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Grazia

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Lifestyle

«Sono un animale da red carpet»

«Sono un animale da red carpet»

foto di Carlo Bizio Carlo Bizio — 28 Aprile 2011

Non fatevi ingannare dal viso fotogenico di Leighton Meester: la sua apparenza angelica nasconde qualche (piccolo) segreto.

leighton meester

Non fatevi ingannare dal viso fotogenico di Leighton Meester: la sua apparenza angelica nasconde qualche (piccolo) segreto. Il primo è di natura estetica: l’attrice è in realtà bionda, e non bruna come Blair Waldorf, la ricca socialite che interpreta nella serie Gossip Girl e che l’ha resa famosa in tutto il mondo.

Il secondo, invece, riguarda la finzione cinematografica: nel thriller The Roommate, nelle sale dal 29 aprile, Leighton è abilissima a farsi passare per la ragazza della porta accanto, una normale studentessa in cerca di una compagna con cui condividere l’appartamento, per rivelarsi, poi, una psicopatica con tendenze omicide. Interpreta infatti Rebecca, della cui sindrome maniaco-ossessiva farà le spese la malcapitata coinquilina Sara (Minka Kelly, altra nuova diva tv, protagonista della serie Friday Night Lights).

Come nel più classico dei copioni, Sara, appena arrivata in un college di Los Angeles da un altro Stato, incontra Rebecca: le sembra la compagna ideale e accetta l’offerta di prendere in affitto una stanza del suo appartamento nel campus. Ma non ci vuole molto per capire che a Rebecca manca qualche rotella. Gelosa delle nuove amiche di Sara, e soprattutto del suo nuovo ragazzo (Cam Gigandet), Rebecca inizia a molestarli con strani scherzi, via via più pesanti, fino a una micidiale escalation da film horror. Insomma, Rebecca è la “roommate” venuta dall’inferno: la sua follia si scatena su Sara, che è convinta di proteggere da un incombente pericolo, come da manuale di psichiatria.

«Non è stato facile girare questo film, anche se ammetto di aver provato gusto a cimentarmi in questa sfida», afferma Leighton, 25 anni, originaria del Texas (sua madre era in carcere, quando diede alla luce la figlia), ma cresciuta tra la Florida, New York e Los Angeles, dove ha frequentato il liceo di Beverly Hills, per iniziare poi a recitare. La Meester è attrice professionista dall’età di 14 anni, quando venne scritturata per un ruolo nella serie tv Law and Order. Ha fatto la gavetta sul piccolo schermo, passando da una serie all’altra, incluse 24 (nelle stagioni 2004 e 2005) ed Entourage, e infilandoci in mezzo qualche film. Fino al boom di Gossip Girl, di cui è protagonista dal 2007. Oltre a The Roommate, la Meester ha recentemente girato la commedia Monte Carlo e il film indipendente The Oranges, di prossima uscita nei cinema. Nel frattempo, continua a lavorare sul set di Gossip Girl, nei panni di Blair.

«Blair Waldorf è un ruolo facile rispetto a Rebecca: per interpretarla, mi sono applicata con disciplina, ho rivisto film come Attrazione fatale, ho consultato psichiatri e letto libri per capire meglio il concetto di schizofrenia, oltre che saggi sulla vita nei campus», spiega Leighton, che incontriamo a New York, dove vive, per il lancio di The Roommate, uscito con discreto successo in America a marzo.

Sulla sua vita privata l’attrice non ha mai rivelato nulla: non è come la collega Lindsay Lohan, preferisce dare scandalo in scena, e non fuori. Oltre a recitare, suona e canta (sta incidendo un album) e lavora come modella.

Le è mai capitato di condividere la casa con qualcuno, come in “The Roommate”?
«Certo, per brevi periodi, specie a New York, dove gli affitti sono carissimi. Pochi giovani possono permettersi un appartamento a Manhattan per conto proprio. Solo i più ricchi, o, al limite, una come me, dopo il colpo di fortuna di una serie come Gossip Girl. Comunque, non mi è mai capitata una compagna come Rebecca, per fortuna. Ho avuto coinquiline che mi prendevano i vestiti senza chiedermelo, o che svuotavano il frigorifero che avevo appena riempito, senza preoccuparsi di rifornirlo il giorno dopo. Sciocchezze, se paragonate al dover gestire una compagna con disturbi mentali. Non vorrei mai trovarmi nei panni di Sara».

Nella vita reale lei è molto amica di Minka Kelly, alias Sara. È stato difficile trattarla male durante le riprese del film?
«Minka dice che ogni tanto si è spaventata sul serio, che ero talmente immersa nel ruolo da sembrarle  davvero Rebecca. Devo molto a Minka se sono riuscita a passare per una vera schizofrenica! Devo ringraziarla per la pazienza che ha mostrato sul set. Mi ha sempre sostenuta, con un tocco di leggerezza e il senso dell’umorismo necessari quando si girano film come questo. Comunque sì, a volte mi dispiaceva per Minka dopo alcune scene particolarmente crudeli. Le voglio molto bene, e trattarla così non è stato carino».

Molti attori sostengono che occorre una dose di empatia nei confronti del proprio personaggio per poterlo interpretare correttamente. È vero anche per lei?
«Sì, soprattutto se il ruolo è drammatico. The Roommate racconta la malattia psichica di una giovane donna priva di una propria identità, che cerca di appropriarsi di quella di un’altra persona. Rebecca è una figura molto profonda: ha dentro un dolore tremendo. Mi sono dunque sforzata di provare almeno un po’ di compassione per lei, che, secondo me, non intende far male a nessuno. La sua relazione coi genitori è molto interessante, e spiega in gran parte il suo squilibrio».

La voce di Leighton Meester si incrina e il suo volto diventa scuro per un attimo. Forse perché anche il rapporto con i suoi genitori non è stato facile. Sua madre, Constance Meester, oggi 54 anni, stava scontando una condanna nel penitenziario di Forth Worth, in Texas, quando, il 9 aprile del 1986, nacque Leighton. Era stata arrestata perché implicata in un traffico di marijuana proveniente dalla Giamaica.

Nonostante Leighton si sia sempre espressa con affetto nei confronti dei genitori, non deve aver avuto un’infanzia facile né felice. Constance Meester continua ad avere problemi con la legge: è stata di recente denunciata alla polizia da una sua amica. Nel verbale afferma che la Meester l’avrebbe «seguita e minacciata di morte», in seguito a un banale litigio. Leighton glissa sull’argomento, così come sulla tossicodipendenza della madre, e ripete che i genitori l’hanno sempre sostenuta nella sua passione per la recitazione.

Parlando di “Gossip Girl”, come si relaziona al personaggio di Blair Waldorf?
«Blair è una persona complessa. Si potrebbe definire insopportabile, ma bisogna ammettere che non le mancano vitalità e fantasia. Nel corso degli anni è cresciuta, è maturata. Non che non sia ancora melodrammatica e manipolatrice, ma credo che il suo carattere, in fondo, sia positivo. Diventerà una donna di classe. Per questo mi diverto a interpretarla».

Che cosa succederà nella nuova stagione di “Gossip Girl”?
«Blair torna da Parigi e realizza il suo sogno di iscriversi alla Columbia University, non senza l’ostilità di Serena (Blake Lively), il cui unico obiettivo nella vita sembra essere rubarle la luce dei riflettori. Entra in scena anche un nuovo personaggio, Juliet, che incontriamo in quella specie di società segreta che è il prestigioso club privato di cui le ragazze fanno parte. Questa Juliet arriva, pesta i piedi a tutti...».

Si sente simile a Blair?
«Solo nell’ambizione. Blair viene dall’alta società, la sua famiglia è ricchissima e, se lei è così, è per via della sua educazione e del modo in cui è cresciuta. Io vengo dalla provincia americana, ho girato da una città all’altra, fino ad arrivare a Los Angeles e guadagnare i primi soldi lavorando come attrice. Sono cresciuta in ristrettezze economiche, altro che Upper East Side e club esclusivi. Forse è meglio così, perché Blair ha una relazione nevrotica con la madre, che vuole sempre compiacere. Io, invece, non ho mai sentito di dover compiacere nessuno. Vestiamo in modo differente, non c’è dubbio: Blair usa gli abiti per fare colpo, per sedurre. Io non ho mai indossato un vestito per sedurre, ma solo per onorare le regole del red carpet. I look più fashion li indosso solo quando sono sul set. E non me li porto mai a casa».

© Riproduzione riservata

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