Fotogallery Robert Downey Jr: supereroe o burattino?
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Robert Downey Jr. arriva al cinema con Iron Man 3, nella parte che nessuno voleva dargli quando sembrava finito: «Ora, invece, mi strapagano. E con i soldi farò un film su Pinocchio». Un personaggio che, un po’, gli assomiglia.
Robert Downey Jr. arriva al cinema con Iron Man 3, nella parte che nessuno voleva dargli quando sembrava finito: «Ora, invece, mi strapagano. E con i soldi farò un film su Pinocchio». Un personaggio che, un po’, gli assomiglia.
Con il suo metro e 74 di altezza, Robert Downey Jr si sente spesso dire che è il supereroe più basso del mondo. Di sicuro è il più ambizioso, e non lo nega. «A 17 anni andavo ai provini per le pubblicità, facevo la mia audizione, e poi dicevo agli altri in sala d’aspetto: “Tornate pure a casa, hanno preso me”. Naturalmente non era vero».
Ma quei giovani attori non potevano certo sapere di avere a che fare con un autentico supereroe del cinema, l’uomo che nei panni metallici di Iron Man ha fatto incassare già un miliardo e 200 mila dollari con i primi due film della serie, cioè poco meno del miliardo e mezzo raccolto l’anno scorso da solo dal film corale The Avengers, con Downey sempre nei panni dell’uomo di ferro (nonché dell’attore del cast più pagato, con 40 milioni di euro).
La star americana, che ora arriva al cinema con Iron Man 3, è la prova vivente che nessun nemico è imbattibile.
Sul grande schermo, quando combatte i cattivi, ma anche fuori dal set, dove ha sconfitto ombre ben peggiori. Come i dieci anni di arresti per possesso di droga e di armi, la prigione e i centri di riabilitazione, i vizi che gli costarono il legame con l’attrice Sarah Jessica Parker e il matrimonio con la collega Deborah Falconer.
Ma ora Downey Jr è un altro uomo: otto anni fa ha trovato l’equilibrio sposando la produttrice Susan Levin, è diventato il Re Mida di Hollywood e, da un anno, è anche papà per la seconda volta (dopo Indio, 20 anni, avuto con la Falconer, nel 2012 è nato Exton). E adesso arriva al cinema con l’ennesimo successo annunciato, Iron Man 3, in cui il suo Tony Stark dovrà affrontare un terrorista interpretato da Ben Kingsley, e proteggere la sua Pepper Potts, la socia-fidanzata interpretata da Gwyneth Paltrow.
Dal successo dei suoi film, dalle serie di Sherlock Holmes a quella di Iron Man, lei sembra più invincibile dei suoi personaggi. Qual è il segreto?
«Non tocco niente da dieci anni, ma mastico chewing gum alla nicotina, trangugio vitamine, bevo litri di tisane e ogni sei mesi faccio una dieta che dura tre lunghe settimane».
È stato il successo che l’ha aiutata a liberarsi dalle dipendenze?
«No, l’amore. Ho incontrato Susan proprio quando ne avevo bisogno. È stata lei a costruire intorno a me un sistema di sostegno formidabile. Senza rischierei di finire al manicomio O peggio».
Esagerato!
«La linea tra sanità e follia è molto sottile. Per esempio so benissimo che oltre a mia moglie a salvarmi è stata anche la mia ambizione».
Perché?
«Quando ho sentito del progetto di Iron Man, nel 2006, mi sono preparato come un atleta olimpico solo per fare il provino. Sapevo che ero il Tony Stark perfetto, ma i produttori non mi volevano: ho fatto cambiare loro idea. Adesso mi pagano tantissimo, dicono che sono un “costo strategico”».
Si sente più Tony Stark o Sherlock Holmes?
«Sono irritanti, geniali e insopportabili entrambi. Sono come due figli per me, non potrei mai dire che ce n’è uno preferito. Però, un giorno, mi piacerebbe vederli insieme sullo schermo, con me sdoppiato come lo sono nella vita reale».
Dovrebbero pagarla il doppio...
«Esatto! Vado subito a proporlo a qualcuno».
Lei, a sua volta, ha una società di produzione insieme a sua moglie: che cosa farete?
«Uno è un film sulla Corte Suprema americana e sarà interpretato da Robert Duvall, uno dei miei idoli. L’altro è Pinocchio».
Non è un po’ adulto per essere un burattino?
«Ma io sarò Geppetto! Nella mia versione sarà un eccentrico della classe operaia che proietta su un oggetto inanimato tutti i suoi sogni frustrati».
Lei, invece, li ha realizzati tutti...
«No, io sono come Pinocchio: un po’ pezzo di legno, un po’ ragazzino che non si è mai sentito apprezzato. Per questo, nonostante la mia età, sono sempre in cerca di un abbraccio e di qualcuno che mi dica: “Figlio mio, sì, sei bravo”».
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