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Grazia

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Lifestyle

Lezioni dalle icone femminili (e femministe) di cinema e tv

Lezioni dalle icone femminili (e femministe) di cinema e tv

foto di Marianna Tognini Marianna Tognini — 6 Aprile 2015
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Dieci lezioni da imparare dalle icone femminili di film e serie tv, perché diventare donna è un viaggio tutt'altro che semplice

Diventare donne è un viaggio tutt’altro che semplice, e più di una generazione è stata indubbiamente influenzata da una serie di icone femminili (e femministe) che – attraverso film e serie tv – con i loro insegnamenti hanno accompagnato il cammino di ognuna verso l’età adulta.

Se a volte era quasi consolatorio notare che le proprie frustrazioni e i propri struggimenti erano gli stessi di un personaggio cinematografico, altre la forza, il coraggio e il sano menefreghismo di alcune protagoniste del piccolo schermo costituivano una spinta al miglioramento.

Dagli anni ’80 a oggi, ecco chi sono e cosa ci hanno insegnato dieci tra le donne più importanti che hanno segnato la nostra adolescenza (e non solo).

Dieci lezioni femministe da cinema e serie tv

  • Joey Potter Joey Potter (Dawson’s Creek) La tenera e (inizialmente) ingenua Joey Potter ha insegnato alle fan di Dawson’s Creek a non perdere mai le speranze e a non farsi buttare giù dalle insidie che la vita dissemina qua e là, siano esse costituite da un ex fidanzato paranoide, da un altro rivelatosi poi omosessuale, da un padre spacciatore e dal fatto di non aver mai messo piede al di fuori della provincialissima Capeside. Ciononostante, la ragazzina non si perde d’animo, studia come una matta, e finisce per andare a vivere a New York col bel Pacey, perché «Se credi in te stesso, anche quando le probabilità non sembrano giocare a tuo favore, tutto è comunque possibile».
  • Alex Owens Alex Owens (Flashdance) La protagonista di una delle pietre miliari della cinematografia anni ’80 è una tipa veramente tosta, che non si scoraggia davanti a nulla e si suda (in senso letterale e figurato) ogni traguardo che desidera conquistare, amore compreso. Il suo mantra è costituito da poche e lapidarie parole – «Chi rinuncia ai propri sogni è costretto a morire» – che le serviranno da guida anche quando lo sconfortante futuro da saldatrice in acciaieria sembra certo. Come non adorarla?
  • Denise Robinson Denise Robinson (I Robinson) Tra tutti i membri della famiglia Robinson, è Denise quella che fatica maggiormente a capire cosa vorrebbe fare «da grande» e dimostra lo spirito più anticonformista e ribelle. Detesta essere messa in competizione con i coetanei e tenta mille carriere prima di abbandonare «il nido», ossia la casa in mattoni rossi a Brooklyn, per trasferirsi allo storico liceo afroamericano di Tutti al college: è qui che – nonostante la sua popolarità – dovrà imparare parecchie lezioni sulla propria pelle, e cercherà di rispondere all’annosa domanda che ha sempre assillato tutti gli studenti intelligenti, ma che non si applicano: «Una persona che prende A è davvero migliore di una che prende C?».
  • Miranda Hobbes Miranda Hobbes (Sex and the City) Avvocato di successo, fiera della propria carriera, spesso cinica, molto scaltra, dovrà sempre fare i conti con una società molto maschilista, che pare non accettare la sua affermazione. È tenace, pratica e concreta; si considera inoltre poco romantica e ancora meno affettiva, convinta di non possedere alcun senso materno. La sua misandria verrà però abbattuta dalla nascita del figlio Brady, e dalla necessità di rivedere le proprie convinzioni e di trovare – una volta passati i trent’anni – un nuovo equilibrio, arrivando infine a rettificare la sua frase-guida «Come se l'amore potesse trasformare le persone e cambiare le molecole… questa è solo una gran balla!».
  • Marissa Cooper Marissa Cooper (The O.C.) «Avere qualcuno che ti sta accanto è importante quando vivi nella diffidenza»: quello che senza ombra di dubbio era il personaggio più coinvolgente di The O.C., non aveva di certo avuto una vita facile. Se si conta una famiglia totalmente assente, una madre cougar, vari tipi di abusi di sostanze, precedenti penali, il suicidio di un’ex fiamma, e il fatto che nessuno comprendesse fino in fondo la sua inquietudine adolescenziale. Prima della tragica fine, ciò che ha tenuto i fan incollati al teleschermo sono stati gli sforzi della giovane Marissa per trovare se stessa in un mondo in cui la ricchezza sembrava poter comprare tutto, tranne che la felicità.
  • Jenny Mellor Jenny Mellor (An Education) Jenny è una di noi. Studentessa brillante, diligente, amata (forse pure troppo) dai suoi genitori, che credevano sempre di sapere quale fosse il meglio per lei, sembra buttare al vento le proprie possibilità quando si innamora. E l’amore – per l’uomo sbagliato, ovviamente – la porterà a confrontarsi col fallimento, a guardarlo in faccia, e a decidere di rialzarsi con fatica e riprendere le redini della sua vita e dei suoi sogni. Perché, come lei stessa ammette, «L'azione è carattere, e se non facciamo mai niente non saremo nessuno».
  • Lane Kim Lane Kim (Una mamma per amica) Migliore amica di Rory dai tempi dell’asilo, era la ribelle Lane Kim la vera eroina della serie tv. Cresciuta da una madre coreana – beh, forse più una dittatrice – fissata con la religione, che di lei disapprovava tutto, la ragazzina ha dovuto compiere uno sforzo titanico per trovare se stessa, scappando di casa per poter coronare il suo sogno di suonare la batteria in un gruppo rock e tingersi i capelli di viola, come una qualsiasi teenager della sua età. Anche l’animo anarchico di Lane giungerà però a un compromesso, riuscendo a trovare inaspettatamente un punto d’accordo con quella madre che pareva distante anni luce e ad abbandonare un po’ quel sarcasmo che «non mi si addice, ma mi mantiene viva».
  • Katherine Watson Katherine Watson (Mona Lisa Smile) Più che l’anticonformismo di Miss Watson, qui le vere protagoniste sono le evoluzioni – in alcuni casi delle vere e proprie «rivoluzioni» – delle sue allieve, che metteranno in discussione l’universo preconfezionato in cui fino ad allora avevano fermamente creduto, per ampliare i propri orizzonti e vedere il mondo con occhi diversi. Anche qui ci si scontra con il crollo delle proprie illusioni e con l’obbligo di fronteggiare i propri fallimenti a testa alta, senza fissarsi sulle convinzioni (e convenzioni) imposte dall’alto, per scoprire che «Non tutti quelli che vagano sono senza meta… soprattutto non coloro che cercano la verità oltre la tradizione, oltre la definizione, oltre l’apparenza».
  • Adele Adèle (La vita di Adèle) La protagonista di una delle pellicole più chiacchierate degli ultimi anni è una quindicenne con la stessa confusione sessuale di tante sue coetanee, timida e schiva, che non riesce a condividere la fissazione delle proprie amiche per i ragazzi. «Ho l'impressione di fare finta, di fare finta su tutto. A me manca qualcosa», confesserà all’inizio del film, e quel «qualcosa» lo troverà in Emma, con la quale inizia una complessa relazione fatta sì di momenti felici, ma anche di pianti, sesso mostrato senza filtri, solitudine e incomprensioni. La ricerca della propria identità è quasi sempre un percorso accidentato e, soprattutto, inarrestabile: anche quando si credeva di aver trovato stabilità e felicità, queste – in un attimo – possono scomparire. Ma ciò non significa che non si sia obbligati ad andare comunque avanti.
  • Persepolis Marjane Satrapi (Persepolis) È una storia di formazione quella raccontata da Persepolis, cartone animato del 2007 tratto dal romanzo a fumetti autobiografico di Marjane Satrapi e premiato agli Academy Awards. La piccola Marjiane, nel suo passaggio dall’infanzia, all’adolescenza, e infine all’età adulta, dovrà trovare il difficile equilibrio tre l’orgoglio per le proprie origini, il desiderio di libertà, la solitudine, l’idealismo e la difficoltà nel capire chi essere e – soprattutto – dove collocarsi nel mondo. Con l’amara consapevolezza che «Avevo conosciuto una rivoluzione che mi aveva fatto perdere parte della mia famiglia. Ero sopravvissuta a una guerra. E una banale storia d'amore per poco non mi stroncava».
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