Monolocali spacciati per loft, case senza finestre (ma «graziose e confortevoli») o prezzi da impallidire: gli incubi ricorrenti di chi cerca casa a Milano
Trovare casa a Milano crea molta confusione nella testa di chi la sta cercando. Innanzitutto mette in dubbio la propria conoscenza delle parole italiane: aggettivi come “spazioso”, “elegante”, “confortevole”, o peggio di tutti “grazioso”, hanno in realtà tutto un altro significato.
Si scopre infatti che “grazioso” è praticamente un insulto.
Grazioso è l'aggettivo dei monolocali che hanno il bagno in camera e la camera dentro al soggiorno e il letto è nascosto nell'armadio, che è anche una cucina. La prossima volta che qualcuno mi definisce “graziosa” giuro che mi offendo.
Dopo sei anni a Milano, poi, non ho ancora capito bene cosa distingue il loft dal monolocale. Come non capisco la differenza tra aperitivo e apericena, Area C e Zona Traffico Limitato.
GLI ANNUNCI IMMOBILIARI
Leggere le descrizioni di certi appartamenti è come sentire una ragazza che vuole far conoscere l'amica bruttina a un amico, e che alla domanda «È figa?» risponde dicendo «Ha un gatto veramente morbido e anche un ottimo senso dell'orientamento».
L'appartamento a Milano, però, nello specifico, è come se questa amica bruttina fosse l'unica opzione possibile, costasse 900 euro al mese e avesse delle perdite non identificabili continue. E come se, tra l'altro, il ragazzo in questione dovesse rischiare di essere rapinato ogni sera quando va da lei, per via della zona mal frequentata.
Poi ci sono degli appartamenti che sono più come delle escort di altissimo livello: sono bellissimi, ma ti chiedi quanto costa mantenerli (e infatti solo le spese condominiali superano il budget del tuo intero affitto). Quando li vedi nella ricerca dei vari siti immobiliari capisci che è il momento di applicare il filtro della soglia massima di prezzo, perché solo le foto ti fanno stare male e sentire povero come quando passano i giapponesi con seimila sacchetti in Montenapoleone, mentre tu stai correndo per pagare il parcheggio sotterraneo prima che scatti la seconda ora.
IL PIANO B: I COINQUILINI
Certo, c’è sempre la possibilità di scegliere una camera in affitto e condividere l’appartamento con altre persone. In questo modo però non solo ci si deve preoccupare della casa, ma anche delle persone che già ci vivono dentro, e in questo caso la probabilità è a nostro sfavore: quasi sicuramente saranno dei pazzi che riusciranno a camuffare le loro sporche abitudini giusto i primi tre giorni, il tempo necessario perchè voi firmiate il contratto di locazione.
Tra l'altro ho sempre voluto prendere una casa con una camera in più per poter fare finta di volerla affittare e intervistare i vari pretendenti coinquilini, solo per fargli un sacco di domande personali, tipo: quante volte vai in bagno? A che ora ti svegli? Sei fidanzata? Se dovesse prendere fuoco la casa, quali sono i tre oggetti che porteresti con te? Hai mai lavato un chihuahua? Come vedi evolversi il nostro rapporto tra tre mesi? Sai mantenere un segreto? Una volta al mese devo ricevere delle persone di cui non mi fido, tu hai il porto d’armi?
Tutto questo, senza avere poi assolutamente intenzione di affittare la stanza. E d'accordo, ho appena realizzato di rientrare anch’io nella categoria dei coinquilini pazzi.
QUELLO CHE C'È IN GIRO
Nel frattempo ho visto case con termosifoni da attaccare al muro con la spina, con tanto di raccomandazioni dell’agente immobiliare: «Mi raccomando di notte spegnilo e anche quando esci, se no prende fuoco tutto», chiari abusi edilizi di appartamenti costruiti sopra box auto che quando il vicino parcheggia ti trema il letto e salta la luce, annunci con scritto «Appartamento in zona Duomo/Baggio/Tortona/Castello» (forse dentro a un tram? o magari una roulotte?), seminterrati con una sola presa d’aria giustificati con la frase «Vedrai come si sta al fresco qui d’estate», agenti immobiliari che giustificano l’assenza della cucina come se a Milano fosse out («Ma qui tutti mangiano fuori, fai delivery o il brunch»).
LA CONCLUSIONE
È stata dura, ma è finita bene: è la mia terza notte nella mia nuova casa a Milano, i vicini sono silenziosi, il portinaio è gentile, non devo attaccare il termosifoni con una spina e avere l’estintore sempre a portata di mano, ho una pizzeria proprio sotto casa (che è una delle caratteristiche su cui non transigo) e sono dotata di ogni comfort (per esempio l’acqua calda, una porta più o meno blindata e un quadro giallo in camera).
L’unica cosa è che non sono ancora riuscita a prendere neanche una volta il tram davanti al palazzo, che però sento passare ogni tre minuti nel cuore della notte.
Disegno di @bess_fashion su Instagram
© Riproduzione riservata