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Lifestyle

I problemi che solo le persone (molto) razionali possono capire

I problemi che solo le persone (molto) razionali possono capire

foto di Marianna Tognini Marianna Tognini — 19 Giugno 2016
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Esistono due tipi di persone al mondo, gli impulsivi e i razionali: se fate parte della seconda categoria ci sono dieci problemi che affrontate regolarmente

Gli inglesi hanno una parola molto comoda per definire le persone (molto, forse troppo) razionali, ed è overthinker.

Liberamente traducibile come rimuginatore di professione, o al suo eccesso paranoico, indica quel nutrito gruppo di persone che impiega una vita per prendere qualunque decisione, e che pare versare sempre in uno stato di analisi cronica.

Uno stato mentale incomprensibile per chi al contrario fa del pensiero rapido e risoluto un cavallo di battaglia e fatica a capire le motivazioni esistenziali insite nei tentennamenti degli overthinker.

Sfogliate la gallery per passare in rassegna tutti i problemi, le sfide quotidiane e le seccature perenni con cui questi individui devono convivere, perché essere un overthinker DOC, di questi tempi, non è affatto semplice.

Oppure fate la spunta dei problemi che riconoscete come vostri, e scoprite quanto siete esseri razionali da 1 a 10.

I problemi degli overthinker

  • L’armadio Preparare la valigia Decidere cosa indossare equivale a dimostrare la teoria dei buchi neri. Il «buco nero» in questione qui è il proprio armadio, un’incognita x da incrociare con le variabili y della temperatura esterna e z degli impegni giornalieri. Il tempo impiegato a provare outfit, interrogandosi sulla reale efficacia e bontà della propria decisione, è paragonabile a quello che una persona normale impiegherebbe per imparare da zero l’alfabeto cinese. Considerato che questo processo vale per ogni volta in cui si debba decidere come vestirsi, moltiplicatelo per una valigia intera.
  • Uscire di casa Il tempo per uscire di casa Provate a cronometrare i minuti che spendete solitamente per uscire di casa. Fatto? Bene, ora considerate che a un overthinker ne serviranno almeno dieci volte tanti. Già, perché tra controllare almeno tre volte di aver spento tutte le luci, il forno e la piastra per capelli, verificare di aver preso gli occhiali da sole, le chiavi della macchina e quelle di casa, abbinare la giacca giusta all’outfit di cui sopra e ricordarsi la spazzatura da buttare, è già trascorsa almeno mezz’ora. D'altra parte l'incubo peggiore è quello di rendersi conto di essersi dimenticati qualcosa.
  • La preoccupazione La preoccupazione, uno stato mentale Gli overthinker nascono preoccupati, su tutto. È nel loro DNA, e non c’è medicina o cura efficace. Sono in ritardo? Si preoccupano. In anticipo? Pure. Sono in orario, ma credono di aver comunque confuso il luogo dell’appuntamento? Idem. Sembra proprio che la frase «Non c’è pace tra gli ulivi» sia stata creata apposta per loro.
  • Prepararsi un discorso Preparare un discorso, ovvero il grande vuoto Se una persona razionale sa di dover sostenere un’importante presentazione, un colloquio di lavoro, o di dover affrontare un discorso delicato, proverà frasi, intenzioni e persino espressioni almeno mille volte nella sua testa. Si allenerà davanti allo specchio, chiederà consigli a chiunque e – una volta arrivato il momento fatidico – comunque, nonostante le infinite prove, non sarà mai soddisfatto della sua performance.
  • Il disagio Il disagio come migliore amico Il dilemma etico di ogni overthinker che si rispetti è la sensazione che accompagna (quasi) ogni istante della sua giornata, «Ho come l’impressione di essermi dimenticato qualcosa». Si tratta di presentimento generatore di disagio, anche perché non si arriva mai a capire che cosa si sia effettivamente dimenticato; e – manco a dirlo – non si viene mai sfiorati da tale dubbio quando, al contrario, qualcosa da ricordare c’era per davvero.
  • I significati nascosti I significati nascosti dietro alle conversazioni Un overthinker trascorre buona parte della propria giornata a decifrare complicati messaggi subliminali che – secondo il suo personalissimo parere – si nasconderebbero dietro qualsiasi interazione con gli altri. Per questo motivo, vive in un perenne stato di incertezza, incapace di capire se il suo interlocutore l’abbia vagamente offeso, o se sia stato lui stesso per primo a lanciare il sasso dell’offesa.
  • Gli sms Gli sms, un campo minato Allo stesso modo delle conversazioni faccia a faccia, anche quelle via messaggio costituiscono un vero e proprio campo minato per gli overthinker. Ritardi superiori a dieci minuti nella risposta fanno partire congetture degne di un analista della CIA, che puntualmente svelano un risvolto tragico: quel «Forse gli è successo qualcosa» è infatti un campanello dall’allarme che tiene conto soltanto dell’ansia del rimuginatore di turno e non del fatto che – banalmente – a volte capita che alle persone si scarichi il cellulare.
  • La spontaneità La spontaneità, questa sconosciuta Essere spontaneo è impossibile per un overthinker: si sentirà sempre a rischio se deciderà di fare qualcosa con due giorni di anticipo anziché con un paio di settimane, o un mese. E il dramma è che non c’è spontaneità nemmeno nel momento in cui andrà a dormire, quando il suo cervello continuerà a lavorare per trovare sempre qualcosa di nuovo per cui preoccuparsi… e spesso questo è costituito dal fatto di non dormire, appunto, abbastanza.
  • Pessimisti cronici Pessimisti cronici? Le persone ormai sono convinte che gli overthinker siano dei pessimisti cronici, quando invece si tratta semplicemente di individui con un’immaginazione molto attiva e fervida… certo, volta spesso a congetturare circa lo scenario più catastrofico e apocalittico possibile. Allo stesso modo, però, riescono a pensare così tanto a qualcosa, da arrivare a visualizzare anche esiti miracolosamente positivi. Per i quali servirebbe un miracolo, appunto.
  • La testa fra le nuvole La testa perennemente tra le nuvole Il loro tratto caratteristico? L’aver sempre la testa tra le nuvole e lo sguardo perso in una specie di spazio indefinito. La conseguenza? A volte rimangono imbambolati a fissare le persone, e altrettanto spesso finiscono per ignorarle accidentalmente. Faticano a concentrarsi su un’unica cosa, perché la loro mente cavalca svariati pensieri nello stesso momento come un surfista immaginario, e anche se vorrebbero davvero ascoltare ciò che il loro interlocutore ha da dire, non riescono mai a ignorare il richiamo del loro cervello perennemente acceso.
  • Facebook Facebook e i social network Va da sé che siano degli stalker nati, capaci di interpretare il vero significato di qualsiasi aggiornamento di status, o quantomeno di elaborare una loro personalissima teoria circa il suo senso letterale. Così come va da sé che la latente vena complottista investa anche foto, tag e geolocalizzazioni, tanto che spesso ci si domanda perché non investano le loro abilità in una carriera investigativa… ma forse impiegherebbero troppo tempo a decidersi.
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