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Lifestyle

Valentina Lodovini: «Non fatemi la corte»

Valentina Lodovini: «Non fatemi la corte»

foto di Angelo Sica Angelo Sica — 22 Gennaio 2012

Fotogallery Valentina Lodovini: «Non fatemi la corte»

  • Valentina Lodovini Valentina Lodovini
  • Valentina Lodovini Valentina Lodovini Valentina Lodovini nasce a Umbertide, in provincia di Perugia, il 14 maggio 1978.
  • Valentina Lodovini Valentina Lodovini Valentina Lodovini nasce a Umbertide, in provincia di Perugia, il 14 maggio 1978.
  • Valentina Lodovini Valentina Lodovini Valentina Lodovini nasce a Umbertide, in provincia di Perugia, il 14 maggio 1978.
  • Valentina Lodovini Valentina Lodovini Valentina Lodovini nasce a Umbertide, in provincia di Perugia, il 14 maggio 1978.
  • Valentina Lodovini Valentina Lodovini Valentina Lodovini nasce a Umbertide, in provincia di Perugia, il 14 maggio 1978.
  • Valentina Lodovini Valentina Lodovini Valentina Lodovini nasce a Umbertide, in provincia di Perugia, il 14 maggio 1978.
  • Valentina Lodovini Valentina Lodovini Valentina Lodovini nasce a Umbertide, in provincia di Perugia, il 14 maggio 1978.
  • Valentina Lodovini con Diego Abatantuono e Valerio Mastandrea Valentina Lodovini con Diego Abatantuono e Valerio Mastandrea Valentina Lodovini nasce a Umbertide, in provincia di Perugia, il 14 maggio 1978.
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Non crede nell’amicizia tra maschi e femmine e ai seduttori falsi e sdolcinati preferisce gli uomini diretti. Valentina Lodovini è “diversa” in tutto. «Mi piace l’afa, amo la pioggia, i ritmi frenetici. E adoro Milano...!»

Non crede nell’amicizia tra maschi e femmine e ai seduttori falsi e sdolcinati preferisce gli uomini diretti. Valentina Lodovini è “diversa” in tutto. «Mi piace l’afa, amo la pioggia, i ritmi frenetici. E adoro Milano...!».

Valentina Lodovini è andata a vivere a Roma circa dieci anni fa, perché là c’è il cinema, suo unico amore ufficiale, visto che l’attrice 33enne sull’argomento “fidanzati” tiene la bocca rigorosamente cucita.

Altrimenti, avrebbe scelto Milano, una città più in sintonia con il suo carattere: «È vero, lassù c’è una discrezione tra gli abitanti che mi fa sentire a mio agio. Tutto mi sembra veloce. A me piacciono i colori grigi, il clima freddo: se mi sveglio e fuori c’è la pioggia, mi sale l’entusiasmo. E ancora, non amo il mare, ma il fiume e il bosco, gli elementi che fanno parte del paesaggio dove sono cresciuta, a San Sepolcro, in Toscana. Lo so, sono una creatura particolare...».

Di sicuro, è una creatura di talento. Basta vedere come ha indossato i panni della napoletana solare e sexy nella commedia campione di incassi Benvenuti al Sud. La buona notizia, per lei che si sente più milanese di Claudio Bisio, è che nel sequel tocca al capoluogo lombardo, con i suoi pregi e i difetti, essere al centro dell’azione. In Benvenuti al Nord (nei cinema dal 18 gennaio), infatti, è il postino di Castellabate Alessandro Siani che si trasferisce in Settentrione.

E subito comincia una girandola di risate: Siani parte indossando un giubbotto con fendinebbia lampeggianti e in autostrada mostra il passaporto, come se la Padania fosse davvero uno Stato con frontiera e dogana.

Tra i “cattivi” c’è un manager leghista: umorismo a parte, l’Italia è un Paese diviso?
«No, è fatto di tante diversità e per questo estremamente ricco. Mi viene in mente quello che ho provato quando ho visto il teatro di Taormina, in Sicilia: l’immagine concreta della fusione di tante tradizioni culturali. Ho lavorato in set sparsi lungo la penisola e non ho mai incontrato chiusura tra le persone, piuttosto un grande senso di appartenenza».

In un ipotetico “Benvenuti al centro”, quali sono i cliché dei suoi conterranei che metterebbe alla berlina?
«La presunzione. Siamo generosi, ma con un po’ di puzza sotto il naso. Perché crediamo di capire e sapere tutto. Che poi è vero: in Toscana c’è il meglio» (ride).

Torniamo al suo feeling con Milano. Avete girato d’estate: non mi dirà che la città sommersa dall’afa è piacevole?
«Invece sì. Anche perché ho disdetto l’hotel e sono andata a dormire da Sabrina, un’avvocatessa pugliese che conosco dai tempi dell’università e che fa parte della mia famiglia allargata. Poverina, a un certo punto non mi sopportava più».

Chi sono gli altri “parenti” di questa famiglia allargata?
«Oltre a Sabrina, le altre tre coinquiline di quando studiavo teatro a Perugia: Alessia, Giulia e Giuseppina. Il nostro soprannome è “le Marie” perché abitavamo in un appartamento in via della Madonna: cinque studentesse, che non si conoscevano e che arrivavano da ogni parte dell’Italia. Siamo ancora legatissime. Quando ho vinto il David di Donatello mi aspettavano a casa: il David è stato l’unico “maschio” che ci siamo portate a Barcellona, per l’addio al nubilato di Giulia».

Cinque donne, sole, in Spagna…
«Siamo arrivate a Barcellona senza una cartina e un posto dove dormire. Alla fine abbiamo trovato un bed & breakfast in rovina: dormivamo una sopra l’altra, io a terra su un materassino da mare. Il primo giorno ci siamo fiondate in un sexy shop per comprare una parrucca a Giulia: la doveva tenere per tutta la durata del viaggio. Le abbiamo anche preso un completo intimo hard da mettere sotto l’abito da sposa!».

E non avete acquistato nessun sex toy?
«Eravamo così affascinate dalla varietà del repertorio che abbiamo tirato fuori dagli scaffali decine di “accessori” per capire come funzionavano. Ma a un certo punto il commesso si è spazientito e ci ha letteralmente cacciate dal negozio».

Lei crede nell’amicizia con gli uomini?
«Se un uomo si avvicina a me, c’è sempre un interesse erotico. Vale anche il contrario, naturalmente, mica sono una santa. Penso sia naturale. E infatti le new entry della mia famiglia allargata qui a Roma sono altre due amiche donne».

Perché è così “omertosa” sulle sue storie sentimentali?
«Tutto quello che non viene sputtanato diventa più prezioso».

Che cos’è la seduzione per Valentina Lodovini?
«Non il mistero, quello che ferisce, e cioè le bugie, le tattiche. Meglio gli uomini schietti, che dicono: “Voglio venire a letto con te”. Poi sta a me decidere se correre il rischio o no. Non mi fido degli affabulatori, degli esperti del corteggiamento. Tanto hanno in mente lo stesso obiettivo, che male c’è a confessarlo subito? Tutti abbiamo paura di amare. Anch’io. Però sono convinta che non bisogna proteggersi dall’amore e dal dolore. Dall’ambiguità, invece, sì».

A marzo inizieranno le riprese di “Il Sud è niente”. Questa volta a Reggio Calabria...
«Il progetto nasce dal corto Giganti di Fabio Mollo. I finanziamenti sono risicati, ma non importa: io lavorerò gratis. Anche così si fa cinema».

© Riproduzione riservata

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