Cantare a squarciagola riduce lo stress
Ottimo per calmare, rilassare, aumentare il buonumore e ridurre l’ansia, cantare rende felici: ecco tutti i benefici che porta
Cantare allevia l’ansia, riduce lo stress e mette il buonumore.
È la scienza che lo dice, non una Principessa Disney (che, si sa, ama cantare più di ogni altra cosa al mondo): da un’indagine svolta dall’università di Francoforte e pubblicata sul Journal of Behavioral Medicine è emerso che il canto riduce la produzione del cortisolo, l’ormone dello stress che abbassa sia l’umore sia le difese immunitarie.
Acerrimo nemico della serotonina, l’ormone antagonista che invece fa salire il buonumore, una volta messo k.o. vien da sé che l’allegria aumenti.
Anche l’ateneo di Goteborg, in Svezia, è arrivato alla conclusione che il canto riduce lo stress e favorisce la concentrazione (e quindi la produttività) grazie alla produzione di endorfine e ossitocina che stimolerebbe.
Ecco come ricreare sotto la doccia, in macchina, sotto la pioggia e dovunque vogliate i benefici che lo Zecchino d’oro ha prodotto sulle nostre menti, ai tempi totalmente scevre di ansia, depre e stress.
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Rimedio anti ansia
Grazie all’uso del diaframma, il più importante muscolo respiratorio che viene usato anche quando si fa un bell’acuto, il canto svolge una funzione molto simile agli esercizi di respiro controllato che fanno dello yoga un pot-pourri di calma e zen.
Cantare dunque è in grado di alleviare l’ansia proprio come meditare.
Cantare sotto la doccia
È uno dei luoghi comuni del canto: farlo sotto la doccia.
Questa millenaria tradizione che ci tramandiamo dal bisnonno Sapiens in avanti è molto benefica per la psiche poiché riduce lo stress sia grazie al canto diaframmatico sia attraverso lo scroscio di acqua che aumenta il livello di relax.
Oltre alla psiche, i benefici dello shower singing sono ben visibili anche sul corpo: il viso guadagnerà in tonicità ed elasticità grazie alla ginnastica muscolare provocata dall’azione del cantare e all'idromassaggio.
Cantare ai concerti
La scienza non è ancora riuscita a spiegarsi come mai un fan della tal band o del tal cantante, quando finalmente ce l’ha davanti e può sentirlo esibirsi live, copre invece la sua voce con la propria (spesso stonatissima).
È difficile resistere alla tentazione di cantare a squarciagola ai concerti e il motivo va ricercato nella psiche: dell’effetto rilassante del canto diaframmatico abbiamo già parlato ma non è stato ancora detto nulla a riguardo dell’effetto gregge, anch’esso importantissimo.
Sentirsi parte integrante di un gruppo così folto come quello che assiepa le platee dei teatri o degli stadi durante uno spettacolo musicale rende lo show ancora più coinvolgente.
La mania del karaoke
Altra cosa che la scienza e la comunità medica non riescono ancora a spiegare e a spiegarsi è la mania dilagante del karaoke.
Non è stata solo una sbandata anni Novanta, uno di quei trend folli tipo i ciucciotti di plastica colorata da attaccare allo zaino Invicta che sono stati ben presto congedati con disonore dal dress code Nineties: macchè, il karaoke è un culto che tutt’ora miete proseliti in tutto il mondo!
Dai locali specializzati ai kit domestici, dai Social Network per soli appassionati karaoker ai blog in cui ci si scambia consigli su basi midi agghiaccianti e su come arrivare a fare l’acuto di Adele nella maniera meno stomachevole, il karaoke dal mondo analogico targato Novanta è passato anche a miglior vita, ossia quella 2.0 del web odierno.
Anche un sacco di film cult lo hanno immortalato, da Harry ti presento Sally a Lost in Traslation. Forse alla base (midi) sta il vecchio proverbio: canta che ti passa.
Cantare in coppia stimola la passione
A proposito del titolo cinematografico di cui sopra, cantare in duetto stimola la fiammella che scalda la passione.
Una delle coppie che meglio hanno reso l’idea di quanto cantare in due faccia bene al rapporto non è né quella formata da Danny e Sandy in Grease né l’accoppiata Violetta-Alfredo de La Traviata bensì Harry e Sally.
Nel film che li mette a titolo, Harry ti presento Sally, la scena del karaoke è uno snodo fondamentale che fa prendere alla storia una direzione nuova: quella d’amore.
Cantare per ritrovare se stessi
Per ritrovare la propria anima e scavare a fondo riportando alla luce il proprio io, il canto è la manna dal cielo.
Alla base anche delle litanie e delle cerimonie liturgiche in genere, il canto pare avvicini a Dio o chi per esso.
Un modo per conoscersi davvero, per sentire le vibrazioni del diapason interno, per percepire l’aria inspirata e poi espirata e vivere così quell’hic et nunc, il qui ed ora da cui l’uomo moderno si allontana ogni giorno di più.
Insomma: cantare potrebbe far parte della gamma di esercizi di Mindfullness!
Canticchiare mentre si mangia
Non c’è medico né nutrizionista che lo ammetterebbe mai, eppure canticchiare mangiando è un antistress fenomenale che si rivela in grado anche di fare mangiare meno.
Nei tantissimi casi in cui si sta mangiando proprio per alleviare l’ansia, la componente canora risparmierà un bel pezzettone di cioccolato a chi la sperimenta.
Attenzione però a non ingolfarsi, a non fare andare di traverso il boccone e nemmeno a deglutire troppa aria assieme al cibo, altrimenti le conseguenze saranno tutt’altro che piacevoli e l'acuto sarà per il dolore.
Singing in the rain
Un canto sotto la doccia più estremo è quell’altro celeberrimo, messo a titolo da uno dei capolavori cinematografici anni Cinquanta.
Anche in questo caso i benefici sono apportati dall’atto di cantare e dalle gocce d’acqua che scorrono sulle gote.
Ma in questo caso l’effetto rilassante è ancora più intenso poiché gli indumenti inzuppati di pioggia, i capelli intrisi d’acqua e gli sguardi attoniti dei passanti muniti di ombrello contribuiranno a creare il terzo trucco basilare per allentare lo stress: la risata a crepapelle.
Provate a trovarvi in una situazione da teatro dell’assurdo come questa e vedrete che alla vergogna subentrerà il divertimento puro che vi riporterà alla verde età fanciullesca costellata di salti nelle pozzanghere e menefreghismo a iosa.
Cantare in auto
Secondo una ricerca da poco pubblicata sulla rivista di settore Frontiers in Psychology, cantare in automobile fa benissimo.
L’effetto calmante e rilassante di questa pratica eguaglierebbe infatti quello delle discipline yogiche.
Secondo un’indagine della Nissan, interessata alla tematica del canto su quattro ruote poiché sulla sua nuova Micra ha montato un impianto Bose dedicato ai musicofili più canterini, è emerso che un italiano su due canta in macchina (circa il 49%) e lo fa innanzitutto per aumentare il livello di buonumore (51%), scacciare lo stress (46%), combattere la noia (38%).
E ancora, la ricerca Nissan ha fatto emergere che il 25% lo fa in compagnia mentre il 21% preferisce esibirsi da solista.
Cantare in mezzo alla gente
Esibirsi in acuti, ritornelli, strofe intere, rap o ninna nanne mentre si è in mezzo alla gente è una pratica altamente benefica.
Anche qui vale la legge sacra del “fregarsene di quello che la gente pensa”, uno di quei traguardi che apportano non poche tacche di saggezza a chi riesce a raggiungerlo.
Oltre a questo effetto benefico che provoca l’accorgersi di stare facendo qualcosa senza badare alle reazioni di chi ci circonda, anche l’atto del canto in sé apporterà effetti top sulla psiche.
È bene però riconoscere la situazione più adatta per un bell’exploit canoro: in certi casi in cui non ci stia come il cacio sui maccheroni, meglio rimandare onde evitare un TSO coi fiocchi.
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