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Lifestyle

Ailyn Perez: il primo talento messicano a vincere il Richard Tucker Award

Home » Lifestyle » Tendenze » Ailyn Perez: il primo talento messicano a vincere il Richard Tucker Award

Ailyn Perez: il primo talento messicano a vincere il Richard Tucker Award

foto di Courtney Smith Courtney Smith — 14 novembre 2012

Fotogallery Ailyn Perez: il primo talento messicano a vincere il Richard Tucker Award

  • Ailyn Pérez and Stephen Costello at Richard Tucker Foundation     Gala Ailyn Pérez and Stephen Costello at Richard Tucker Foundation Gala Ailyn Pérez e Stephen Costello
  • Ailyn Pérez and Stephen Costello Ailyn Pérez and Stephen Costello Ailyn Perez e Stephen Costello
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  • Ailyn Pérez at Richard Tucker Foundation Gala Ailyn Pérez at Richard Tucker Foundation Gala Ailyn Perez al gala
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Ailyn Tucker, soprano di orgine messicana, ci racconta l'emozione di vincere il Richard Tucker Award.

Come vincitrice del premio conferito quest’anno dalla Richard Tucker Music Foundation, la soprano messicano-statunitense Ailyn Pérez ha ricevuto 30.000 dollari, ma soprattutto è la prima vincitrice di origine latinoamericana nei trntaquattro anni di storia del premio. Lo scorso 11 novembre è stata l’ospite d’onore al trentasettesimo Richard Tucker Gala a New York, e per l’occasione ha indossato sandali con tacco a spillo e plateau di Jimmy Choo abbinati ai molti vestiti indossati – Ella Bella per RoZio Couture e un abito in faille rosso di Oscar de la Renta – e agli scintillanti gioielli forniti in prestito esclusivo da Cartier.

Nata a Chicago da genitori immigrati dal Messico, Pérez si è diplomata in canto nel 2001 all’Indiana University per poi proseguire presso la Academy of Vocal Arts di Philadelphia, concludendo gli studi nel 2006. Nel 2005, mentre cantavano insieme ne «La Bohème», l’amicizia che da due anni la legava al compagno di scuola Stephen Costello si è trasformata in amore. Si sono sposati nel 2008.

Due giorni prima del gala, Grazia.it ha fatto qualche domanda a Pérez mentre si trovava a Miami, impegnata nelle prove per La Bohème, la cui prima è prevista per il 17 novembre alla Florida Grand Opera.

Com’è essere la vincitrice del Richard Tucker Award?
È un grandissimo onore. È sentire che il tuo Paese e tutta la comunità dell’opera ti sostengono. Aver ricevuto questo premio significa che ogni volta che salirò sul palco, continuerò la strada tracciata da Richard Tucker. È una cosa straordinaria. Sono fuori di testa dall’entusiasmo!

E com’è essere la prima cantante ispanica che riceve il premio dopo trentaquattro anni dalla sua istituzione?
È già una cosa molto speciale essere scelta, a qualsiasi punto della carriera da cantante lirica. Sono la prima, ma non credo che sarò l’unica ispanica nella storia del premio – questo è solo l’inizio. È bellissimo pensare di poter essere un’ispirazione o un punto di riferimento per qualcuno. È un’esperienza gratificante, che allo stesso tempo fa pensare al duro lavoro che molti hanno fatto e continuano a fare per portare la lirica nelle comunità, tra la gente. È importantissimo che questo lavoro continui a essere sostenuto.

Tuo marito, il tenore Stephen Costello, ha vinto il Richard Tucker Award nel 2009. Raccontaci cosa vuol dire essere sposata con un cantante lirico.
Quando ti innamori, non ti interessa che mestiere faccia il tuo amato, ma ci sono sicuramente dei vantaggi nel fare lo stesso lavoro. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda quando si parla dell’importanza della musica e siamo felici di poter condividere questi momenti di straordinaria bellezza sul palco. Il problema è cercare di vedersi a sufficienza a dispetto delle rispettive agende fitte di impegni e riuscire a crescere.

Il 17 novembre canterai Mimì ne «La bohème» di David Gately alla FGO. È la quinta volta che canti in questo ruolo. Ti identifichi nel personaggio?
Mimì è uno dei pochi ruoli che ha subito senso dal momento in cui comincio a cantare. Si adatta bene al mio carattere. È complessa. È forte e indipendente e può farcela da sola, ma ha anche una semplicità e una fragilità con le quali posso relazionarmi. Man mano che cresco, è un ruolo che continua a evolvere.

Chi sono le persone (donne e uomini) ispaniche che sono state un modello per te?
Quand’ero piccola i miei punti di riferimento erano cantanti come Rocío Dúrcal, Juan Gabriel e Gloria Estefan. Ma anche le attrici: mi ricordo il momento in cui Hollywood si decise finalmente a celebrare la bellezza delle donne ispaniche, dopo l’interpretazione di Salma Hayek in «Desperado». Oggi ci sono Rosario Dawson e Sofia Vergara. Ma quando ho cominciato a studiare l’opera, ho scoperto cantanti come Montserrat Caballé e Plácido Domingo. Nel 2008, quando ho cantato al Festival di Salisburgo nel «Roméo et Juliette» di Gounod, il tenore Rolando Villazón mi ha sollevata in aria e ha gridato “Viva Mexico!”.

© Riproduzione riservata

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