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Grazia

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Lifestyle

Luca Dotto: «Nuotare che noia… »

Luca Dotto: «Nuotare che noia… »

foto di Marina Speich Marina Speich — 13 Luglio 2012

Fotogallery Luca Dotto: «Nuotare che noia… »

  • Luca Dotto Luca Dotto Luca Dotto nasce a Camposampiero, in provincia di Padova, il 18 aprile 1990.
  • Luca Dotto Luca Dotto Luca Dotto nasce a Camposampiero, in provincia di Padova, il 18 aprile 1990.
  • Luca Dotto Luca Dotto Luca Dotto nasce a Camposampiero, in provincia di Padova, il 18 aprile 1990.
  • Luca Dotto Luca Dotto Luca Dotto nasce a Camposampiero, in provincia di Padova, il 18 aprile 1990.
  • Luca Dotto Luca Dotto Luca Dotto nasce a Camposampiero, in provincia di Padova, il 18 aprile 1990.
  • Luca Dotto Luca Dotto Luca Dotto nasce a Camposampiero, in provincia di Padova, il 18 aprile 1990.
  • Luca Dotto Luca Dotto Luca Dotto nasce a Camposampiero, in provincia di Padova, il 18 aprile 1990.
  • Luca Dotto Luca Dotto Luca Dotto nasce a Camposampiero, in provincia di Padova, il 18 aprile 1990.
  • Luca Dotto Luca Dotto Luca Dotto nasce a Camposampiero, in provincia di Padova, il 18 aprile 1990.
  • Luca Dotto Luca Dotto Luca Dotto nasce a Camposampiero, in provincia di Padova, il 18 aprile 1990.
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Prima di tuffarsi assaggia l’acqua («Poi la sputo»). Ha una fidanzata, sportiva come lui («Mi ha aperto la mente») e si definisce uno “stronzo” («Solo in gara, però»). Luca Dotto ha le idee molto chiare sul suo futuro (agonistico e privato). E alle Olimpiadi ha intenzione di stupirci

Prima di tuffarsi assaggia l’acqua («Poi la sputo»). Ha una fidanzata,  sportiva come lui («Mi ha aperto la mente») e si definisce uno “stronzo”  («Solo in gara, però»). Luca Dotto ha le idee molto chiare sul suo  futuro (agonistico e privato). E alle Olimpiadi ha intenzione di  stupirci.

«Da piccolo mi scocciavo a fare le gare. Preferivo il calcio e il basket al nuoto. Sono sport in cui ti diverti davvero. E oggi, quando devo macinare chilometri e chilometri in piscina, mi lamento sempre: “Dobbiamo allenarci così tanto?”. Diciamoci la verità, nuotare è una noia mortale».
Eppure Luca Dotto lo fa davvero bene. Al punto d’aver vinto la medaglia d’argento nei 50 stile libero negli ultimi Mondiali, battendo dei mostri sacri.
Su di lui sono puntati i riflettori delle Olimpiadi. Poco importa se è appena uscito da un periodo difficile: infortunio alla schiena, allenamenti a singhiozzo, assenza da molte gare.
«A Londra voglio arrivarci al 100 per cento e sto recuperando la forma migliore».

Lo incontro a Verona, al centro federale: è bello come un attore.
Lui e la fidanzata, la spadista Rossella Fiamingo, saranno una delle coppie più ammirate dei Giochi.

La sua carriera è iniziata quando...
«Mia mamma mi ha portato in piscina per la prima volta, a sei anni: non sapevo nuotare. Il responsabile, per capire come me la cavavo, mi ha buttato in acqua. Sotto gli occhi terrorizzati di mia madre, sono emerso tranquillamente, raggiungendo da solo il bordo della piscina».

Adesso ama così tanto l’acqua che si è fatto tatuare l’ideogramma giapponese che la simboleggia.  
«I miei genitori non volevano. Era il 2007. Allora, abbiamo fatto una scommessa: se avessi vinto una medaglia negli Europei giovanili, l’avrei fatto. Le probabilità erano bassissime, invece, dopo aver conquistato il bronzo, ho subito telefonato a mia mamma: “Prenota il tatuaggio”!» (e per farmelo vedere, si alza la maglietta. Emozione...).

Si allena con Filippo Magnini che, a 30 anni, è “rinato” e ha vinto gli Europei. Amico o avversario?
«Sono cresciuto con il suo mito, guardandolo in tv. Adesso è un maestro, mi ha insegnato i trucchi del mestiere: come arrivare a una competizione, come prepararsi mentalmente, come non commettere mai l’errore di pensare troppo alla gara. Lui in allenamento è il più forte del mondo, vince sempre».

Di che cosa ha paura in questo periodo?
(Silenzio). «Non mi viene in mente niente... È già una risposta?» (ci pensa ancora un po’). «Vivo 24 ore su 24 pensando al nuoto. Mi alleno sei ore al giorno, faccio palestra, tutto per riuscire a superare i miei limiti. Sono sempre migliorato in questi anni, ma ho paura di fermarmi. Di avere già raggiunto il mio massimo. È successo a molti grandi atleti...».

Il nuoto è uno sport molto più “povero” del calcio. Ma si guadagna bene quando si vince una medaglia importante: lei, in passato, come ha speso i suoi “premi”?
«Ho messo i soldi da parte. Mio papà mi ha inculcato l’idea di risparmiare. Sono figlio unico, ma non sono viziato: i miei genitori mi hanno insegnato che le cose si possono avere, ma te le devi guadagnare. E la felicità non è avere milioni di euro in banca. Va anche al di là dei risultati sportivi. Mi immagino a 40 anni, con una famiglia e una vita tranquilla: sarò felice».  

Di Londra, che cosa teme?
«La pioggia. Sono meteoropatico. Quando mi sveglio e vedo il brutto tempo, è la fine: non parlo più per tutta la giornata. Per fortuna in Italia c’è sempre il sole».

Saranno Olimpiadi doppiamente speciali: gareggerà anche la sua fidanzata, la spadista Rossella Fiamingo. I primi Giochi per entrambi. Tiferete l’uno per l’altro dagli spalti...  
«Non so se ce la faremo: avremo le gare negli stessi giorni. Ma andare insieme a Londra è un sogno».

Fate parte del Corpo forestale e vi siete conosciuti in caserma. Le schermitrici passano per essere delle “guerriere”. Complicato corteggiarle?
«La prima volta che l’ho baciata, tremavo. Ero teso e pensavo: “E se non le piace?”. Lei mi ha guardato e mi ha detto: “Perché hai i brividi?”. Rossella è una persona dolcissima».

Anche tosta: oltre a essere un’atleta, sappiamo che è al decimo anno di Conservatorio, studia pianoforte. Come fa?
«Non lo so! In pedana è piena di grinta e suona meravigliosamente, anche se non lo fa mai davanti a me perché si vergogna».  

È stato trasformato da questo amore?
«Lei è siciliana. Prima di conoscerla non ero andato mai oltre Roma e per me, un po’ per ignoranza, un po’ per le mie radici venete, il mondo finiva con il Po! Rossella mi ha aperto la mente. Ci tuffiamo nel suo mare, la prendo per mano, lei si aggrappa a me e guardiamo il fondale. È bellissimo».  

Shopping insieme?
«Piace più a me che a Rossella, mi rilassa, è il mio lato femminile. Ma ho il brutto vizio di comprare senza guardare neppure il prezzo. Un paio di volte mi è capitato di avere brutte sorprese...».

Mi tolga una curiosità: nelle gare siete tutti depilati, ma oggi, a giudicare dalle sue gambe, non lo è...
«C’è chi si depila sempre, ma per me è una grande rottura di scatole. Lo faccio solo due, tre giorni prima delle gare. Ho provato la ceretta, ma che dolore! Mi sono detto: “Mai più”. Meglio la crema: è più veloce e la metto in valigia. Ci depiliamo per una questione di idrodinamicità. Magari non serve, ma psicologicamente aiuta».

Riti prima della gara?
«Quando arrivo a bordo vasca, mi tolgo la tuta, assaggio l’acqua, la sputo, giro le braccia, mi tocco il torace: sono pronto. Lo faccio per concentrarmi e per controllare la tensione».

A Londra, che cosa conterà di più per vincere? La tecnica, la determinazione, la potenza fisica?
«La determinazione. Può farti vincere anche se arrivi al blocco di partenza sapendo di non essere il più dotato fisicamente e il più forte tecnicamente. Ha la meglio chi è più arrabbiato, stronzo, cattivo degli altri».

Lei sembra tutto tranne che uno “stronzo”...
«È vero, ma nella gara ci si trasforma parecchio...».

© Riproduzione riservata

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