Fotogallery Rupert Everett: «Alto, bello, upper class. Sono io!»
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Vorrebbe vivere nel passato: «La tecnologia mi affatica». E cambiare mestiere: «Tornassi indietro non farei l’attore». Rupert Everett è ancora più affascinante adesso di quando aveva trent’anni. «Ma se sono un signore di mezza età, col golf di lana...!»
Vorrebbe vivere nel passato: «La tecnologia mi affatica». E cambiare mestiere: «Tornassi indietro non farei l’attore». Rupert Everett è ancora più affascinante adesso di quando aveva trent’anni. «Ma se sono un signore di mezza età, col golf di lana...!».
Ho conosciuto Rupert Everett in un cimitero sperduto nella campagna romana, in piena notte, sotto una pioggia battente. Era il set del film Dellamorte Dellamore, dove lui interpretava Dylan Dog accanto a un’Anna Falchi all’epoca tutt’altro che procace.
Alla fine dell’intervista, il giovane Rupert mi sollevò tra le sue braccia e mi portò fino all’auto, risparmiandomi le pozzanghere e rendendo l’incontro memorabile (conservo una diapositiva come prova che il fatto è realmente accaduto).
Da allora sono passati quasi vent’anni e l’attore inglese, oltre ad aver recitato in molti altri film, ha scritto un’autobiografia (Bucce di banana, Sperling & Kupfer) con cui si è inimicato mezza Hollywood (compresa la sua ex amica Madonna) e si è pentito di aver dichiarato la sua omosessualità perché quel coming out, a suo dire, si è rivelato un boomerang per la sua carriera.
Lo rivedo in occasione della presentazione del suo nuovo film, Hysteria, dove interpreta il ruolo di Lord Edmund St. John-Smythe, l’uomo al quale si deve l’invenzione del vibratore. Oggi Everett è forse più affascinante di quando aveva trent’anni, ma, soprattutto, non ha perso il suo straordinario sense of humour. Durante l’intervista, infatti, prenderà in giro lo star system, le celeb e se stesso.
In “Hysteria” lei è un nobile, ricco e stravagante. Un personaggio che, in qualche modo, le assomiglia?
«La parte dell’inglese, alto, bello e upper class me la offrono spesso, ho “le physique du rôle”... Comunque, nel ruolo dell’eccentrico mi ritrovo perfettamente: lo sono!».
Negli anni è passato da una serie di film drammatici (uno per tutti, “Another country - La scelta”, ndr) alle commedie (come “Il matrimonio del mio migliore amico”, ndr): è un caso o una scelta?
«Tutte e due. Io cerco di scegliere i copioni interessanti e le commedie, ultimamente, mi convincono di più. Sarà anche che, con l’età, sono più rilassato, psicologicamente e fisicamente».
Non scherziamo, lei resta uno dei sex symbol del cinema.
«Sarà... Io mi sento un signore di mezza età con il cardigan di lana».
Come si è trovato con Maggie Gyllenhaal (vedi intervista a pag. 72, ndr)?
«Considerato che abbiamo girato insieme tre scene in tutto, benissimo direi. Scherzo! Maggie è tosta, mi piace».
Il film è molto divertente. Lo è stato anche il set?
«Stare sul set non è mai divertente: i tempi da rispettare sono sempre più rigidi e richiedono la massima concentrazione. Si aggiunga il fatto che abbiamo girato in Lussemburgo, uno dei posti più noiosi del mondo».
Lei ha vissuto a Londra, a New York, a Parigi, a Roma, a Miami. Ha finalmente scelto in quale città vuole abitare?
«Tutti dicono che il futuro è in Cina: accomodatevi e fate buon viaggio! Io scelgo l’Europa, adoro stare qui e amo gli europei. L’Europa è stata l’idea migliore di questo secolo».
È vero che ha pagato a caro prezzo l’aver dichiarato la sua omosessualità?
«Eccome. A Hollywood un gay dichiarato può fare molti mestieri: il produttore, il manager, lo sceneggiatore, il regista... Può anche recitare, ma di sicuro non diventerà mai un grande attore».
Se potesse tornare indietro…
«Non farei l’attore. Oggi è troppo deprimente. Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Federico Fellini... Che epoca meravigliosa ha vissuto l’Italia! Ora, la cultura è al collasso ovunque, in Europa come in America. Questo è il tempo della fretta: fretta di diventare famosi, di guadagnare, di possedere e di consumare. Il più velocemente possibile, prima che tutto sparisca».
Lei in quale epoca avrebbe voluto vivere?
«Di sicuro nel passato: tutto ciò che era prima mi sembra migliore di come è adesso».
Però non è sempre vero: prendiamo per esempio l’epoca in cui è ambientato “Hysteria”. Alla fine dell’800 la libertà di costumi per le donne era inesistente…
«Vero. E le vostre rivoluzioni hanno permesso anche agli omosessuali di uscire allo scoperto. Detto questo, ancora oggi avete qualche problemino a parlare di vibratori. O sbaglio?».
Comunque non torneremmo indietro, ai tempi della regina Vittoria…
«Nemmeno io. Alla fine, il presente mi va bene anche se non so per quanto tempo riuscirò a stare al passo con la tecnologia. Il mio cervello è lento, a fatica trattiene le informazioni necessarie per usare lo smartphone e il computer».
La vita è più difficile per le donne o per i gay?
«Dipende da che lavoro fai. Nello showbiz forse gli uomini hanno una carriera più lunga. Ma che tu sia un’attrice o un attore, sei soprattutto un brand e quindi è meglio che tu non abbia opinioni: la pubblicità non ama le personalità spiccate».
E George Clooney, allora?
«George è molto ambizioso. Lui fa esattamente quello che vuole fare e lo fa al meglio. Se un giorno deciderà di diventare presidente degli Stati Uniti, ci riuscirà. E farà del suo meglio».
Ha fatto la pace con Madonna?
«No».
Che cosa pensa del tradimento?
«Il tradimento ha implicitamente qualcosa di erotico. Restare fedeli è innaturale».
Progetti futuri?
«Ho appena terminato il mio secondo libro, parlerà dei miei viaggi. E spero di cominciare a breve le riprese di un film su Oscar Wilde, in cui sarò regista e interprete. Nonché autore, perché la sceneggiatura l’ho scritta io».
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