Fotogallery Shailene Woodley: «Serve una ribelle? eccomi!»
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È la star di una serie tv, ma non ha la televisione. Recita in un film da Oscar, ma non ha mai visto il Laureato. Ecco Shailene Woodley, l’ultima (anti)diva
È la star di una serie tv, ma non ha la televisione. Recita in un film da Oscar, ma non ha mai visto il Laureato. Ecco Shailene Woodley , l’ultima (anti)diva.
La sua maturità è sconcertante. La sua schiettezza rassicurante. Shailene Woodley, uno dei nuovi volti di Hollywood, ha 20 anni, ma lavora da quando ne aveva cinque. Da ben quattro stagioni, la quinta la stanno girando ora, è protagonista di La vita segreta di una teenager americana (in onda su Mtv), serie che, negli Stati Uniti, ha quasi superato in popolarità il più glam Gossip Girl.
Ma lei non si comporta da diva. Neppure dopo che la sua interpretazione a fianco di George Clooney in Paradiso amaro (nelle sale dal 17 febbraio) ha conquistato i critici di tutto il mondo e le ha fatto guadagnare decine di riconoscimenti e una nomination ai Golden Globe. Poco trucco e blue jeans, Shailene ci incontra al Soho Hotel di Londra per parlare di Paradiso amaro, che arriva alla notte degli Oscar del 26 febbraio con cinque nomination (tra cui miglior film, miglior regista, miglior attore protagonista).
AUDIO: acolta l'intervista a Shailene Woodley
Nella pellicola diretta da Alexander Payne (l’intervista è a pagina 96) lei è Alexandra, la figlia adolescente di Clooney: ribelle, umorale e spietatamente onesta. Come lei? L’abbiamo intervistata per scoprirlo Shailene, un nome davvero insolito...
«Mia mamma prese ispirazione dalla targa di un’auto. Aveva 18 anni e iniziò a giocare con le lettere che aveva di fronte fino ad arrivare a Shailene. Quando nacqui, otto anni dopo, lo propose a mio padre».
Conosceva Alexander Payne?
«Confesso di non avere una grande cultura cinematografica... Ancora non ho visto Il laureato, ma Sideways - In viaggio con Jack sì, a 14 anni: non mi era piaciuto per niente, l’avevo trovato noiosissimo. Quando ho incontrato Payne, non sapevo che fosse il regista di quel film. Meglio così, almeno non mi sono sentita in imbarazzo e, per fortuna, non ho fatto gaffe».
Immagino che i provini siano molto stressanti. Come reagisce a un rifiuto?
«Quello non è un problema, fa parte dei rischi del mestiere. A volte non vieni preso perché non hai l’età giusta, oppure perché sei troppo alta, troppo magra, troppo grassa, troppo bionda... Le variabili fisiche sono tantissime e non puoi farci niente. E comunque, se la scelta del regista è sbagliata, se l’attrice o l’attore non sono adatti al ruolo, sullo schermo si vede subito».
Chi è Alexandra, l’adolescente che interpreta in “Paradiso amaro”?
«Una teenager che sta attraversando il suo “periodo” di rabbia. Verso una madre che era più un’amica che un genitore e verso un padre che, nonostante fosse presente in casa, non aveva una vera relazione con la sua famiglia. E così Alexandra si costruisce una corazza protettiva e prova a crescere in maniera indipendente. Almeno finché la sua vita viene sconvolta dall’incidente della madre ed è costretta a chiedere aiuto. E a dipendere, di nuovo, da qualcuno».
Una descrizione in cui si riconosce?
«Anch’io ho avuto i miei periodi da ribelle. Verso i 15 anni odiavo il mondo, ma è stata una fase passeggera. Io sono positiva, Alexandra è più cinica. Ma entrambe amiamo essere ragazze libere».
Qualche critico ha scritto che il suo personaggio è l’unico vero adulto della famiglia...
«In un certo senso è così. Almeno sembra: come tutti i teenager, è convinta di sapere tutto e questa sicurezza la fa sembrare davvero più matura degli altri. Di sicuro è Alexandra a insegnare al padre, Clooney, come si comunica. È la sua determinazione a farlo cambiare».
Ecco, parliamo di lui...
«Prima di incontrarlo ero nervosissima. Quando è entrato nella stanza, a Los Angeles, ho iniziato a tremare e a sudare. Poi lui è venuto verso di me, mi ha abbracciato e mi ha detto: “Welcome sweety” (“Benvenuta dolcezza”, ndr), e ogni paura è sparita. Per me non è George Clooney, il divo, ma George Clooney, l’uomo del Kentucky dal cuore d’oro».
Una delle scene più forti del film riguarda lei: quando urla sott’acqua. È stata difficile da girare?
«No, sono stata partorita in acqua e ho imparato a nuotare a un anno. Alle Hawaii, dove il film è ambientato, i bambini sono abituati al mare, sguazzano ancor prima di imparare a camminare. Ho pensato che fosse quello l’elemento migliore dove esprimere il dolore di Alexandra».
Quando ha deciso di fare l’attrice?
«A cinque anni. Per caso. Quando ero piccola, la mia ambizione era quella di diventare psicologa. E lo è tuttora. Più che un’attrice, voglio essere considerata un’artista. Spesso, in questo tipo di industria finisci per diventare un prodotto. Un poster più che una persona. E io non voglio che mi accada. Quindi andrò avanti solo se continuerò a divertirmi».
Oltre a “La vita segreta di una teenager americana”, la serie di cui è protagonista, che cosa guarda in tv?
«Non possiedo una tv! Quando ce l’avevo, però, ero una fan di Prison Break. E adesso, quando vado a casa della mia migliore amica, guardiamo sempre Modern Family».
Come mai non ha un televisore?
«Non mi interessa. Quando ho del tempo libero preferisco passarlo all’aperto».
Facendo?
«Mi piace l’arrampicata sportiva, andare in bicicletta...».
Vive da sola?
«No. Per sei mesi l’anno sto con mia mamma e gli altri sei mesi, se non lavoro, viaggio».
Le piace la moda?
«Non saprei. Per questioni ecologiche cerco di non comprare abiti nuovi. Quindi quello che indosso è tutto di seconda mano. O realizzato riciclando altri capi».
Sempre abiti usati, anche per il red carpet?
«Va bene, faccio qualche eccezione. Quando non trovo modelli che mi stiano bene, compro le scarpe. E i jeans. Per quanto riguarda il resto me la cavo con gli abiti presi in prestito...».
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