GIORNO
NOTTE
  • In evidenza
  • Young Generation

    Young Generation

    Young Generation

  • Primavera Estate 2021

    Primavera Estate 2021

    Primavera Estate 2021

  • Borse: tutti i modelli cult del momento

    Borse: tutti i modelli cult del momento

    Borse: tutti i modelli cult del momento

  • It Shoes: le scarpe più belle della stagione

    It Shoes: le scarpe più belle della stagione

    It Shoes: le scarpe più belle della stagione

  • Canali
  • Moda
  • Bellezza
  • Lifestyle
  • Factory
  • Casa
  • Magazine
  • Oroscopo
  • Magazine
  • La cover della settimana
    ABBONATI
  • Newsletter
    • Pubblicità
    • Gruppo Mondadori
    • Network
    • Contributors
    • Condizioni
    • Privacy
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy
    • Notifiche push
    • © 2021 Mondadori Media S.p.A. - via Bianca di Savoia 12 - 20122 Milano - P.IVA 08009080964 - riproduzione riservata

Grazia

Stai leggendo:

Lifestyle

Mario Giordano: «Scusate se sono curioso»

Mario Giordano: «Scusate se sono curioso»

foto di Stefania Rossotti Stefania Rossotti — 25 Agosto 2011

Dal progetto di un canale all news ai (quattro) figli. Dai bestseller al gossip, Mario Giordano ama moltiplicarsi...

Mario Giordano

Estate iperlavorativa per Mario Giordano che, come tutte le persone capaci di muoversi su piani diversi, ha spazio per un’anima sola.

O, almeno, così mi è sembrato. Lui è, contemporaneamente, una decina di cose: è direttore delle News Mediaset, ma in autunno darà vita a TgCom24 (nuovo canale all news).

Ha 44 anni, ma una faccia da ragazzo con incongrui capelli grigi. Ha un’aria da boy scout, ma è l’ideatore del trasgressivo Lucignolo (ricordate? Il primo programma che mandò in onda le notti giovanili come sono davvero). Ha l’erre moscia e la voce esile, ma le usa per dare risposte dirette, dure persino.

È autore di un bestseller del giornalismo d’inchiesta ( Sanguisughe, Mondadori ), ma ha firmato anche due programmi, ora in tv: il futile Bikini (Canale 5, fino al 18 settembre) e il denso Storie di donne (stesso canale, fino al 24 agosto).

Metteteci anche che è padre di quattro figli e capirete perché un uomo così non potrebbe mai avere il tempo di coltivare, non dico un lato nascosto, ma, che so, almeno un hobby. «Per la verità un hobby ce l’ho», dice, e intanto ride. «Il mio lavoro: lo farei anche gratis, sul serio». Dimenticavo: è anche un “secchione”.

E allora partiamo da quello, il lavoro 24 ore su 24. In autunno si occuperà del canale all news di Mediaset. Che cosa è per lei la qualità dell’informazione?
«È come chiedersi che cos’è la vita».

Infatti: è una domanda che, prima o poi, ognuno si dovrebbe fare.
«Credo che Lucignolo sia stato, al tempo, molto innovativo. Farlo adesso sarebbe vecchio e stanco. Se penso a qualcosa di “brutto” firmato da me, mi vengono in mente tutte le volte che, per stanchezza o sciatteria, ho lasciato che si ripetesse un format, senz’anima».

Errori?
«Moltissimi e sempre. La domanda che mi faccio ogni giorno è: quanti errori sono riuscito a evitare?».

Altra domanda che, prima o poi, tutti si dovrebbero fare. Dietro la sua scrivania ha appeso un motto: “Il giorno più facile era ieri”…
«Sa com’è: la tv è un campo di battaglia».

Anche “il giorno più felice” era ieri?
«Per niente. So benissimo che, guardandosi alle spalle, tutto sembra più bello di quello che è stato, semplicemente perché è già stato e amen. Ma io guardo sempre avanti. Sono golosissimo di quello che deve ancora succedere».

Ansioso?
«No, al contrario».

Neanche per questioni private?
«Con quattro figli non potrei permettermelo. Se solo mi fermassi a pensare a tutto quello che potrebbe succedere, mi paralizzerei all’istante. Sarei sopraffatto dall’ansia».

Quattro figli, tre femmine e un maschio, dai 9 ai 19 anni:  ha scelto di “differenziarsi” molto anche in quel campo...
«È naturale, no?».

Non faccia finta di non sapere che quattro figli di questi tempi sono un’enormità. Per averli ci vuole coraggio e, mi perdoni, anche una certa supponenza…
(Ride) «Incoscienza, di sicuro. Ma che c’è di supponente nelle grandi famiglie?».

L’idea di potercela fare, comunque, a garantire amore e presenza per tutti.
«Allora sì, sono supponente. E fortunato. Ho una moglie che mi aiuta moltissimo a “vedere” i miei figli: mi segnala come sta uno e di che cosa ha bisogno l’altro».

Ma, fisicamente, lei riesce a vederli?
«Quando torno a casa, la sera, sono quasi tutti a letto. Riesco a fare solo piccole cose, tipo ritagliarmi di giorno mezz’ora per interrogare in storia una figlia o progettare un viaggio. L’anno scorso ho passato quattro giorni in Normandia solo con mio figlio: sapevo che aveva bisogno di essere “visto” in maniera particolare. È stato bello e intenso».

L’importante è differenziare gli investimenti e modulare i toni: come fa con il lavoro…
«È così: è fondamentale che ognuno di loro riesca a sentirsi diverso e speciale. Per esempio: sto utilizzando i vari inviti alle presentazioni del mio libro per stare con un figlio alla volta, da solo. Chiedo: “Chi vuol venire due giorni con il papà a Positano? Si accettano prenotazioni…” . Bello, davvero. Uno dei vantaggi di essere diventato, all’improvviso, un bestsellerista».

Non si aspettava il successo di “Sanguisughe”? Il tema delle pensioni è decisamente fra i più caldi. E lei lo ha fiutato...
«Bastava guardarsi intorno: la gente non tollera che ci siano anziani che vivono con 400 euro al mese, mentre altri ne hanno 90 mila. Credo che trovare e dare questi dati sia stato importante».

Ha trovato un filone editoriale.
«Per carità. Non voglio specializzarmi. Credo che un buon giornalista non debba mai diventare un esperto. Altrimenti rischia di parlare in modo incomprensibile. Succede anche a chi si occupa solo di calcio, finisci per parlare a un’élite».

Mi scusi, ma dove trova il tempo per scrivere?
«Quello devo sempre e assolutamente trovarlo, perché non posso farne a meno: se non lo faccio, dopo un po’, sto male. Io sono un giornalista scrivente prestato alla tv».

Quanto durerà questo prestito?
«Chi lo sa? Gli impegni televisivi continuano a moltiplicarsi».

Anche questa - mi perdoni di nuovo - è supponenza intellettuale. Non potrebbe starsene lì a occuparsi solo di news? Ce n’è abbastanza, mi pare.
(Ride) «Sono così, sono curioso».

E poi, scusi, che c’entra “Bikini” (tutto estate e gossip, a partire dal titolo) con “Storie di donne”? Lei si “presta” a cose ben diverse tra loro.
«Bikini è una sfida: cercare un linguaggio nuovo per raccontare una cosa vecchia come l’estate. Storie è stato un progetto intenso, nato dalla voglia di dar voce alle donne vere e coraggiose, le donne che vincono tutti i giorni la battaglia di vivere».

Fanno notizia le donne non patinate?
«Ma le ha viste le donne di oggi? L’inverno scorso sono state loro le vere protagoniste, dal movimento delle “sciarpe bianche” in poi».

Che cosa le piace tanto nel genere femminile?
«Guardi, io tifo Toro, quindi sono un appassionato dei derby impossibili. La vita delle donne è tutta così: cercare di vincere sfide che sembrano inarrivabili. Questo è un modo di vivere che mi appassiona».

Lei crede che ci sia un modo femminile di fare tv?
«No. Ci sono giornalisti e giornaliste con sensibilità diverse. C’è un solo modo di fare tv che mi è diventato insopportabile: il giornalista che mette in onda se stesso prima di dare la notizia. Non è questo il modo di “metterci la faccia”. Almeno: non è il mio».

© Riproduzione riservata

  • IN ARRIVO

  • La normalità di essere prime. Intervista a Elisabetta Casellati

  • Outlet Italia: shopping e promozioni da non perdere (anche da casa!)

  • Capelli ricci: i tagli e i colori più cool da provare con i consigli degli esperti

  • Le 10 serie tv più "hot" del momento

Grazia
Vuoi abilitare le notifiche?
Attendi…

No, grazieSi, attiva