Fotogallery Zadie Smith: «Ragazze tocca a voi»
...
L’adolescenza che non finisce mai, la tv spazzatura, la politica che gira a vuoto. La scrittrice Zadie Smith ha un punto di vista speciale sul nostro paese, dove ha vissuto per due anni. E mentre racconta il suo nuovo libro, alle italiane dice: «Datevi una mossa»
L’adolescenza che non finisce mai, la tv spazzatura, la politica che gira a vuoto. La scrittrice Zadie Smith ha un punto di vista speciale sul nostro paese, dove ha vissuto per due anni. E mentre racconta il suo nuovo libro, alle italiane dice: «Datevi una mossa.
Occhiali da vista in tartaruga, un vestito coloratissimo e un sorriso grande: arriva Zadie Smith e riscalda subito l’atmosfera da “condizionatore d’aria” dell’hotel romano che ci ospita e in cui mi ha dato appuntamento.
È in Italia per presentare il suo nuovo libro N-W (pag. 400, € 20, Mondadori; traduzione di Silvia Pareschi), al Festival delle Letterature alla basilica di Massenzio.
Io e lei c’eravamo già incrociate (ma sarebbe più esatto dire sfiorate) tanti anni fa, al Festival del Guardian, in Galles: avevo dormito in una piccola soffitta e il giorno dopo la proprietaria mi disse che ci aveva dormito anche Zadie Smith. A vederla ora, così alta, fatico a immaginarla in quegli spazi stretti.
Se la ricorda quella soffitta?
«Fino all’ultimo centimetro quadrato».
La conversazione parte così un po’ in inglese, di cui Zadie è maestra, e nell’italiano che finalmente ha imparato.
«Dopo due anni vissuti a Roma, questo mio nuovo libro è il primo che sono riuscita a leggere in italiano: mi sembra una bellissima traduzione».
Ora Zadie vive a New York e non dorme più nelle soffitte. Al piano di sopra, nella sua stanza, la aspettano la baby sitter e il suo secondo figlio Harvey (nato dal matrimonio con Nick Laird, scrittore e poeta).
Sull’Atlantic la giornalista Lauren Sandler sostiene che una scrittrice frena la sua carriera se ha più di un figlio. Che cosa ne pensa?
«L’ho letto! E ci ho riflettuto, mentre ero in pigiama ad allattare: a 18-19 anni mi sembrava impossibile scrivere e avere figli. Ma ora so che è possibile. Senza problemi».
Non ha pensato di replicare alla Sandler?
«No, in inglese questi articoli li chiamiamo trolling, provocazioni. E non si risponde».
Le passo due fogli: il primo sono i dati Istat sulla lettura in Italia. Dice: “Le donne leggono più degli uomini: la differenza inizia a manifestarsi a 11 anni e si riduce dopo i 75”. L’altro è la classifica della narrativa italiana della settimana: su 35 posizioni, ci sono solo sei scrittrici.
Come commenta?
«Le donne leggono di più ovunque: anche in Inghilterra, quando un uomo mi chiede un autografo, mi spiega sempre che il libro glielo ha regalato la moglie, la madre o la sorella. Che farei come scrittrice senza l’aiuto di queste signore?».
Però le donne scrivono meno.
«Questo, invece, è un fenomeno solo italiano. Stavo giusto guardando in tv una commedia con Elisabetta Gregoraci, in cui lei veniva usata come esca da una moglie per dimostrare i tradimenti di suo marito… Una cosa che all’estero faceva ridere negli Anni 60. Qui si dà troppa importanza agli uomini e si trattano le donne come accessori».
Che idea si è fatta della nostra politica vivendo qui?
«Non la capisco. Ma immagino che per quanto complicata la situazione italiana sia sopportabile. In Inghilterra, con quel clima orribile e il cibo disgustoso, se ci fosse anche un brutto governo i cittadini si getterebbero nell’Oceano in massa».
N-W è un romanzo molto politico: parla del conflitto di classe e mostra una Londra inaspettata.
«Sono due facce dello stesso fenomeno: è come se avessi ripercorso quella che per me è una mappa famigliare. Mia madre è stata una grande femminista, mio padre ha lasciato gli studi presto, a soli 12 anni, però in tasca aveva sempre un romanzo di James Joyce. Mio marito viene dalla working-class. A casa sua non c’era un solo libro, ma ora fa il poeta».
Una delle protagoniste del suo romanzo non fa figli perché ha paura di crescere.
«L’adolescenza prolungata è una cosa frequente. Anch’io fino a 33, 34 anni pensavo che le serate al bar con le amiche fossero il massimo. Ma il tempo passa lo stesso. E ora sono felice di avere gli anni che ho. Anzi: non vedo l’ora che arrivino i 40».
© Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata