GIORNO
NOTTE
  • In evidenza
  • Young Generation

    Young Generation

    Young Generation

  • Primavera Estate 2021

    Primavera Estate 2021

    Primavera Estate 2021

  • Borse: tutti i modelli cult del momento

    Borse: tutti i modelli cult del momento

    Borse: tutti i modelli cult del momento

  • It Shoes: le scarpe più belle della stagione

    It Shoes: le scarpe più belle della stagione

    It Shoes: le scarpe più belle della stagione

  • Canali
  • Moda
  • Bellezza
  • Lifestyle
  • Factory
  • Casa
  • Magazine
  • Oroscopo
  • Magazine
  • La cover della settimana
    ABBONATI
  • Newsletter
    • Pubblicità
    • Gruppo Mondadori
    • Network
    • Contributors
    • Condizioni
    • Privacy
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy
    • Notifiche push
    • © 2021 Mondadori Media S.p.A. - via Bianca di Savoia 12 - 20122 Milano - P.IVA 08009080964 - riproduzione riservata

Grazia

Stai leggendo:

Lifestyle

Luciana Littizzetto: «Come mamma faccio ridere»

Luciana Littizzetto: «Come mamma faccio ridere»

foto di David Allegri David Allegri — 21 Marzo 2012

Fotogallery Luciana Littizzetto: «Come mamma faccio ridere»

  • Luciano Litizzetto Luciano Litizzetto
  • Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto e Maurizio Costanzo Luciana Littizzetto e Maurizio Costanzo Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto e Claudio Bisio Luciana Littizzetto e Claudio Bisio Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto e Piero Chiambretti Luciana Littizzetto e Piero Chiambretti Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto e Fabio Fazio Luciana Littizzetto e Fabio Fazio Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto e Pippo Baudo Luciana Littizzetto e Pippo Baudo Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto e Fabio Fazio Luciana Littizzetto e Fabio Fazio Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto e Giorgio Napolitano Luciana Littizzetto e Giorgio Napolitano Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
  • Luciana Littizzetto, Piero Castellitto e Rocco Papaleo Luciana Littizzetto, Piero Castellitto e Rocco Papaleo Luciana Littizzetto nasce a Torino il 29 ottobre 1964.
/ 17 Tutte le foto
ADVERTISEMENT

...

Ma solo al cinema, nel ruolo di madre di un pornoattore. «Nella vita invece con i figli sono una “comandoira”» dice Luciana Littizzetto. E in amore? «Mi piace l’uomo “truzzo” e sono allergica all’abito bianco»

Ma solo al cinema, nel ruolo di madre di un pornoattore. «Nella vita invece con i figli sono una “comandoira”» dice Luciana Littizzetto . E in amore? «Mi piace l’uomo “truzzo” e sono allergica all’abito bianco».

Sto cercando di scongelare il pollo, penso che dovrò tramortirlo contro il tavolo della cucina, è cemento puro...». Sono le 12 e 45, Luciana Littizzetto sta preparando il pranzo per il figlio (ne ha due in affido. «In quella condizione i bambini sono come ricci, creature spaventate che si difendono prima ancora di essere attaccate», dice).

Anche nel suo ultimo film, È nata una star?, tratto da un romanzo di Nick Hornby (in sala dal 23 marzo) e girato al fianco di Rocco Papaleo, è una madre: di Pietro Castellitto, professione pornoattore (e figlio di Sergio e Margaret Mazzantini).

La chiacchierata è inframmezzata dai guaiti improvvisi del cane Gigia che sembra impazzire appena sente suonare il campanello della porta o il telefonino. «È grande come una mosca, ma tignosa. L’ho trovata in autostrada, all’altezza di Rho, una domenica mentre andavo a Che tempo che fa. La scambiai per un coniglio, una lepre, pensavo che qualcuno l’avrebbe accudita, ma poi non ci siamo più separate».

Se scoprisse che suo figlio è un pornoattore, come reagirebbe?
«Come faccio nel film: mi incavolerei a morte, gli direi che non può andarsi a cacciare in un mondo tanto schifoso, dove droga, prostituzione, soldi riciclati sono all’ordine del giorno. Poi, come la madre di È nata una star?, cercherei di digerire la botta e penserei che, tra tutti i dolori che ci sono, un figlio che lavora nell’industria del porno non è poi un dramma irreparabile. Del resto, capita di avere a che fare con persone con cui pensiamo di essere in confidenza, salvo scoprire che sono sconosciuti. Tutti abbiamo una zona grigia che non raccontiamo».

Suo figlio maggiore è venuto a vederla sul set?
«Sì, stranamente sì. E si è anche divertito. Però ai miei ragazzi non interessa molto del lavoro che faccio e questo mi piace: vuol dire che tu per loro resti tu, a prescindere dal mestiere che fai e dal successo che puoi avere».

Che madre è Luciana Littizzetto?
«In piemontese direi “comandoira”. Sono abbastanza severa, mi piacerebbe poter dire più spesso di sì, però credo che con i figli adolescenti, oltre all’ascolto, serva autorevolezza».

Tornando al film: il padre, Rocco Papaleo, come reagisce?
«Nel film, papà Papaleo ha una reazione molto rigida, subisce questa situazione, si rifiuta di accettare che suo figlio abbia scelto la perdizione. L’intesa tra me e Rocco è stata magica: spero venga fuori anche dal film».

Anche Luciana folgorata dal fascino dell’attore lucano?
«Sul palco dell’Ariston Rocco ha fatto sfracelli perché è un uomo stralunato ed era vergine. Di televisione, intendo: un puro a Sanremo. È un poeta, io sono una contadina, però è nata subito una bellissima sintonia, come se avessimo suonato nella stessa tonalità. Forse perché siamo entrambi musicisti».

Lei ha il diploma di Conservatorio...
«Ma sono così brava a suonare al pianoforte il mio amato Claude Debussy che faccio un altro mestiere».

L’attrice comica: non è poi così male...
«Scherziamo? Lo adoro, è quello che ho sempre sognato.Costa fatica, soprattutto farlo sempre al meglio, però sono felice».

Ed è anche scrittrice di bestseller. L’ultimo libro, L’educazione delle fanciulle, edito da Einaudi e scritto a quattro mani con Franca Valeri, è da mesi in testa alle classifiche.
«L’idea del libro venne durante la trasmissione di Fabio Fazio. All’inizio ero un po’ in soggezione, anche se anni fa aprii un suo spettacolo: Franca ha scritto la storia dell’arte comica al femminile. Ho scoperto che, a dispetto dei suoi novant’anni, è modernissima, molto più “avanti” di me, una donna spiritosa anche nella vita, qualità non tanto scontata in un comico».

Mai nessuna discussione con Franca durante la stesura del libro?
«Impossibile, ha troppa classe. La prendevo in giro per la cura che ha del suo look: è attentissima agli occhiali, alle scarpe, ai suoi abiti. Poi però, alla prima intervista congiunta nella sua casa, in preda al timore di sfigurare nel confronto, sono corsa nel negozio di Roma più vicino per comprarmi una maglia, senza accorgermi che non avevo tolto la placchetta antitaccheggio. Per tutta l’intervista ho cercato di nasconderla con la mano. Franca ancora mi prende in giro...».

Nemmeno Valeri è riuscita a farle cambiare idea sul matrimonio?
«Secondo me è un flagello, come l’abito bianco. L’altro giorno sono andata dalla fioraia per chiederle come ridare vita alle mie piante gelate, e lei voleva convincermi a cingerle col tulle da sposa. Ma non ci sono cascata, con me non serve a niente».

Littizzetto monogama seriale ma mai moglie?
«È quella frase, “per sempre”, a inquietarmi, perché niente lo è. Tranne Pippo Baudo. Che poi non significa che certi incastri non possano durare per tutta la vita. Ma sono rarissimi, ammettiamolo».

Sempre che l’uomo non calzi i “fantasmini”...
«Li odio! A me piace il maschio un po’ “truzzo”, stile Peter nel cartone animato Heidi».

Come Fabio Fazio?
«No, lui è tutto “leccatino”, è come Richie Cunningham di Happy Days, intelligente, spiritoso, ma troppo perbenino. Sempre meglio però dei tipi alla Fonzie, che magari ti fanno innamorare, ma poi gestirli è un casino».

Perché chiama gli organi sessuali maschile e femminile Walter e Jolanda?
«In fascia protetta sta male se una donna dice pistolino o farfallina. Jolanda mi dà l’idea di qualcosa che si muove, Walter di qualcosa di stabile. Mi piace molto il suono delle parole».

Che tipo di educazione ha avuto?
«Mi hanno insegnato tutto i miei genitori, che erano lattai, e la nonna Lucia, che gestiva da sola una trattoria in campagna e spaccava le noci con le gengive. Sono orgogliosa dei miei natali, non ho mai provato alcun senso di inferiorità, anche se quando sento Carlo Verdone raccontare che in casa sua entravano uomini come Federico Fellini e Pier Paolo Pasolini, dico: “Porca miseria, chissà che bello crescere in un ambiente così colto”».

Lei si è riscattata da adulta...
«Leggo due libri a settimana, mannaggia. Così non trovo il tempo per andare in palestra».

Potrebbe provare a sollevare i libri...
«Ci provo con l’enciclopedia Treccani: con quella ti fai una cultura e fai anche culturismo».

Davvero il suo dramma da casalinga è cambiare il sacchetto dell’aspirapolvere?
«Sì, ma credo di avere risolto con l’aspirapolvere che va da solo. E ora aspetto i robot giapponesi tuttofare. Odio anche i pensili altissimi della mia cucina: devo scalarli con lo sgabellino. Nella prossima casa appoggerò le mensole a terra, a costo di ingobbirmi».

Parlando di futuro: che suocera si immagina diventerà? Scelga tra le definizione che lei stessa è solita dare: tromba d’aria, lagna, uccel di bosco, strega merdaccia...
«La mia è uccel di bosco, e va bene così. Comunque, lo scoprirò solo vivendo».

Ha fatto pace con i tailleur?
«Una volta per me era un’agonia portare gonna in pendant con la giacca. Per fortuna in televisione ci sono le costumiste, dalle quali impari sempre qualcosa. Per esempio, che capi come il poncho e il jeans col cavallo basso che ti arriva a metà del polpaccio, be’, non li puoi proprio abbinare».

Che cosa risponde a chi la critica perché dice troppe parolacce?
«Io le dico in modica quantità, è una bufala pensare che nella vita reale non sia così. Se vuoi parlare il linguaggio del tuo tempo, be’, le parolacce si dicono».

Però è contraria alla chirurgia estetica, che fa parte dei tempi che viviamo.
«Mi fa un po’ paura correre tanti rischi per avere una faccia che non è più la tua: la morte non la freghi neanche col botulino. Curare il proprio look è sano, ma si può essere belli anche quando si è donne mature. Prendete Raffaella Carrà, lei è un modello per chi desidera invecchiare bene. Peccato che in Italia l’abbiamo un po’ persa di vista».

Ha scritto di se stessa che “coltiva chimere come gli altri coltivano margherite sui balconi”...
«Sono un po’ sognatrice, è vero. Del resto, se ci si ferma alla propria realtà e non ci si spinge oltre l’orizzonte, la mente resterà con una visione ristretta».

© Riproduzione riservata

  • IN ARRIVO

  • La normalità di essere prime. Intervista a Elisabetta Casellati

  • Gruppo Tod's lancia "Tod's Legacy" il progetto a sostegno dei giovani creativi

  • 21 film che tutti dovrebbero aver visto (almeno una volta) nella vita

  • 5 motivi per inserire il limone nella propria beauty routine

Grazia
Vuoi abilitare le notifiche?
Attendi…

No, grazieSi, attiva