Fotogallery Paris Hilton, che fine ha fatto? (Risposta: sta salvando l’economia americana)
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Suona strano visto da qui, dal continente in cui Paris Hilton è arrivata famosa ed è rimasta famosa di una fama sempre fine a sé stessa; ma oltreoceano l’ereditiera miliardaria, nipote del magnate degli alberghi, è conosciuta per aver effettivamente fatto qualcosa.
Suona strano visto da qui, dal continente in cui Paris Hilton è arrivata famosa ed è rimasta famosa di una fama sempre fine a sé stessa; ma oltreoceano l’ereditiera miliardaria, nipote del magnate degli alberghi, è conosciuta per aver effettivamente fatto qualcosa.
Poco importa se questo “qualcosa” è un reality in cui, con l’allora amica Nicole Richie, imparava a coniugare la poetica delle ciglia finte con il parto delle mucche (The Simple Life, in onda negli Stati Uniti dal 2002 al 2007): saranno i posteri a giudicare il valore delle sue azioni, noi limitiamoci a constatare che delle azioni ci sono state.
Anche date queste premesse, può giungere comunque inaspettata la notizia che il nome di Paris Hilton (o meglio: il marchio Paris Hilton) potrebbe risollevare l’economia americana, con una fortuna che poco ha a che fare con il business di famiglia. Ne parla il sito del Guardian, l’autorevole quotidiano britannico, quindi ci tocca voltare le spalle agli scetticismi e cercare di capire meglio.
Negli ultimi sei anni Paris ha generato, solo in merchandising , ricavi per oltre un miliardo di dollari. Come spiega, non senza una punta di sarcasmo, la giornalista del Guardian: «È una di quelle storie sui ricchi che diventano ancora più ricchi. Prova che è possibile superare qualunque tipo si ostacolo – mancanza di talento, caparbia ignoranza, occasionale bigottismo – e vincere comunque al gioco del capitalismo in modo così eclatante da portare le persone di economie emergenti a voler comprare le tue borse.»
È già difficile accettare che la sua proverbiale mancanza di talento non l'abbia fatta semplicemente - e giustamente - sparire dalle scene, ma ci tocca anche mandare giù il fatto che l'emblema di quella povertà di contenuti che ha contraddistinto i primi anni 2000 si è evoluta con un certo successo.
Volendole lasciare la parola, lei si definisce «un’autrice, una cantante, un’attrice...». Questo no, non siamo costretti ad accettarlo. Ma dobbiamo riconoscerle che, in un'economia in crisi, le incredibili esportazioni dei prodotti che portano il suo nome sono alle stelle. Secondo quanto dichiarato dal suo manager, l’ereditiera è costretta a rifiutare tra le 12 e le 20 richieste di promozione di altri brand al giorno, tra cui anche quella di una nota marca di fagioli in scatola.
A breve inaugurerà il primo dei suoi beach club nelle Filippine, confermando che il mercato asiatico, utopia degli imprenditori americani, è il vero centro del suo business. E tanto per riconfermare quanto appena detto, un modello della sua nuova linea di occhiali da sole (marchio di fabbrica del look di Paris) sarà venduto esclusivamente in Cina, e uscirà a breve una nuova linea di lenti colorate realizzata apposta per il mercato asiatico.
Vi sentite, come europei, esclusi per l'ennesima volta dalle ragioni del suo successo? Ricredetevi, non lo siete: pare che il vecchio continente sia impazzito per la sua linea di ciglia finte.
Inutile provarci: Paris non sparirà mai.
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