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Lifestyle

Peter Grimes: il racconto morale di Britten alla Scala di Milano

Home » Lifestyle » Tendenze » Peter Grimes: il racconto morale di Britten alla Scala di Milano

Peter Grimes: il racconto morale di Britten alla Scala di Milano

foto di Courtney Smith Courtney Smith — 28 maggio 2012

Fotogallery Peter Grimes: il racconto morale di Britten alla Scala di Milano

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Sono i costumi dell'opera Peter Grimes, in scena alla Scala di Milano.

Per il soggetto di «Peter Grimes» , racconto morale dal sapore amaro, Benjamin Britten si ispirò a un poema di George Crabbe, uno studio sociologico di come il rapporto tra i membri di una piccola comunità e un outsider possa rapidamente deteriorarsi. Nella nuova produzione di questo capolavoro dell’opera novecentesca per il Teatro alla Scala, il regista britannico Richard Jones dà voce a tutta la complessità del personaggio di Peter Grimes.

Praticamente e senza sentimentalismi, Jones ha aggiornato a tempi genericamente moderni l’ambientazione d’epoca (gli anni ’30 dell’Ottocento) dell’originale, vestendo il coro di cittadini e pescatori in pratico poliestere, senza nemmeno un tessuto tartan o uno stivale Wellington a richiamare lo scenario del villaggio di pescatori dell’East Anglia (solo Grimes indossa un paio di tradizionali “Wellies” verdi). Jones ha rimosso i riferimenti materiali del soggetto per limitarsi a nozioni vaghe, astratte e simboliche – il comportamento dispotico di Grimes nei confronti del suo giovane apprendista, la “Britannicità”, il mare stesso – per una dichiarazione sull’universalità della persecuzione. Le scenografie ben costruite di Stewart Laing (autore anche dei costumi) sono costituite da piani che intersecano e attraversano paesaggi sghembi, con un palco disseminato di gabbiani impagliati a dare un tocco  kitsch.

L’atto I si apre nella locanda del Cinghiale, nella versione simbolica di un diner desolato, racchiuso in una scatola, animato da meccanismi che fanno ondeggiare i clienti all’interno al ritmo di una violenta tempesta. Affondato in una cavità sotto il livello del palco appare il coro, di cui si vedono solo le teste senza corpo. Le luci di Mimi Jordan Sherin sono forti e pulite, dal pallido verde prima della tempesta al culmine di fulmini e lampi da attacco epilettico.

Il direttore d’orchestra, l’inglese Robin Ticciati, figura immensa e suggestiva come l’illuminazione, ha dato forma alla partitura di Britten in vividi archi colorati con una tensione sconfinata. I passaggi orchestrali più aperti e scintillanti, dal colore cinematografico e dall’esecuzione più curata, stratificati e profondamente emozionanti, erano in certi momenti più toccanti delle interpretazioni dei cantanti. Forti impeti introducevano terrificanti tempeste e burrasche, culminate nel secondo atto, quando l’apprendista di Grimes (interpretato in modo naturale da Francesco Malvuccio in ruolo muto) scivola da un ripido declivio e precipita nel vuoto.

Anche se i solisti erano messi in ombra dal coro (nel ruolo dei cittadini del borgo) e dalla succulenta partitura di Britten, John Graham-Hall si è magnificamente distinto nel ruolo dello scarmigliato outsider Grimes grazie alla pronuncia cristallina, alla corposa malinconia e alla capacità di infondere ogni parola di sfumature complesse e pregnanti. Ma anche gli altri solisti se la sono cavata nel confronto con la forza minacciosa della folla del coro, che è diventata una potente muraglia sonora durante “Attenti alle folate!”. La vedova Ellen Orford era interpretata da una solida Susan Gritton con una squillante voce di soprano, tenera e straziante, soprattutto nell’aria “La mia àncora ricamata sul petto!”.

Il comandante in pensione Balstrode era interpretato da un potente e capace Christopher Purves. Daniel Okulitch ha dimostrato un’ottima presenza nei panni dell’uomo di legge Swallow, mentre Zietta, la padrona del “Cinghiale”, interpretata da Felicity Palmer, era un ruolo un po’ debole.

Eppure, la vera stella è stato il coraggioso Ticciati, che ha dominato la partitura cristallina di Britten con un successo suggellato già nella prima parte della serata, quando una pioggia di “bravi!” ha salutato la chiusura del sipario alla fine del primo atto e l’inizio del secondo, al ritorno sul podio del direttore. Britten non avrebbe potuto chiedere di meglio.

© Riproduzione riservata

Teatro direttore d'orchestraTeatro teatro La Scala
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Grazia