Fotogallery Due chiacchiere con Dimartino in occasione del concerto di Milano
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Dimartino non ha ancora deciso chi essere (e speriamo non lo faccia troppo presto). Ve lo presentiamo meglio
Dimartino viene definito cantautore, ma lui fa spallucce e pubblica un ep che è una virata verso il mondo dell'elettronica. In attesa della data milanese di stasera all'Arci Biko, abbiamo fatto due chiacchere con lui a proposito di musica, video e del suo interminabile tour.
Partiamo da «Non vengo più mamma», il tuo ultimo ep. Un concept album, un inno alla dolce morte, illustrato dal fumetto di Igor Scalisi Palmentieri e con i tuoi dialoghi. Claudio e Maria, i due protagonisti del fumetto, sono due adolescenti che scelgono la morte in onore di una conoscenza più alta. Niente drammi alla Romeo & Giulietta, anzi una certa drammaticità c'è: lo scegliere la morte serenamente. Come mai hai affidato la voce del tuo terzo lavoro a questi due candidi adolescenti?
Mi piaceva l’idea di non limitarmi a scrivere un ep soltanto di canzoni. L’ep ti lascia una libertà creativa più ampia, perché forse non senti la responsabilità del “disco” e quindi mi sono divertito a sperimentare. La storia del “kit della dolce morte” è qualcosa di forte che mi ha incuriosito e turbato quando ne ho sentito parlare un po’ di tempo fa. Mi piaceva che i due giovani personaggi della storia scegliessero in maniera consapevole la morte, senza pensare a coinvolgimenti di ordine sociale o legati alla crisi economica, ma soltanto per un motivo puramente filosofico. Immagina di non avere un corpo e di non fare le cose che siamo abituati a fare: la spesa, prendere l'autobus, commuoversi per un film. (È un dialogo tratto proprio dal fumetto)
Come per il tuo lavoro precedente, anche «Non vengo più mamma» è stato prodotto da Dario Brunori e distribuito dalla Picicca Dischi, ma questa volta ci proponete sei pezzi caratterizzati da una sonorità electro pop, vi ha ispirato qualche nuovo ascolto?
Abbiamo sempre ascoltato cose anche diverse da quelle che poi abbiamo messo nei dischi. Penso sia fondamentale confrontarsi con altri generi. Dietro a un cambiamento di rotta ci sono persone come i ragazzi di Picicca che ti consentono di poter scegliere che tipo di disco fare in quel preciso momento della tua vita.
Con «Sarebbe bello non lasciarsi mai, ma abbandonarsi ogni tanto è utile» sei definitivamente entrato nella lista d'oro dei nuovi (e bravi) cantautori italiani mentre con questo ep abbiamo conosciuto un Dimartino innamorato di un suono più sintetico. Musicalmente, possiamo dire che ancora non hai deciso chi vuoi essere?
Sì, possiamo dirlo: non ho ancora deciso, e spero di farlo il più tardi possibile.
Deve essere seccante l'idea di scegliere a tutti i costi: ci piace recensire, riordinare il caos dei nostri ascolti e sistemare le cartelle iTunes secondo il genere… Con quale artista italiano vorresti collaborare per divertirti a confondere i puristi musicali?
Avrei risposto Fred Bongusto, ma non si può per ovvi motivi.
Anche i tuoi video raccontano un po' di questa tua voglia di liberarti dell'etichette: da una parte penso alla delicatezza di «Non siamo alberi» (con questo nudo che mi ha fatto immediatamente pensare all'iconica copertina di Rolling Stone con John Lennon e Yoko Ono), dall'altra il video di «No autobus», un'opera digitale in 3D che potrebbe benissimo adattarsi a un pezzo degli M83. Stilisticamente diversi, ma tutti e due figli dello stesso regista, Giacomo Triglia. Come lavorate sulla scelta del video?
In generale mi annoiano i videoclip con la band che fa finta di suonare, mi piace pensare il video come un’opera che potrebbe vivere a prescindere dalla canzone e Giacomo è uno che sa lavorare in questa direzione. Mi piacciono i videomaker attenti ai cambiamenti stilistici, quelli non per forza legati alla moda del momento, ma più a un modo di scegliere le immagini che inevitabilmente segua il tempo che viviamo.
Il lungo titolo del tuo secondo album, il concepire un video come una storia a sé, il vinile completo di fumetto per «Non vengo più mamma», in una cornice musicale perennemente social friendly, condivisibile, hashtaggabile, mi sembra di capire che sei uno a cui piace la musica materica, ti piace in qualche modo possederla, sbaglio?
Mi spaventa la smaterializzazione totale della musica, il fatto di non poter toccare più un supporto in cui è contenuta, capisco i vantaggi ma gli svantaggi mi terrorizzano. Cosa prenderà il posto dei dischi negli scaffali delle nostre librerie? Ci metteremo tanti hard disk uno sopra l’altro?
Hai contribuito alla raccolta «Cosa volete sentire», a cura di Chiara Baffa per Minimum Fax, con un pezzo che ho trovato molto divertente. La mia parte preferita è quando racconti di come gestirai il concerto: sai quando presentare la band, quando chiudere gli occhi e quando esibirti in un monumentale assolo. È passato più di un decennio dal rovinoso concerto descritto in quel racconto, ma una cosa è rimasta: tu e i tuoi compari (Giusto Correnti e Angelo Trabace rispettivamente percussioni e tastiere) non siete soliti a risparmiarvi sul palco! Con questo nuovo ep è cambiato qualcosa nel vostro approccio al live?
È passato più di un decennio, a quel tempo non conoscevo ancora Angelo mentre con Giusto suonavamo già insieme. Abbiamo condiviso esperienze assurde nei peggiori bar dell’entroterra siciliano, molto formative per noi. Credo che per noi tre sia di gran lunga più importante il live rispetto al disco stesso, è una condizione ideale e l’unico modo che ha la musica oggi per potersi salvare dai mercati. Col nuovo ep abbiamo soltanto aggiunto un po’ di elettronica e po’ di improvvisazione.
Abbandonarsi è utile e il tour è inevitabilmente un abbandono: per un periodo dici addio alle mura di casa e via libera a interviste, imprevisti sulle autostrade italiane, locali e pubblico diversi ogni giorno… Com'è il clima di un tour dei Dimartino?
È come se stessimo in viaggio d’istruzione però senza i professori, con tutto quello che ne consegue.
A proposito, ormai il tour si sta per concludere. Come i parenti impiccioni, quelli che ti incontrano prima di partire per le vacanze, ti chiedo: sai già cosa farai dopo?
Siamo in tour dal maggio del 2012, proprio dall'uscita del mio secondo album, quindi sarà dura restare in una città per più di due settimane. Proprio ieri pensavamo di fare un giro perlustrativo in America Latina...
Scopri le ultime date del Non vengo più mamma tour:
21.11: Circolo Arci Biko, Milano
22.11: Vinile, Bassano del Grappa
23.11: Arci Tom, Mantova
28.11: Apartaménto Hoffman, Conegliano
29.11: Tetris, Trieste
30.11: Tender club, Firenze
© Riproduzione riservata
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