Chiara Biasi: vi diciamo chi è davvero
Chi è davvero Chiara Biasi, l'influencer che nel filtratissimo mondo di Instagram vuole poter essere senza filtri
Per essere una che nel filtratissimo mondo di Instagram amministra un impero, Chiara Biasi è incredibilmente senza filtri, o #nofilter che dir si voglia.
L'abbiamo scoperto leggendo in anteprima il suo libro (Chiaroscuri, edito da Mondadori Electa e in uscita il 21 Febbraio) e, non contenti, subissandola di domande.
Vi raccontiamo tutto quello che abbiamo scoperto su di lei.
Innanzitutto: Chiara Biasi chi è
A informazione di chi non fa parte del milione e trecentomila persone che la seguono su Instagram, Chiara Biasi è un'influencer - una signora influencer, già che vanta numeri da record - friulana di nascita e milanese d'adozione, che appena ventenne con il blog Chiarabiasi.com (e poi con i consequenziali profili social) è riuscita laddove migliaia di altre hanno solo inutilmente provato: ha raggiunto il successo.
Fidanzata con il calciatore Simone Zaza, oggi ha 26 anni (27 il prossimo 28 marzo) ed è, come non manca di sottolineare, nata sotto il segno dell'Ariete.
Da qualche anno disegna una collezione di costumi da bagno («Non ne trovavo mai che mi piacessero davvero e ho pensato di disegnarmeli da sola - nel farlo ascolto anche molto suggerimenti e richieste delle mie follower») e di occhiali da sole, oltre a collaborare con diverse aziende di moda. Vive tra Milano, Londra e gli infiniti alberghi dove si ritrova a soggiornare per lavoro.
NON È UNA FASHION BLOGGER
Al contrario della collega e omonima Ferragni, Chiara Biasi non è una fashion blogger, ma, semmai, una lifestyle blogger - anche se la definizione corretta oggi è social media influencer. Cosa significa? Che con le sue foto riesce a influenzare (e lo fa davvero) i gusti di chi la segue e il mercato.
Perché Chiara Biasi ha scritto un libro?
Il libro di Chiara Biasi parla, nemmeno troppo a sorpresa, di Chiara Biasi.
«Chiaroscuri» è una biografia scritta sotto forma di dizionario, in cui l'influencer si racconta senza tabù e, dicevamo, senza filtri abbellenti, dall'A (di Alessio, il fratello) B (come blog) C (come Chiara, un nomen omen, perché le piacciono sincerità, trasparenza e immediatezza) alla Z di zingara (perché fin da bambina si sente a suo agio dappertutto).
In mezzo, l'intervento al seno (spiegato come la soluzione sbagliata a un momento di insicurezza sentimentale, che oggi non rifarebbe), l'ischemia di cui ha sofferto a vent'anni e che ha cambiato tutte le sue priorità, e la T di tatuaggi (già che ne ha più di trenta).
Le abbiamo chiesto perché l'ha fatto (e molto altro).
Il libro è per farti conoscere meglio dai followers o per cercare di farti conoscere meglio dagli haters?
«Ho scritto di me per raccontare una persona che nonostante tutto ne ha passate tante (nel libro ce n'è solo una spolverata, o sarebbe diventata un'enciclopedia di 50 volumi) e che affronta sempre e da sempre tutto con forza e da sola, da quando ho 19 anni, con le mie gambe. Parlo di quanto importante sia l'indipendenza, e di quanto questo valore sia importante per me».
«Forse l'ho fatto per dire che siamo tutti sulla stessa barca, e che fingere di essere qualcosa che non si è porta al male peggiore: l'infelicità. Io sono così, non obbligo nessuno ad amarmi, posso piacere o no, come tutti, ma impariamo (e lo dico in primis ogni giorno a me stessa) a non giudicare le persone da ciò che fanno. Dietro un selfie può esserci un sorriso forzato, dietro Photoshop un'enorme insicurezza: tanto colore serve a mascherare molto buio... pensiamoci tutti un po' di più prima di puntare il dito».
A proposito di filtri (di Instagram)
Che rapporto hai con i filtri di instagram?
«Li odio. Tutte le volte prendo lo scatto, lo modifico per un'ora, e poi lo metto al naturale. Sono il modo più frequente che ho per perdere tempo».
Hai uno o più filtri preferiti?
«Sì, uno rende i colori più definiti e l'altro è un bianco-nero, ma li cambio a periodi alterni».
Chiara Ferragni tempo fa ha detto che Valencia è il filtro migliore per le bionde - ne hai uno da suggerire alle more?
«Lo-Fi, che fa le labbra rosse rosse, e Inkwell».
Quante e quali foto postare su Instagram
E come esibizionismo: quante foto ha senso postare ogni giorno?
«Massimo 3 o 4. Io ne metto a volte zero o una, altre volte di più. Se c'è un lavoro di mezzo non bado troppo al numero di contenuti».
Hai una foto preferita?
«No, non ne ho una... ne ho tantissime! Se proprio dovessi sceglierne una sola però forse sarebbe una mia foto in braccio a nonno Leonardo, avevo 2 o 3 anni, eravamo in montagna in Trentino, come ogni estate. Ci guardiamo negli occhi, io gli stringo le orecchie e sorrido con gli occhi oltre che con la bocca. Quella foto è stupenda: è amore, famiglia, protezione. Tutto».
Quali sono soggetti e hashtag che funzionano di più?
«Sui social? Animali domestici, bambini e fiori. E poi il cibo, il solito hashtag #foodporn per intenderci».
Social network e privacy
Nel libro scrivi che chi ti conosce solo sui social ti immagina molto diversa da come sei nella realtà, ma allora quanto bisogna essere sinceri raccontando la propria vita sui social?
«Ognuno è libero di scegliere cosa fare ovviamente, ma per quanto mi riguarda preferisco non dare troppo in pasto alla gente il mio privato. È un discorso che vale sui social ma anche nella vita privata e non significa fingere, ma avere ben chiaro che esiste un limite - che deve esistere un limite - tra quello che è pubblico e quella che invece è la tua vita».
L'hai imparato tuo malgrado?
«Diciamo di sì, di me ne hanno dette tante, ma ora della mia quotidianità non pubblico quasi nulla. All'inizio non era così, pubblicavo comunque per tenere vivo il profilo, poi ho capito (negli ultimi 6-8 mesi) che le mie giornate vissute al 100% hanno un valore inestimabile, che due like o followers in più non ti darebbero mai».
Quanto è vera Chiara Biasi
D'inverno dormi con una tenuta che definisci antisesso perché sei freddolosa, e scrivi che se un ragazzo continua a stare con te dopo averti vista in quel modo allora deve essere un sentimento autentico. Vale lo stesso discorso con i followers? È giusto far vedere anche le proprie imperfezioni o è meglio mostrarsi nella versione migliore di sé?
«Sono una delle poche che fin dal giorno zero si è mostrata in tutti i modi, da quelli naturali della vita quotidiana a quelli artefatti di shooting o lavori vari. E al di fuori del lavoro sono sempre struccata e vestita nel mio stile, rock/black/comodo. Più spontanea di così...».
La tua vita è fuori da Instagram, ma i social quanto ne fanno parte?
«Non sono schiava dei social come molti potrebbero pensare, anzi: chi mi conosce sa che ho un rapporto bruttissimo col telefono! Per me le foto sono quello che mi trasmettono, e le valuto in base a quello più che con la conta dei like».
Photo Credits:
Le foto di Chiara in costume sono di Nima Benati, le altre del profilo Instagram di Chiara.
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