Fotogallery Simon Baker: un gentiluomo a Los Angeles
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È bello, sexy, famoso. E come se non bastasse non ha dimenticato le buone maniere. Ma Simon Baker, il protagonista della serie tv The Mentalist, ha un’altra qualità: un fiuto speciale. Sentite che cosa è successo quando un caro amico gli ha fatto uno sgarbo...
«Da ragazzo avevo una fidanzata che si metteva sempre olio di patchouli, aveva un profumo inconfondibile. Un giorno, mentre ero in giro con un mio amico, gli ho sentito quell’odore addosso, e dopo averlo interrogato ho scoperto che era stato insieme a lei. Non è decisamente un bel ricordo, ma è indice di quanto possa essere forte il potere evocativo dei profumi».
Incontriamo Simon Baker nella Suite 64 del Chateaux Marmont di Hollywood, “l’hotel dei divi” per eccellenza. E l’episodio che racconta per spiegare il suo rapporto con i profumi non è casuale: l’attore è stato scelto da Givenchy come testimonial anche del nuovo profumo Gentlemen Only Intense.
Elegante nel suo completo nero, Simon parla con voce morbida, ha modi gentili e sembra avere poco a che vedere con il seducente ma infido scrittore che interpretava nel Diavolo veste Prada o con il tormentato consulente investigativo di The Mentalist, la serie tv giunta alla sesta stagione.
Australiano della Tasmania, Simon si è trasferito nel 2008 a Los Angeles con la moglie, l’attrice Rebecca Rigg, e i tre figli, Stella, 20 anni, Claude 15 e Harry 12. E si accende appena gli diciamo che siamo italiani: «La prossima estate vorrei venire in vacanza proprio in Italia. Vorrei mostrare ai miei ragazzi posti che ancora non conoscono, come la Toscana e la Sicilia. Loro hanno avuto meno occasioni di me di girare il mondo e come padre mi sento in colpa». E sorride, guardandoti fisso.
Vuole dirci di essere un buon genitore?
«Di certo sono un genitore fortunato. I miei figli non mi hanno mai dato preoccupazioni, solo gioie».
E oltre a ciò è un perfetto gentiluomo…
«Sa, in Australia siamo tutti così: perfetti gentiluomini, raffinati e squisitamente affabili».
Sia serio, per favore.
«Ok, non saremo tutti così raffinati, ma la nostra è una cultura che crede nel valore dell’autenticità e di questo sono orgoglioso. Per quello che riguarda me, mia madre ci ha sempre tenuto a insegnarmi le buone maniere, fin da piccolo. Però va fatta una distinzione tra l’essere eleganti e l’essere gentiluomini».
Può farci un esempio?
«Secondo me si può essere eleganti anche standosene da soli in un angolo, basta un bel vestito. Ma per essere un vero gentiluomo bisogna conoscere le regole della cavalleria, e queste implicano il rapporto con le altre persone e il rispetto. Per me è naturale farmi da parte quando si aprono le porte dell’ascensore e lasciar passare, o riempire prima il bicchiere altrui. La galanteria è un concetto senza tempo, che non va mai fuori moda. E non va confusa con la seduzione: io mi comporto allo stesso modo con tutti, uomini e donne».
Pensa che il concetto di galanteria si stia perdendo?
«Sicuramente non se ne sente molta qui a Los Angeles, dove c’è una terribile mancanza di umanità nei rapporti. Qui tutti hanno un’agenda da rispettare, vogliono soldi e successo, e non si preoccupano di calpestare i piedi degli altri, perché sono tutti in competizione. Non è facile mantenere modi gentili quando le persone sembrano voler approfittare sempre di te. In Australia il senso di galanteria è più radicato nelle persone, si ha più rispetto verso chi ci sta attorno. Io sono cresciuto in una zona di campagna, in Tasmania, uno di quei posti dove tutti salutano tutti senza distinzione. Ci torno spesso: è importante per me e per la mia famiglia ricordare quel senso genuino di comunità».
È per questa sua innata classe che Givenchy l’ha scelta?
«Quando mi hanno spiegato il concetto che c’è dietro la fragranza Gentlemen Only mi sono sentito vicino alla loro idea contemporanea di cavalleria e mi ha interessato la storia di questa casa europea di moda con radici aristocratiche. Grazie al lavoro con loro ho imparato molto sui profumi, un mondo bellissimo che mi ha ricordato quello dei vini».
Ha sempre avuto una passione per i profumi?
«Non sono un tipo che esce e si compra un profumo, in genere è mia moglie a regalarmeli. Mi piace l’idea che sia qualcun altro a scegliere il profumo che più ti rappresenta. La cosa bella dei profumi è la capacità di riportarti al passato. Ancora oggi mi basta sentire l’odore di una certa crema solare per chiudere gli occhi e tornare bambino. Insomma, ho un buon fiuto».
Come il suo personaggio in The Mentalist: a proposito, è vero che non si girerà una nuova serie?
«Per ora la settima stagione non è stata confermata quindi questa potrebbe essere l’ultima».
E lei che cosa farà?
«Mi piace l’idea di mettermi alla prova in ruoli nuovi, magari dedicarmi alla regia. Ho diretto varie puntate della serie nel corso degli anni e ora voglio approfondire di più questo mestiere e possibilmente dirigere un film, anche se non ho ancora progetti specifici. Ma più di ogni altra cosa voglio dedicare tempo alla mia famiglia. Una delle ragioni principali per la quale ho deciso di lavorare in televisione era di rimanere in città e stare di più con mia moglie e i ragazzi. Mi sembra ieri che ci siamo trasferiti a Los Angeles e oggi mia figlia va al college, gli altri due sono quasi adolescenti, e io ho sempre lavorato. Direi che prima di tutto mi serve una vacanza. Con loro».
© Riproduzione riservata
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