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Grazia

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Lifestyle

Miroslava Duma: «Sono la zarina della moda»

Miroslava Duma: «Sono la zarina della moda»

foto di Emanuela Mastropietro Emanuela Mastropietro — 24 Luglio 2014

È in prima fila alle sfilate, danza con AlaÏa, posa per Roger Vivier. Ma soprattutto detta legge in fatto di glam, perché ogni nuovo look di Miroslava Duma fa il giro del mondo. Una super blogger? Sì. Ma con un certo Georgie diventa un’altra

Miroslava Duma

Quando salgo al primo piano del Kinugawa, il ristorante giapponese di Parigi dove Miroslava Duma mi ha dato appuntamento, la trovo già a tavola. «Mi scusi», dice «ho cominciato a ordinare perché mio figlio deve mangiare presto».
Georgie, tre anni e mezzo, è seduto tra la mamma e la tata. Un chupa-chups in bocca, sta guardando un cartone animato sull’iPad e alza appena gli occhi quando sua madre me lo presenta. La trendsetter russa, 29 anni, è davvero chic nell’ampio soprabito nero di Marni con ricami di perle. Sotto, ha un look casual: top bianco, jeans skinny grigi, scarpe sportive. Non è truccata e non indossa gioielli, a parte la fede nuziale. Sono sorpresa, è diversa da come me l’aspettavo. Figlia di un senatore, moglie dell’uomo d’affari Aleksey Mikheev, Miroslava (Mira per gli amici) fa parte della ristretta cerchia delle it girl e delle regine dello street style più famose. I suoi look fanno il giro del mondo grazie all’universo dei blog. E il suo sito, “Buro 24/7”, detta legge in Russia in materia di lusso, arte, architettura. In qualche anno, è passata dal rango di redattrice dell’edizione russa di Harper’s Bazaar a quello di zarina della moda.
Per sapere che cosa ha fatto durante la fashion week, date un’occhiata al suo profilo Instagram. La vedrete danzare con lo stilista Azzedine Alaïa al ritmo di I’m happy, a cena da Dior e Vuitton, in posa da Roger Vivier (di cui è il volto della collezione primavera-estate), in prima fila a un numero impressionante di sfilate. Ci vuole un certo fisico per reggere un tale ritmo. Ma Mira Duma non ha niente della virago. Volto da bambola, è la prova vivente che non è necessario essere una stangona per incarnare classe ed eleganza. Quando, via mail, mi propone d’incontrarci a pranzo, immagino un’insalatina degna di una modella a dieta, condita da un elenco di dettagli fashion. Mi sbagliavo. Il cameriere arriva con grandi vassoi d’involtini di riso, farciti di polpa di granchio, e di frittura di gamberi e verdure. «Le va se condividiamo i piatti?», mi  chiede mentre tenta di convincere Georgie a rinunciare al chupa-chups.

Suo figlio viaggia spesso con lei?
«Se mi assento più di una settimana, lo porto con me. E a Mosca, dove abito, corro a casa appena posso. L’altra sera dovevo partecipare a una cena di Miu Miu, e lui mi supplicava: “Non andare mamma, non lasciarmi”. Le madri che lavorano sanno come ci si sente».

Parla del senso di colpa?
«Esatto. Allora mi dico: tieni duro, crescerà, spiccherà il volo, e tu sarai un esempio per lui. Ti rispetterà di più. Per questo noi mamme dobbiamo continuare a coltivare i nostri interessi. Io poi amo quello che faccio e ogni giorno benedico i miei genitori per avermi permesso di occuparmi di moda».

Perché i suoi avrebbero dovuto opporsi?
«Mi sono laureata in Economia nella migliore università di Mosca. Ma  mi annoiavo tantissimo sui libri di statistica e matematica. Quando ho scelto di lavorare per un magazine di moda, i miei mi hanno sostenuta anche se ai loro occhi era una carriera poco seria».

Poco seria, davvero?
«A voi italiani può sembrare strano, perché la moda fa parte della vostra storia. Ma in Russia, ancora oggi, è considerata una specie di hobby. Tutte le grandi griffe straniere sono presenti nel mio Paese, grazie al forte potere d’acquisto, ma non esiste ancora un brand russo capace di imporsi sul mercato internazionale».

Crede che la situazione possa cambiare?
«È quello per cui mi batto. A maggio ero al Forum internazionale economico di San Pietroburgo, un evento al quale partecipano le più grandi aziende mondiali. Sono in contatto con ministri e altri rappresentanti del governo per apportare nuove idee che facciano avanzare le cose ma… ». (S’interrompe perché Georgie non ne vuole sapere di mangiare e si lascia scivolare sotto il tavolo dove la mamma lo ripesca con dolcezza).

Diceva?
«...Ma come sostiene una mia amica, Vika Gazinskaya, creatrice di talento, occuparsi di moda in Russia è come far crescere un’orchidea al Polo Nord».

Con quante valigie è venuta a Parigi?
«Una per me e una per Georgie. Poi vari brand e designer mi mandano sempre qualcosa».

Come sceglie le sue celebri mise?
«Il criterio è il comfort. Se mi sento a mio agio, funziona. Lo stile Anni 60, per esempio, mi va a pennello».

Quando ha scoperto la sua vocazione?
«Da piccola passavo ore e ore a ritagliare le bambole di carta e i loro accessori che si trovavano su certe riviste russe. Tutto è cominciato così. L’esplosione dell’informazione digitale ha fatto il resto, mi ha connesso con il mondo».

Che cosa rappresenta per lei Internet?
«Il presente e il futuro. Sui social network si fanno le rivoluzioni, si annuncia la nascita di un figlio, si salvano delle vite. Grazie al web, la mia fondazione “Peace Planet” ha trovato i fondi per pagare un’operazione a un bambino malato di leucemia. Io cerco di mettere a profitto ogni informazione che vedo online». (E lancia un’occhiata ai suoi due smartphone posati sulla tavola).

Che effetto fa avere 720 mila follower su Instagram?
«Giuro, non ho mai pensato d’essere più brava di altri. Ma lavoro molto, e seriamente. Un motto russo recita: più fai, più ti organizzi. Ho sempre del tempo per la famiglia. Adoro i miei genitori. Mi sono sposata a vent’anni e il giorno del matrimonio è stato una tragedia: non volevo lasciarli. Adesso capisce perché non posso stare lontana da Georgie».

Il bimbo in questione non riesce più a tenere gli occhi aperti. «È l’ora del riposino», gli dice la mamma. Mentre aspettiamo un taxi, Duma mi parla degli impegni della settimana. «Giovedì ho tre servizi fotografici: uno in Brasile, uno in Turchia e l’altro in Cina. Il giro del mondo in qualche ora». La vedo sparire in auto nel traffico di Parigi. Scommetto che i suoi genitori, adesso, la prendono molto, molto sul serio.

© Riproduzione riservata

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