Chanel viola
Un profilo Instagram da scoprire
@121beautysession, sono di parte lo so, ma ci stiamo divertendo a sperimentare nuovi make-up, soprattutto inspirati dalla makeup artist @missjobaker
10. Veronica Giomini @veronica_giomini
Veronica indossa giacca e t-shirt The Frankie Shop, pantaloni Marco Rambaldi e scarpe Gabriele Colangelo: «Questa la considero come la mia “uniforme”: pantaloni a taglio maschile larghi, t-shirt bianca e giacca oversize. Look perfetto per tante occasioni, dal giorno alla sera, basta solo giocare con i giusti accessori».
L'attività che pensavi avresti fatto e invece...
Quella fisica: yoga e pilates. Purtroppo invece non è stato così… è la conferma che sono troppo pigra! Magari però cambierò idea, ancora ho tempo!
Una canzone da cantare al mattino
Comment Te Dire Adieu - Francoise Hardy
Una serie tv per ridere
Grace e Frankie!
Un film per piangere
Collateral Beauty di David Frankel
Il libro che dobbiamo recuperare
L'Eleganza Del Riccio di Muriel Barbery
La ricetta da provare
Brownies
L’accessorio/il capo che è nel carrello dello shop online
Il secchiello di Prada in rete e nylon
Un profilo Instagram da scoprire
@fashiiongonerouge
11. Daniela Zuccotti @daniela_zuccotti
Daniela indossa pantaloni eleganti Ultrachic, top sportivo Nike, scarpe Bottega Veneta e «un blazer in palette rubato al mio compagno».
L'attività che pensavi avresti fatto e invece...
Pensavo che finalmente, passando tanto tempo in casa, sarei riuscita a fare un po’ di decluttering e a riordinare l’armadio. Ma con una bimba scatenata, lo smart working e un marito in call perenne anche trovare il tempo per la ceretta mi sembra un lusso!
Una canzone da cantare al mattino
Senza un perché - Nada. Volteggiando in cucina con mocio-microfono in mano
Una serie tv per ridere
Una puntata di Friends è sempre terapeutica. Ma se cercate una serie nuova da vedere vi consiglio Freud, su Netflix. Non fa per niente ridere, anzi è un po’ thriller, ma vi ipnotizzerà
Un film per piangere
Parasite di Bong Joon-Ho. Commovente al punto giusto, ironico, geniale. Non a caso ha vinto l’Oscar
Il libro che dobbiamo recuperare
Posso dirlo? Lo dico... ”Tre minuti”, il mio romanzo, edito da Baldini e Castoldi. Parla del rapporto madre-figlia, dei sogni e delle paure di un’adolescente che non va d’accordo con il mondo in cui si trova. E fa un po’ ridere e un po’ piangere
La ricetta da provare
Caprese orientale (mozzarella, dashi, pomodoro, katsuobushi e clorofilla di basilico). È una ricetta di Andrea Marconetti, lo chef del Killer. Il primo ristorante in cui vorrei andare quando tutto tornerà alla normalità
L’accessorio/il capo che è nel carrello dello shop online
È da più di un mese che giro per casa in tuta e calzini. Una cosa impensabile per me che mi cambiavo anche tre volte al giorno. Sarà bellissimo ricominciare a fare shopping. La prima cosa che vorrei comprarmi è un nuovo paio di sandali bianchi, possibilmente di Bottega Veneta
Un profilo Instagram da scoprire
La quarantena ha dato vita a diverse iniziative per rendere più sopportabile il lockdown. Consiglio @bravebutsafe: una community digitale per inspirare e stare insieme a distanza di sicurezza
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Un excursus sul fare musica (e viverci) con Adele Altro aka Any Other
A poche settimane dall'uscita di Trovarsi Soli All'Improvviso, il nuovo album di Marco Giudici che ha coprodotto e nel quale suona e canta, Adele Altro si confessa in una lunga intervista nella quale cerca di tracciare un percorso dall'inizio della sua carriera da musicista autodidatta passando per i mesi difficili della pandemia fino all'uscita di stillness, stop: you have a right to remember con il suo progetto più noto, Any Other.
Davanti all'accogliente e scenografico caminetto del Grace La Magna di St. Moritz, Adele ha esplorato la pressione di essere sempre presente e visibile data dai social media, ma anche le differenze di genere nella musica, la sua passione per il momento dei live e il suo impegno come producer, mentre scattando le foto del nostro servizio moda abbiamo scoperto come fosse cambiato il rapporto con la sua immagine e il suo corpo.
Lasciamo spazio alle parole di Adele e alle foto di Sara Reverberi con una notizia esclusiva sul futuro dell'artista veronese alla fine dell'intervista.
Adele indossa cappello e sciarpa in lana AVANT TOI
Raccontaci tutto dall'inizio. Quando hai capito che volevi fare questo di lavoro e che la musica era importante per te?
L’ho capito abbastanza tardi, o comunque più tardi rispetto alla media dei miei amici e colleghi che fanno questo lavoro. Ho iniziato a suonare intorno ai 18 anni. Da che ero adolescente sono stata sempre appassionata di musica, però in qualche modo, forse anche per un problema di rappresentazione, non avevo mai considerato che potessi essere io la persona che creasse la musica. Mi ero sempre vista come una fruitrice, ma mai come una potenziale... soundmaker.
Al liceo ho conosciuto la mia migliore amica Cecilia e lei aveva una chitarra. La prima volta che ci siamo viste ci siamo messe in camera sua, lei suonava, io cantavo. Facevamo le cover dei Cure, di Bob Dylan, cose così. E ci siamo dette che bella questa cosa. Non c'è mai stato un vero momento in cui ho detto: «La musica è il mio sogno, voglio fare questo». È semplicemente successo. A un certo punto mi sono ritrovata questa cosa tra le mani e funzionava come mezzo per comunicare con gli altri. Ovviamente ero un'adolescente disagiata (ride - ndr).
Da lì non l'ho più mollata, finché non è diventata il mio lavoro.
E quindi cos'è successo poi? Finisci il liceo e?
Io e Cecilia eravamo diventate un duo, che si chiamava LoveCats e nel 2013 ci siamo trasferite a Milano.
Dopo un mese che vivevamo a Milano, abbiamo fatto una data un lunedì sera e così ho iniziato a conoscere altri musicisti e a scrivere canzoni per fare un disco e ho imparato a suonare la chitarra proprio perché volevo scrivere i miei pezzi.
Da autoridatta, quindi?
Sì, proprio andando su Google!
A questo punto avevamo tanta carne al fuoco, stavamo registrando, imbastendo le registrazioni per un disco e Cecilia ha scelto di fare un altro percorso, e il duo si è sciolto. Era il 2014, e io mi sono ritrovata con questa manciata di canzoni che avevo scritto. E lì è nato Any Other.
Il primo disco è uscito nel 2015 e ho fatto tantissime date live. All’inizio eravamo un trio, io, Erika Lonardi e Marco Giudici, il mio migliore amico con il quale collaboro ancora. Flash forward al 2016, mi scrive Niccolò Contessa de I Cani e mi chiede di aprire il loro concerto a Roma e qui conosciamo i ragazzi dell’etichetta 42 Records e qualche tempo dopo abbiamo iniziato a lavorare assieme.
Adele indossa bustier, jeans e giacca con collo in pelliccia GAS, stivali SANTONI
E qui parti in tour con Colapesce che faceva parte di 42 Records.
Sì ero nella sua band come chitarrista.
Ti piaceva questa cosa? Nel senso, non essere tu a cantare.
Il lavoro di turnista mi ha sempre permesso di vedere come gli altri fanno le cose e quindi anche poi di portarmi a casa un pezzo del loro modo di lavorare. Suonare pezzi di altre persone ti obbliga a sbloccare delle zone di te stesso che magari non considereresti come musicista.
Il primo disco che ho fatto con 42 Records si chiamava Two Geography, tecnicamente il mio secondo disco. Da lì è partito un tour in Italia, in Europa e siamo perfino arrivati in Asia orientale, appena prima del Covid. Siamo andati in Cina a novembre 2019, tra l'altro la prima data doveva essere a Wuhan e ce l'hanno cancellata guarda caso.
E durante il covid cosa hai fatto?
Ero disperata perché a inizio 2020 doveva esserci il primo tour di Colapesce Dimartino e avevo anche scritto un concerto per sestetto, io chitarra e voce, Marco Giudici al pianoforte elettrico, e avremmo avuto anche flicorno soprano, sassofono tenore, viola e violoncello. Avevo il tour fissato nei teatri ed è saltato tutto. Era un momento del mio percorso lavorativo super importante. Alla fine tra aiuti statali e le due o tre cose che si sono riuscite a fare a distanza, non so come, ce l'ho fatta.
L’anno dopo c'è stato il primo Sanremo di Colapesce Dimartino, poi è partito il tour e da lì è stato tutto più in discesa.
Maglione e gonna in lana ZONA20, boots UGG, anello e bracciali ELOISE, calze GOLDEN POINT
Durante tutto questo tempo avevi meno tempo di scrivere per te?
In realtà alcuni pezzi di quello che sarebbe diventato stillness stop: you have a right to remember avevo iniziato addirittura a imbastirli prima dell'uscita del primo disco. Ma il mio percorso d'artista come Any Other è molto legato al live, quindi mettermi fretta in un momento di incertezza sul tour per la pandemia non aveva senso. E poi durante il Covid mi sono messa molto in discussione come musicista e come artista, perché venivo da anni in cui mi era successo solo due volte di stare a casa per più di due settimane. Ero sempre in tour. Sempre.
E ti faceva anche piacere restare un po' a casa? O l'hai sofferta, cioè, a parte la paura economica ovviamente?
All'inizio ho fatto molta fatica perché mi sono accorta che stavo sovrapponendo il mio valore come persona, al mio valore come artista. Non capivo più dove finivo io e dove cominciava la performance. Ho iniziato a chiedermi: se non suono chi sono? Che cosa ho da offrire agli altri se non suono? A posteriori sono contenta di questa crisi perché mi ha aiutato anche a ridimensionare il mio ruolo. Un grande aiuto in questo momento è stato iniziare a lavorare come produttrice in studio. Ho seguito dei progetti, personalizzazioni di film muti dal vivo, creato musica per podcast, ho iniziato a lavorare tanto anche sullo strumentale, quindi sulla composizione non per canzoni, che è una cosa che mi piace tantissimo.
Top e gonna con frange e stivali over-the-knee FABIANA FILIPPI, headpiece ROSANTICA, calze GOLDEN POINT
Poco dopo l’uscita di stillness stop: you have a right to remember e il tour che ne è seguito hai pubblicato il primo EP con pezzi anche in italiano.
Si chiama Per Te Che Non Ci Sarai Più, e sono quattro pezzi, due in italiano, uno in giapponese e uno in inglese. E l'abbiamo registrato in due giorni. È stato un po' come tornare al primo disco in qualche modo, cioè cercare di riappropriarsi di una dimensione più animalesca nell'approccio alla musica. Con stillness ero a quel livello in cui sei consapevole delle tue capacità ma anche dei tuoi limiti, sai tanto ma non abbastanza per liberarti delle tue conoscenze e consapevolezze, quindi ho fatto molta fatica a produrlo. Invece adesso mi sento in una zona in cui sono un po' più agile.
Ti sei sentita più libera a scrivere in italiano? Tu che sei abituata a cantare in inglese comunque.
Non so se più libera, però mi sono resa conto che la lingua è come se fosse una sorta di strumento. È un modo per dare una forma ad una materia informe. Questo per me è stato super interessante, perché mi ha messo nella condizione di rendermi conto anche che il registro che uso influenza il modo in cui io leggo la realtà.
Adele indossa uno slip dress di CALVIN KLEIN, cardigan in lana FABIANA FILIPPI, sandali SANTONI, calzini UNIQLO
E il pezzo in giapponese? Tu parli giapponese?
Quando ero piccola mio padre era in fissa con alcuni autori, molto classici, sia di letteratura che del cinema asiatico. Quindi mi aveva introdotto a un po' di cose di cultura giapponese. Crescendo mi sono fissata con i videogiochi e poi sono andata a suonare in Giappone e ne sono rimasta affascinata. Così l'anno successivo mi sono iscritta a un corso del Comune di Milano di cui adesso sto frequentando il quinto anno. È stato super divertente. Da una parte è molto simile all'italiano perché ha una cadenza sillabica, ma a sua volta la divisione sillabica non è legata all'accento come nella nostra lingua. C’è un modo di sfruttare la metrica che è molto stimolante.
Come ha reagito il tuo pubblico alle canzoni in italiano?
Nei miei dieci anni da musicista, mi hanno sempre fatto la domanda «perché non scrivi in italiano?», ma in questo caso ho notato che è stata accolta semplicemente come una delle sfide che mi piace darmi quando faccio dei lavori nuovi. Che non vuol dire che da adesso in poi scriverò in italiano, però se ho voglia magari sì.
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Secondo te effettivamente in Italia si può avere successo cantando in inglese o è impossibile, come tutti dicono?
C’è proprio un limite. Mi rendo conto che la mia musica, come quella di altre colleghe - e uso il femminile apposta perché mi sembra che le cose più fighe le stiano facendo le ragazze in questo momento - probabilmente ponga un doppio limite al successo popolare. Il primo limite sono gli elementi inusuali da cui è composta. Non voglio dire che sia musica complessa perché alla fine è sempre pop (io la chiamo art pop), ma allo stesso tempo mi piace scrivere sfidando la forma canzone, mi piace arrangiare i pezzi in un certo modo, quindi so che magari non sono ecco, del tutto accessibili o comunque non necessariamente orecchiabili. Il secondo limite è la lingua. E negli ultimi anni abbiamo visto tanti artisti anche indipendenti avere un grande successo di pubblico passando da Sanremo, che è il Festival della Canzone Italiana.
E secondo te è necessario passare da Sanremo per ‘esplodere’ in Italia?
Bè dipende da dove si vuole esplodere. Ci ho pensato tanto nell'ultimo paio d'anni, perché ho visto il percorso che hanno fatto invece artisti come ad esempio Daniela Pes, che adoro, o Io Sono Un Cane. Quindi forse un’alternativa c’è.
Adele indossa pile e pantaloni NAPAPIJRI, occhiali da sole MOSCOT, stivali UGG
Vorrei tornare a quello che mi raccontavi del tuo lavoro. Quando pensiamo a un'artista (soprattutto se donna) è automatico pensare che sia una cantante, una frontwoman. Ma tu sei anche una chitarrista, un’autrice, una produttrice. Scrivi e conosci la musica. La rappresentazione femminile in queste professioni è minima e i nomi che mi vengono in mente lavorano quasi tutti all’estero.
Sì, sicuramente a 15 anni non avrei mai pensato di poter essere io una di quelle figure più “tecniche” che lavoravano dietro la produzione musicale. Con Marco Giudici gestiamo lo studio Cabin Essence e da circa un anno lavoro anche come fonica e assistente di Marco per la produzione di dischi. Mi sono impegnata molto per avere collaboratori, clienti e persone intorno a me che non mettessero un filtro di genere sulle cose. Quindi chi arriva a lavorare con noi sa cosa può aspettarsi.
Quando produci per altri a cosa stai attenta?
Non avendo tutto l'investimento emotivo, il bagaglio, che provo quando lavoro sui miei pezzi, sono io la persona che guida l'artista e gli crea uno spazio dove può cadere sul morbido. Ho riflettuto tanto su che tipo di produttrice voglio essere, perché mi rendo conto che la mia cifra stilistica forte è negli arrangiamenti, nella scelta degli strumenti che devono stare assieme, il modo in cui scrivo le varie parti. Nei miei dischi tutto questo viene fuori all'ennesima potenza, mentre sui lavori per gli altri vorrei sviluppare di più un discorso sul suono e non soltanto sulla scrittura della musica.
Forse ho una visione un po’ - passami il termine - 'fricchettona', ma credo che la musica in sé arrivi molto prima del pensiero sulla musica. Cerco di immaginare la canzone prima ancora che sia finita e capire se gli arrangiamenti che vorrei inserire sono frutto di un mio desiderio personale o se è la canzone a richiedermeli. Questo può portare anche a dover scartare degli elementi ai quali magari sei affezionato o che sono dei comfort però non è quello che la musica ti sta chiedendo in quel momento. È anche un discorso centrato sulla comunicazione e sull'ascolto e sull’accogliere quello che ti arriva.
Questa è una cosa che dice anche Nick Cave. Che la musica è un lavoro certosino quasi di ufficio ma poi le canzoni a loro volta “arrivano”.
Sì una volta che ti lasci prendere è davvero bello.
Adesso stai lavorando tanto in studio e però sei sempre un’artista da live. Qual è la cosa che ti piace di più del contatto con il pubblico?
Quando le persone alla fine dei concerti mi ringraziano e mi dicono che il concerto, o una canzone nelle specifico, le ha aiutate a sbloccare una cosa che avevano dentro e non sapevano neanche di dover tirare fuori. È quello che succede anche a me quando vado a sentire ad esempio i Big Thief e piango per un’ora e sono felice perché avevo bisogno di sfogarmi e loro hanno parlato al posto mio con le loro canzoni.
« Ti faccio un esempio: io e Marta Del Grandi facciamo musica molto diversa, ma magari perché cantiamo entrambe in inglese e facciamo canzoni particolari non ci mettono nella stessa line-up. A un artista maschio questa cosa non succede. »
Cardigan, gonna e top stretch MARCO RAMBALDI. calze FALKE, collane e anello ELOISE (foto scattate al ristorante STUVETTA del GRACE LA MAGNA)
A te piace un sacco suonare con gli altri artisti. Quanto è importante la collaborazione nella musica e quanto può aiutare per sopravvivere in un mondo così competitivo?
Questo è un mondo in cui quasi si suggerisce di rimanere isolati e di stare da soli. Perché sai, ci sono pochi soldi, quindi è meglio se li prendi tutti tu. È triste ma alla fine spesso si riduce a questo.
E questo tipo di ragionamento “esclusivo” funziona anche il discorso che facevamo sul genere, no?
Ne ho parlato anche tanto conte mie colleghe e per molte di noi è stranissimo non aver mai suonato agli stessi festival, e abbiamo capito che questo succede perché ci mettono tutte nella stessa categoria e automaticamente una viene esclusa. Ti faccio un esempio: io e Marta Del Grandi facciamo musica molto diversa, ma magari perché cantiamo entrambe in inglese e facciamo canzoni particolari non ci mettono nella stessa line-up. A un artista maschio questa cosa non succede.
Perché due artisti uomini con le chitarre e che fanno indie rock possono stare insieme nello stesso festival e noi semplicemente perché amiamo il jazz e cantiamo bene e conosciamo la teoria musicale non possiamo stare nella stessa line-up?
Tutto questo sistema genera molta ansia e porta le artiste anche a legare poco con le colleghe a livello amicale perché costituiscono una potenziale minaccia. Però io non ci voglio giocare a questo gioco. A costo di perdere delle possibilità. Ci sono cose che dovrò accettare perché comunque è lavoro e devo pagare l'affitto e mangiare, ma c'è qualcosa dentro di me e dentro anche tante persone come me, a cui non possiamo rinunciare e questa per me è una di quelle. Mi rifiuto di escludere la possibilità che pure noi artiste possiamo essere una palette di sfumature diverse. E non è accettabile che spesso i promoter o chi gestisce la musica ci metta costantemente in competizione, una contro l’altra. Perché io devo essere insicura per il successo di un'altra ragazza? Più siamo meglio è.
Adele indossa un abito in pizzo ANIYE RECORDS
Assolutamente. E i social immagino non aiutino la situazione ansia. Come gestisci la FOMO da Instagram dove sembra sempre che tutti facciano cose e nel caso dei musicisti escano sempre pezzi nuovi, singoli, album e così via?
Penso che ci sia un problema di fondo a livello collettivo. Questa costante necessità di dover sempre apparire come vincenti in questa società non ci porta a confrontarci e a confidarci l'uno con l'altro. Tutte noi persone della musica viviamo la stessa identica esperienza: facciamo il nostro e siamo contenti mentre lo facciamo, la curva poi decresce e ci dobbiamo fermare perché è necessario anche per vivere la vita vera e fare esperienze e avere materiale sul quale poi creare nuovamente. Ma ammettere la necessità di fermarsi è un gesto da sfigati. E se non ci sei la domanda è subito: ma dove eri finita? Ma non sta lavorando lei?
C’è questa corsa costante al successo e all'essere visti. Per fortuna all’inizio della mia carriera, me lo ricordo ancora, ho incontrato Enrico Gabrielli e gli ho detto : «Enrico io mi sento sempre nel momento sbagliato rispetto a tutto quello che succede intorno a me, mi sembra sempre di essere fuori tempo rispetto alle cose». E lui mi ha detto: «Ti devi vedere come una formichina che piano piano un chicco alla volta mette da parte per l'inverno, senza l'ansia di dover raccattare tutto subito. Fai anche tu un pezzo alla volta e vedrai che questa cosa ti porterà piano piano avanti. Ci saranno un sacco di momenti in cui ti sentirai scoraggiata e penserai di essere un fallimento come artista, ma segui le tue regole interiori e le tue necessità». E davvero, sembrerà banale, ma da quel momento so che mi devo fidare del mio istinto e di quello che mi dice il mio corpo senza farmi troppo condizionare dal resto.
Per combattere la FOMO poi è utilissimo confrontarsi e parlare con gli amici e i colleghi, avere uno specchio che ti fa rendere conto di quello che hai fatto nel momento in cui sei ferma e vedi gli altri che suonano e fanno cose. Quindi il mio consiglio è andare nella vita reale, parlare e vivere ti aiuta a staccarti dai pensieri intrusivi e dalla performance online.
Adele indossa maglia con colletto AUTRY, gonna MARCO RAMBALDI, calzini GOLDEN POINT, anello ELOISE e occhiali da vista MOSCOT
Parliamo d'immagine. Oggi abbiamo scattato un servizio moda vero e proprio e prima ci hai detto che adori posare! Non me l’aspettavo.
Il rapporto con la mia immagine sta cambiando tanto, forse anche perché ho superato i 30 anni e mi sento più in pace con il mio corpo, più sicura e in armonia, come se non ci fosse più qualcosa contro cui lottare, ma qualcosa insieme al quale lottare. Come persona non binaria per anni ho collaborato con questo collettivo di Brescia di Drag Queen e ho sempre frequentato ambienti queer. Per cui per me la performance, che passa attraverso anche il truccarsi e il vestirsi, aiuta a esprimere delle parti di te che non riesci a tirare fuori nel quotidiano.
Solitamente mi vesto da 'ragazzino', però allo stesso tempo mi piace anche giocare con il fatto di poter essere femme. Non ho un corpo androgino e so che questa parte di me non posso celarla allo sguardo altrui, ma ho capito come farla diventare mia.
Prendi tu il potere.
Esatto. E mi concentro su quello che mi interessa e ci gioco. Diventa una scelta attiva e proattiva. Anche sul palco è così: non perché devo, ma perché voglio.
Adele indossa giacca e gonna a frange PORTS 1971, sandali a listelli GIUSEPPE ZANOTTI, calze GOLDEN POINT.
Ti volevo chiedere se hai delle icone di stile a cui ti ispiri o magari anche solo degli artisti a cui magari pensi quando sei sul palco, anche involontariamente.
C’era questo gruppo che si chiamava Yellow Magic Orchestra, la band di Sakamoto negli anni 80, e giocavano tanto con l'androginia, tanto colore rosso nelle loro copertine, un colore che a me fa impazzire. La loro iconografia mi ispira molto. E poi Saint Vincent che interpreta sempre un personaggio o anche Björk, tutte autrici, produttrici, tecniche della musica, che non hanno paura di confrontarsi con la loro immagine o di essere prese per superficiali perché curano i loro look.
Gilé in pelliccia e guanti MACKAGE, coperta ALONPI
Lasciamoci con una breaking news per il futuro.
Sto mixando un disco perché ho una nuova band, si chiama A Nice Noise e io suono il basso e canto.
Proprio una band, come i Måneskin (ride).
Tu scherzi ma una volta mi hanno chiesto se fossi la bassista dei Måneskin. E io ho risposto: «Sì, mi avete scoperta».
Credits:
Talent: Adele Altro, Any Other
Foto e Art Direction: Sara Reverberi
Creative Direction e styling: Sara Moschini
Location: Grace La Magna St. Moritz
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Tommy Hilfiger apre la stagione delle feste a Venezia
Con un evento esclusivo ricco di ospiti Tommy Hilfiger lancia i suoi look modern prep per le festività. Grazia era a Venezia per scoprire gli abbinamenti a cui ispirarsi e portarvi nella magia della città più bella del mondo
Come ti vestirai a Natale? È una delle domande che abbiamo chiesto agli ospiti dell’evento “A Hilfiger Holiday”, una brand experience che ha portato tanti amici italiani di Tommy Hilfiger a Venezia, per assaporare la dolce atmosfera delle feste in una delle città più eleganti al mondo.
Elisa Maino a Venezia
Simone Bredariol e Matteo Guerrieri a Murano
Ospiti per due giorni del boutique hotel Palazzina Grassi, dove lo stile contemporaneo si fonde con l’eleganza tradizionale veneziana, i talent invitati hanno potuto gustare una cena intima nel rinomato ristorante affacciato sul Canal Grande, partecipare a una sessione di soffiatura del vetro con il maestro artigiano Simone Cenedese nell’incantevole isola di Murano, pranzare al ristorante Quadrino in piazza San Marco per provare le nuove fragranze Tommy Her New York e Tommy New York e assistere a un DJ set del musicista milanese Vittorio Menozzi, ma soprattutto hanno provato e giocato con i nuovi capi della collezione Tommy Hilfiger Holiday 2025 interpretandoli ognuno con la propria personalità e adattandoli alle diverse occasioni.
Il maestro Simone Cenedese nella sua vetreria di Murano ha creato una speciale pallina di Natale con i colori iconici di Tommy Hilfiger
L’esuberante Vic Montanari, ad esempio, amante dei colori e degli abbinamenti inaspettati, ha alternato morbidi jeans e maglioni a losanghe con una longuette A line a pieghe e un collo alto natalizio dalla lavorazione grafica, Ryan Prevedel, epitome del ragazzo preppy, non si è lasciato sfuggire i jeans da indossare con i mocassini lucidi e la cravatta, tipici dell’heritage americana, e Elisa Maino il completo bianco, estremamente versatile. L’attrice Lavinia Guglielman ha optato per un look comodo con pantaloni dal taglio maschile adatti ai trasferimenti sull’acqua e alle attività pomeridiane per poi giocare con i contrasti di gonna in paillettes nera e camicia in cotone bianca della sera.
La digital creator Vic Montanari indossa un'alternativa al classico maglione natalizio
Ryan Prevedel in barca verso Murano
Elisa Maino in completo bianco Tommy Hilfiger
Lavinia Guglielman unisce look androgino con gonna nera in paiette
La coppia Paola Cossentino e Mees Truijens sembra uscita dal frame di un film della Nouvelle Vague. Lei, iperfemminile, con camicia morbida bianca e pantalone nero, e lui, in completo, mentre la giovane Dolma Lisa Dorjee riesce ad esprimere la sua parte più street con il maglione in lana abbinato ai jeans e a cambiare personalità la sera tirando fuori la dark lady ipercool che è in lei grazie all’abito stretch nero con le spalle scoperte.
Dolma Lisa Dorjee al pranzo al Quadrino in piazza San Marco dove ha potuto scoprire la fragranza Tommy Her New York
Il table set per il pranzo al Quadrino con i profumi Tommy Her New York e Tommy New York
Dolma Lisa Dorjee in abito nero lungo
Paola Cossentino e Mees Truijens elegantissimi alla cena a Palazzina Grassi
E ancora: Yusuf Panseri, Mattia Basso, Simone Bredariol e Matteo Guerrieri hanno avuto la possibilità di interpretare per i look daily la maglieria, punto forte della collezione Tommy Hilfiger Holiday 2025 caratterizzata dall’inconfondibile Tommy Crest, lo stemma che raffigura un leone con la spada circondato da una corona di alloro che ritroviamo anche su berretti e sciarpe, per poi trasformarsi in gentlemen con un twist per la sera.
Yusuf Panseri spezza il classico completo e opta per un mix bianco, crema, micro scacchi
Simone Bredariol nel suo look serale
Matteo Guerrieri sceglie il velluto e i pantaloni bianchi per la cena di Natale
Accanto all’esperienza di Venezia, il brand americano porta la storia e il calore delle festività 2025 anche nei negozi di Milano e Roma. Gli ospiti potranno infatti godere di un servizio gratuito di confezionamento regali per tutto dicembre, mentre in alcune giornate ci saranno delle divertenti “Santa’s Mailbox”, un carrello di cioccolato e serate di shopping speciali – momenti coinvolgenti pensati per accogliere i consumatori nella comunità del marchio. Qui il link per iscriversi a tutte le iniziative.
L’evento non poteva concludersi se non con uno speciale Secret Santa, dove i ragazzi e le ragazze hanno potuto scambiarsi i regali, ovviamente tutti pensati per loro da Tommy Hilfiger.
E voi? Siete pronti a vivere un Natale firmato Tommy Hilfiger?
Credits:
Video: Andrea Barbui
Foto: Tommaso Biondo
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