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Grazia

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Lifestyle

Maggie Gyllenhaal: «L’orgasmo? Divertente!»

Maggie Gyllenhaal: «L’orgasmo? Divertente!»

foto di Simona Coppa Simona Coppa — 22 Febbraio 2012

Fotogallery Maggie Gyllenhaal: «L’orgasmo? Divertente!»

  • MaggieGyllenhaal MaggieGyllenhaal
  • Maggie Gyllenhaal Maggie Gyllenhaal Margaret Ruth Gyllenhaal, conosciuta come Maggie Gyllenhaal, nasce a New York il 16 novembre 1977.
  • Maggie e Jake Gyllenhaal Maggie e Jake Gyllenhaal Margaret Ruth Gyllenhaal, conosciuta come Maggie Gyllenhaal, nasce a New York il 16 novembre 1977.
  • Maggie Gyllenhaal Maggie Gyllenhaal Margaret Ruth Gyllenhaal, conosciuta come Maggie Gyllenhaal, nasce a New York il 16 novembre 1977.
  • Maggie Gyllenhaal Maggie Gyllenhaal Margaret Ruth Gyllenhaal, conosciuta come Maggie Gyllenhaal, nasce a New York il 16 novembre 1977.
  • Maggie Gyllenhaal e Christian Bale Maggie Gyllenhaal e Christian Bale Margaret Ruth Gyllenhaal, conosciuta come Maggie Gyllenhaal, nasce a New York il 16 novembre 1977.
  • Maggie Gyllenhaal e Jeff Bridges Maggie Gyllenhaal e Jeff Bridges Margaret Ruth Gyllenhaal, conosciuta come Maggie Gyllenhaal, nasce a New York il 16 novembre 1977.
  • Maggie Gyllenhaal e Peter Sarsgaard Maggie Gyllenhaal e Peter Sarsgaard Margaret Ruth Gyllenhaal, conosciuta come Maggie Gyllenhaal, nasce a New York il 16 novembre 1977.
  • Maggie Gyllenhaal Maggie Gyllenhaal Margaret Ruth Gyllenhaal, conosciuta come Maggie Gyllenhaal, nasce a New York il 16 novembre 1977.
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Nel film Hysteria, l’esilarante storia della nascita del vibratore, Maggie Gyllenhaal è Charlotte, ragazza ribelle e anticonformista nell’Inghilterra vittoriana. «Un personaggio che mi assomiglia molto», dice. «Anch’io non credevo nel matrimonio... finché mi sono sposata»

Nel film Hysteria , l’esilarante storia della nascita del vibratore, Maggie Gyllenhaal è Charlotte, ragazza ribelle e anticonformista nell’Inghilterra vittoriana. «Un personaggio che mi assomiglia molto», dice. «Anch’io non credevo nel matrimonio... finché mi sono sposata».

Alla proiezione in anteprima di Hysteria, all’ingresso in sala tutte le giornaliste hanno ricevuto in omaggio un sacchettino di velluto rosa, proprio come quelli dei gioiellieri. Molte di noi l’hanno infilato nella borsetta senza pensarci, altre più curiose (me compresa) l’hanno aperto subito scoprendo così che all’interno c’era un minivibratore in formato portachiavi.

Le reazioni sono state diverse: risatine, imbarazzo, stupore. Il gadget cinematografico è riuscito a farci entrare immediatamente nel mood del film di Tanya Wexler che racconta appunto l’invenzione del vibratore. Tutto comincia nel 1880, nello studio medico del dottor Dalrymple (Jonathan Price), che cura le pazienti soggette a crisi di pianto, rabbia e malinconia (i sintomi della cosiddetta isteria femminile) con un massaggio vaginale che provoca l’orgasmo e allevia la tensione.

Protagonista femminile di Hysteria è Charlotte (interpretata da Maggie Gyllenhaal), la figlia maggiore del dottor Dalrymple che contesta le pratiche poco ortodosse del padre, si ribella alla vita comoda e si batte per i diritti dei più deboli. Insomma una pasionaria nell’Inghilterra pudica della regina Vittoria.

«Charlotte mi ha conquistato subito. È una specie di animale selvatico in un mondo di donne addomesticate dalle convenzioni. È adorabile, straordinaria, se fossi vissuta in quegli anni avrei voluto essere come lei», dice l’attrice, che diventerà mamma per la seconda volta. Al momento dell’intervista era al quinto mese di gravidanza, ma io non me ne sono accorta, forse per l’abito sapientemente drappeggiato e per la sua costituzione esile.

E pensare che abbiamo parlato anche di ménage famigliare e di figli. Lei ne ha una, Ramona, 5 anni, avuta dall’attore Peter Sarsgaazd.

Parlare di orgasmo femminile e di vibratori provoca ancora timidezze e imbarazzi, non trova?
«Ho visto il film per la prima volta al Festival del cinema di  Toronto: tutti ridevano, compresa la sottoscritta. Ma è senz’altro vero che noi donne siamo più vittoriane di quanto non vogliamo ammettere».

Gli uomini, invece, le sembrano più disinvolti?
«La maggior parte considera il vibratore una specie di rivale, come a dire: “Che cosa fa questo coso che io non sia in grado di fare e anche meglio?!”. Ma ci sono anche quelli evoluti che dicono alla moglie: “Ehi, cara, l’oggetto sembra interessante, perché non lo proviamo insieme?”. Certo, sono pochi... È da non crederci che in alcuni paesi dell’America sia vietata la vendita».

Ci racconti com’è andata sul set: che atmosfera c’era?
«Goliardica. Per tutta la durata delle riprese i produttori di vibratori ci hanno inviato scatoloni su scatoloni di modelli da provare: da morir dal ridere!».

Parliamo del suo personaggio, Charlotte: le assomiglia?
«Moltissimo. Anche a me piacciono le sfide e detesto le imposizioni, ho uno spirito ribelle. Adesso mi sono calmata, ma da ragazza…».

Charlotte non crede nel matrimonio, pensa che sia una condanna per la donna, una situazione impari, tutta a favore dell’uomo. Erano altri tempi, lei come la pensa?
«Anch’io per anni non ho creduto nel matrimonio, neanche ci pensavo. Ci credo da quando mi sono sposata».

Sua madre è scrittrice, sua zia avvocato, sua nonna medico: quanto è importante il lavoro nella sua vita?
«Tantissimo. Mi aiuta a essere anche una brava mamma e una buona moglie».

Trova che sia difficile, oggi, crescere una figlia?
«La maternità è un’immensa gioia, ma non c’è un modo di prepararsi prima. Imparo giorno per giorno come si fa e, in parte, me lo insegna mia figlia Ramona».

Le assomiglia?
«Tutti giurano che è identica a me».

Mi dica una cosa: lei sorride sempre?
«Spesso».

Qual è il difetto peggiore del suo carattere?
«Mi infiammo facilmente, soprattutto se penso che qualcosa sia ingiusto. Non riesco ad ascoltare stupidaggini e fare finta di niente: c’è chi scollega l’audio e pensa ai fatti suoi, io no. E poi non sopporto chi arriva in ritardo, forse perché l’ho fatto per anni finché ho capito che era una mancanza di rispetto».

Le piace fare shopping? In particolare, di che cosa? Scarpe, borse, abiti...
«Ho la mania dei trench. È il capo d’abbigliamento che amo di più. Non mi chieda quanti ne ho!».

È gelosa?
«Quando ero più giovane, poi mi è passata».

E suo marito lo è di lei?
«Forse, ma è come se non lo fosse, mi lascia libera e si fida di me».

Lei e suo marito siete ambasciatori di “Sos Children Village”: ce ne vuole parlare?
«È un onore per noi collaborare con questa iniziativa che riconosce ai bambini il diritto di avere una famiglia e di crescere nell’amore e nella sicurezza. Prima di iniziare le riprese di Hysteria, io e Peter siamo andati ad Alibaug, a sud di Mumbai, per inaugurare un villaggio di 14 case-famiglia per oltre 140 bambini. Non avevo mai visitato l’India, trovo incredibile che in un Paese in pieno sviluppo economico 18 milioni di bambini vivano per strada. Solo a Mumbai ce ne sono 250 mila circa».

Che cosa è cambiato in lei dai tempi di “Secretary”, film cult sul rapporto sado-maso che l’ha resa famosa?
«Oddio, si parla di una decade fa, ne sono successe di cose... Ogni personaggio che interpreto mi fa capire qualcosa in più di me stessa e, allo stesso tempo, cambia un pezzetto di me. Sono orgogliosa di tutti i miei ruoli, tranne di uno, davvero miserabile».

Domanda scontata: quale?
«Non lo dirò mai, ma l’ho detestato con tutto il cuore».

Nel 2011 ha portato a teatro “Tre sorelle di Cechov” e ha girato “Hysteria”. Prossimamente in quale film la vedremo?
«Still I rise, diretto da Daniel Barnz. È la storia di un’insegnante e di una madre che si ribellano al basso livello d’istruzione offerto ai bambini e cercano di riformare il sistema scolastico».

Ma lei non si riposa mai?
«Sì, mi prendo delle pause. Nei prossimi mesi me ne starò a casa tranquilla».

Certo, con un bambino in arrivo...

© Riproduzione riservata

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