GIORNO
NOTTE
  • In evidenza
  • Young Generation

    Young Generation

    Young Generation

  • Primavera Estate 2021

    Primavera Estate 2021

    Primavera Estate 2021

  • Borse: tutti i modelli cult del momento

    Borse: tutti i modelli cult del momento

    Borse: tutti i modelli cult del momento

  • It Shoes: le scarpe più belle della stagione

    It Shoes: le scarpe più belle della stagione

    It Shoes: le scarpe più belle della stagione

  • Canali
  • Moda
  • Bellezza
  • Lifestyle
  • Factory
  • Casa
  • Magazine
  • Oroscopo
  • Magazine
  • La cover della settimana
    ABBONATI
  • Newsletter
    • Pubblicità
    • Gruppo Mondadori
    • Network
    • Contributors
    • Condizioni
    • Privacy
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy
    • Notifiche push
    • © 2021 Mondadori Media S.p.A. - via Bianca di Savoia 12 - 20122 Milano - P.IVA 08009080964 - riproduzione riservata

Grazia

Stai leggendo:

Lifestyle

Pietro Sermonti: «Adesso ho fatto goal»

Pietro Sermonti: «Adesso ho fatto goal»

foto di Nicole Cavazzuti Nicole Cavazzuti — 13 Aprile 2012

Fotogallery Pietro Sermonti: «Adesso ho fatto goal»

  • Piero Sermonti Piero Sermonti
  • Pietro Sermonti Pietro Sermonti Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti Pietro Sermonti Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti e Claudio Bisio Pietro Sermonti e Claudio Bisio Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti Pietro Sermonti Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti e Nicole Grimaudo Pietro Sermonti e Nicole Grimaudo Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti e Margot Sikabonyi Pietro Sermonti e Margot Sikabonyi Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti, Lino Banfi e Giulio Scarpati Pietro Sermonti, Lino Banfi e Giulio Scarpati Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti Pietro Sermonti Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti e Carolina Crescentini Pietro Sermonti e Carolina Crescentini Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti e Alessia Marcuzzi Pietro Sermonti e Alessia Marcuzzi Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti, Caterina Murino e Paolo Calabresi Pietro Sermonti, Caterina Murino e Paolo Calabresi Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti Pietro Sermonti Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti Pietro Sermonti Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
  • Pietro Sermonti e Margot Sikabonyi Pietro Sermonti e Margot Sikabonyi Pietro Sermonti nasce a Roma il 25 ottobre 1971.
/ 15 Tutte le foto
ADVERTISEMENT

...

Un passato da calciatore («lo sarò per tutta la vita»), un presente da attore («Ancora per poco»). e il futuro di Pietro Sermonti? Da papà

Un passato da calciatore («lo sarò per tutta la vita»), un presente da attore («Ancora per poco»). e il futuro di Pietro Sermonti ? Da papà.

La maggior parte degli attori non ama parlare della propria vita privata. Pietro Sermonti non fa eccezione, eppure alla fine dell’intervista si lascia andare a qualche confidenza sull’importanza dell’amore e sul suo desiderio di famiglia. Ma andiamo con ordine.

È tornato in tv nei panni di Archie Goodwin, fido assistente dell’investigatore americano Nero Wolfe (interpretato da Francesco Pannofino e diretto da Riccardo Donna), nell’omonima fiction in onda su RaiUno il giovedì in prima serata.

Ci dà un motivo per fermarsi a vedere Nero Wolfe?
«È un progetto coraggioso: una serie dal sapore vintage, articolata in otto storie autonome avvincenti e dall’umorismo un po’ anglosassone. Siamo abituati alle indagini di CSI, realizzate con strumenti sofisticati e tecnologici. In Nero Wolfe, invece, emerge la dimensione umana e i casi sono risolti col cuore e con la mente».

Com’è stato calarsi nel ruolo dell’assistente Archie Goodwin?
«Mi è piaciuto recitare in una fiction in costume e immergermi nell’atmosfera della Roma del 1959, tra macchine, abiti e telefoni d’epoca. Archie è un personaggio divertente da interpretare: profondamente vanesio, ama le donne ma è stregato dalla genialità di Nero Wolfe. E poi sono molto  legato a Francesco Pannofino, che conosco dai tempi di Boris: è stata la sua presenza, oltre alla qualità del copione, a convincermi ad accettare la proposta, nonostante non avessi intenzione di dedicarmi ancora alle serie tv».

Come sceglie i ruoli da interpretare?
«Cerco di diversificare e di individuare situazioni che mi consentano di divertirmi. In questa fiction, per esempio, mi piaceva l’idea di recitare in costume. E poi, cerco sempre di lavorare con attori migliori di me, per imparare qualcosa di nuovo»
.
E che genere di film non girerebbe mai?
«Arrivato a 40 anni, ho l’ambizione di impegnarmi solo in progetti in linea con la mia identità e i miei gusti. Difficilmente reciterei in un horror: il mondo è già abbastanza terrificante e non mi interessa pagare un biglietto per fare un salto sulla poltrona».

Adesso che progetti ha?
«Dopo lo spettacolo teatrale 4 5 6, di Mattia Torre, autore di Boris, ho iniziato a produrre documentari di giovani registi di talento, che mi hanno colpito per la capacità di raccontare la realtà e le storie umane nella loro pienezza».

Ma non voleva mettersi alla prova dietro alla macchina da presa? Esclude un esordio nel futuro prossimo?
«No, anzi, sarà inevitabile. Finora, per non espormi come autore, mi sono nascosto dietro all’alibi di essere troppo impegnato come attore. Oggi, invece, mi sento pronto ad affrontare la sfida e sto già lavorando a un progetto teatrale con alcuni amici».

Che impressione le fa rivedersi sul piccolo e grande schermo?
«Non mi piace, sono ipercritico con me stesso, soprattutto in fase di montaggio. Durante le riprese, invece, per non lasciarmi condizionare, non guardo mai i ciak, a differenza di molti colleghi. Senza scomodare Sigmund Freud, è un evidente segnale di insicurezza...».

Lei è stato una promessa del calcio: le dispiace aver intrapreso tutt’altra carriera?
«Ormai mi sono rassegnato: ora mi troverei a fare il commentatore televisivo o il negoziante di articoli sportivi. Nell’animo, però, sarò un calciatore per tutta la vita e, se dovessi rinascere, mi piacerebbe diventare un campione».

Ha qualche rimorso?
«No, ho smesso di guardarmi alle spalle. Non voglio alimentare rimorsi o rimpianti, così come evito di spingere lo sguardo troppo avanti per non farmi sopraffare dall’ansia. Come dice Francesco Totti: “Life is now”».

Ha dichiarato di essere stato un giovane ribelle, con i vizi del gioco e dell’alcol. Come ne è uscito?
«Non ho mai esagerato, in realtà, anche se ho un temperamento passionale e ho rischiato di rimanere schiavo delle mie cattive abitudini. Con l’esperienza e con il passare degli anni, ho imparato a controllarmi e a viverle con moderazione. Quanto all’alcol, non bevo più: lo facevo spinto dalla tristezza».

Che tipo di uomo è lontano dai riflettori?
«Riservato. Trovo molto faticoso parlare di me. Sono preciso al limite della pignoleria, pieno di difetti, ma anche molto giocherellone e sensibile, non solo nei confronti dell’altro sesso».

Come trascorre il suo tempo libero?
«La mia vita gira intorno al teatro, al cinema e alla Juventus, la mia squadra del cuore. E poi, passerei le giornate a leggere e a praticare surf, uno sport che aiuta a conoscersi meglio e a superare le proprie paure».

Quanto conta l’amore nella sua vita?
«È fondamentale. Non c’è altra ragione al mondo per vivere: né i soldi, né la popolarità, né i premi».

Che cosa fa quando le piace una donna?
«La prendo in giro. Amore per me fa rima con umorismo, gioco e divertimento».

Quali valori non possono mancare alla sua compagna (è fidanzato con l’attrice Margherita Vicario, ndr)?
«La sincerità, l’onestà, la curiosità, il senso dell’umorismo e il talento».

È difficile per un attore avere una famiglia regolare?
«No. Tra gli amici, le famiglie più serene sono proprio quelle dei miei colleghi. Certo, occorre il supporto di una compagna molto sensibile e intelligente, che sappia capire le esigenze e i problemi di un attore».

Per esempio?
«Personalmente, ho bisogno di totale silenzio, quando torno a casa dal set. Il che può essere non molto piacevole».

Non ha mai nascosto di amare i bambini. Oggi si sente pronto per diventare padre?
«Senza dubbio, anche perché non vorrei diventare il nonno di mio figlio!».

Lascerà l’appartamento nel quartiere Testaccio, a Roma?
«Sì, ormai sembra un magazzino: non c’è più spazio per tutti i libri e dvd che ho collezionato negli anni. È arrivato il momento di trovare una nuova casa più spaziosa, per ospitare amici, bambini. E nonni».

© Riproduzione riservata

  • IN ARRIVO

  • La normalità di essere prime. Intervista a Elisabetta Casellati

  • Un jeans che fa bene: i denim brand sostenibili da conoscere!

  • Emma Watson lascia la carriera da attrice? Ecco cosa c'è di vero (e cosa no)

  • Questi pantaloni "effetto high fashion" costano meno di quanto pensiate!

Grazia
Vuoi abilitare le notifiche?
Attendi…

No, grazieSi, attiva