Il timbro particolare della voce, l’eliminazione da X Factor, persino la cellulite. Noemi ha trasformato piccoli e grandi “difetti” in punti di forza. E ora vuole stupire di nuovo: «Con la canzone che Vasco ha scritto per me e... una dieta!»

Chiamami Veronica e dammi del tu. È come se Noemi fosse la mia alter ego: quello che sta accadendo a me, in realtà, è come se stesse succedendo a un’altra. Ho scelto quel nome d’arte perché era quello che mia madre voleva darmi, ma mio padre no. Insomma, è un regalo alla mamma». Sabato pomeriggio. Un appartamento nel verde dell’Eur pieno di tele in acrilico appoggiate un po’ ovunque. Sono con Veronica Scopelliti, vero nome di Noemi, la cantante lanciata dalla seconda edizione di X Factor, e “adottata” prima da Fiorella Mannoia (che con la 29enne romana, due anni fa, ha interpretato L’amore si odia) e ora anche da Vasco Rossi, che ha scritto con Gaetano Curreri il testo del suo nuovo singolo Vuoto a perdere. Noemi sta giocando col suo gatto persiano bianco e il cane, uno shitzu di 11 anni, in una delle rare pause nel tour promozionale di RossoNoemi, il suo secondo album. «Adoro gli animali», dice. «Mi rilassa stare con loro, accarezzarli, osservarli, correre al parco insieme al mio cane».
Fa jogging? In “Vuoto a perdere” lei non sembra una fanatica del fitness. Sdogana addirittura la cellulite...
«Vasco Rossi, che ha scritto la canzone, sostiene di non aver mai visto cellulite dal vivo. Però a me piace considerarla come un segno lasciato dalla vita che ci attraversa: è un’impronta di quel che abbiamo vissuto. Se la guardiamo così, la sopportiamo meglio».
Tante donne la ringrazieranno.
«Basta con questa fissazione di essere perfetti. Quella è un’eccezione, eppure passa per essere la regola. La mia canzone vuole essere un manifesto di quelle imperfezioni che ci rendono uniche. Prendete me, per esempio».
Prego?
«Sì, visto che sederone? E ho anche il seno grande. Tendo a ingrassare perché mi piace troppo mangiare: soprattutto pasta alla carbonara e spaghetti cacio e pepe. Da quando ho avuto successo sono aumentata di peso perché finisco spesso in posti dove la cucina è una tentazione. Ora, però, mi impegnerò per dimagrire, almeno un po’. Nessuno ci crede, ma ce la farò».
Noi, invece, siamo fiduciosi: si dice che Noemi-Veronica sia una testa dura.
«Devo sempre cercare di fare ciò che mi piace, inseguo la coerenza con me stessa, altrimenti soffro. Certo, ricevere buoni consigli è importante, ma se sento che qualcuno vuole impormi le sue idee, io scappo. Anche se, a volte, bisognerebbe essere più furbe, più diplomatiche».
Si è mai sentita un “vuoto a perdere”, come il titolo della sua canzone?
«Certo, canto proprio di quei periodi della vita in cui si fa un bilancio e ci si fa prendere dall’ansia. Ma poi, alla fine, dici: “Chi se ne importa. Quello che è stato è stato, non ho perso nulla, anzi ho pur sempre imparato qualcosa”».
Ha dichiarato: “Per Vasco laverei anche i piatti”. E adesso non solo apre i suoi concerti, ma è stata così brava da fargli scrivere una canzone per lei. Com’è lavorare col rocker italiano per antonomasia?
«È stato bellissimo. Come realizzare tutto RossoNoemi, che mi sento cucito addosso come una seconda pelle. Ho contattato personalmente gli autori e ho lavorato con Gaetano Curreri, Pacifico, Celso Valsi, Corrado Rustici, Federico Zampaglione, Diego Mancino. Nelle canzoni non canto solo d’amore, ma anche di dipendenza fisica, coscienza civile, senza rinunciare a criticare il mondo un po’ superficiale e buonista di oggi».
Sì, ma Vasco Rossi?
«Aver incontrato il mio mito non è stata una delusione: mi ha sorpreso la sua passione da ragazzino. Vasco non si rende conto di che cosa rappresenta: ti si siede vicino, mette la musica al massimo, fuma una sigaretta dopo l’altra e parla, parla...».
Come mai ha inciso l’album a San Francisco?
«Ho avuto la possibilità di collaborare con artisti americani che fanno musica al di là delle mode del momento. Per me è stato un sogno! E poi quella città ha - e trasmette - moltissima energia».
Ripensando al passato, il giudice di “X Factor” Mara Maionchi la eliminò dicendo che tanto avrebbe fatto carriera lo stesso. Aveva ragione.
«La sua fiducia mi ha portato fortuna. E dirò sempre grazie a Morgan: avrei tanto voluto coinvolgerlo nell’album, spero ci siano altre occasioni. Certi critici guardano di traverso i talent show, ma se hai qualità da mostrare, sono una vetrina fondamentale. Anche perché ora nella musica, come in altri campi, non si investe quasi più sui giovani. Senza X Factor, adesso starei ancora cercando lavoro».
Che cosa farebbe?
«Canterei nei pub oppure, chissà, farei il critico televisivo, visto che, al Dams, mi sono laureata proprio in questa materia. Ho preso 110 e lode».
Invece è la nuova rossa della canzone italiana. Che cosa dirà Milva?
«In realtà sono arancione, è un colore chimico che mi rispecchia. Sono una donna di pancia e questa tonalità si addice al mio carattere. Anche Fiorella Mannoia, che ha accettato di cantare con me L’amore si odia, è una rossa».
Già, tutti i suoi colleghi sembrano amarla e vogliono collaborare con lei. E lei li ripaga con “Odio tutti i cantanti”.
«No, quello è un testo metaforico! Non smetterò mai di ringraziarli: devo essere all’altezza di queste collaborazioni».
Ha studiato canto?
«No, mai. Sino ai 12 anni avevo la fissazione per Giorgia e Aretha Franklin. Poi, una mattina, mi sono svegliata scoprendo di avere una voce diversa: ero disperata, pensavo che non avrei più potuto cantare! Alla fine ho capito che una voce grave era un dono raro. Così, da brava formica, ho lavorato con ciò che avevo».
E queste tele alle pareti?
«Sono i miei acrilici, ma adesso voglio passare alle tempere e ai colori a olio. Però ho attraversato anche la fase dei manga e dei fumetti come Dylan Dog e Diabolik. Compro tele sempre più grandi, quasi non c’è posto per...».
...per il contrabbasso del suo fidanzato?
«Gabriele (Greco, ndr) è la mia fonte di ispirazione. Stiamo assieme da tre anni e mi fa sentire sempre musica diversa. Speriamo che duri...»
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