Fotogallery Giorgia: «Scusa, Brad»
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A un mese dall’uscita del suo nuovo album la cantante fa un bilancio. Sulla musica, l’amore e gli uomini. Con un messaggio a Mr. Pitt
Non ha ancora trovato il titolo per il nuovo album, che uscirà il 5 novembre: «Lo so, manca meno di un mese. Ne ho in mente cento di titoli, ma nessuno è quello giusto, devo trovare la parola o la frase che riassuma quello che racconto in queste canzoni e che riesca a creare un legame con i dischi precedenti».
Eppure le ispirazioni non dovrebbero mancare, visto che la cantante 42enne è l’autrice di quasi tutti i brani del cd. «Sono stata un po’ vigliacca. Ho pensato che mi avrebbe aiutato registrare i pezzi in studio, rileggere i testi, fare la foto della copertina… Niente, il titolo non viene! Ma sento che sto per acchiapparlo».
Intanto, Giorgia ha scelto il singolo Quando una stella muore, in radio dal 4 ottobre. È una ballata forte e malinconica. E il testo racchiude un significato che le sta a cuore: «Quando hai vent’anni credi di poter controllare i tuoi cambiamenti, pensi di sapere come sarai. Ma col tempo scopri che non è vero e scopri anche che le esperienze non sono mai casuali, ti fanno morire e rinascere parecchie volte. Le scelte, le gioie, i dolori ti fanno sempre ricominciare da capo e ogni volta aggiungi un pezzetto per capire chi sei. Discorsi da quarantenne, vero?». Giorgia ride, è effervescente e di anni ne dimostra molti di meno, merito della sua bellezza naturale («E del mio truccatore, spesso la notte vado a dormire molto tardi…»).
Ma proprio il tempo che passa è l’ispirazione principale del nuovo disco, con un bilancio emotivo dei suoi quarant’anni. «Per la prima volta ho la sensazione di voltarmi e rendermi conto che un pezzo della mia vita è andato. Sono grata a questa età, perché mi fa dare un valore positivo al tempo, chissenefrega delle rughe, della pelle che perde elasticità e delle smagliature».
Si sente a un giro di boa?
«Guardi, io sono drastica: da quando sono diventata mamma (suo figlio Samuel è nato il 18 febbraio 2010, ndr) è finita l’adolescenza».
Non è un po’ lunga un’adolescenza che dura fino ai 39 anni?
«Me la sono concessa perché quando ero una ragazzina ero molto più tormentata e matura delle mie coetanee di 16 e 17 anni. Dovevo reggere una famiglia pazza, con i miei genitori che si lasciavano e si prendevano, non fumavo, non andavo in discoteca. E quando ho cominciato a suonare nei club, detestavo la gente che si divertiva. Poi, verso i trent’anni ho scoperto che ballare e sudare in discoteca mi piaceva tantissimo e che tornare distrutta a casa alle sei del mattino mi dava la carica».
E ora, l’ultima trasgressione di Giorgia qual è?
«Oddio, se non trovo una risposta mi deprimo… Mi sa che si deve accontentare dell’ultima trasgressione di Giorgia da mamma: far vedere la tv a Samuel a cena. Il padre non glielo permette quando siamo a tavola, ma quella volta lui non c’era… Adesso sono ancora più depressa…».
Le do la possibilità di rifarsi: che cosa guarda in un uomo?
«Quelli dichiaratamente belli m’insospettiscono».
I brutti, invece, fanno colpo?
«Dipende da che cosa dicono quando parlano, allora capisco se mi piacciono. Se dovessi scegliere tra una cena con Brad Pitt o con Danny De Vito, vado con Danny».
E per il dopo cena va a trovare Brad.
«Ma lui è uno che si fa le mèches! È un uomo stupendo, ma non è il mio tipo. Anche da piccola non impazzivo per i belloni, in camera avevo i poster dei jazzisti».
Tuttavia come compagno si è scelta un ballerino, Emanuel, che è decisamente figo, muscoloso ed è anche più giovane di lei di 8 anni. Come la mettiamo?
«Ma non sa che fregatura che ho preso! Gli fa male un ginocchio, ha una tendinite, si addormenta prima di me... A parte gli scherzi, io all’inizio mi aspettavo che Emanuel fosse attento alle donne che lo guardano, invece non gli importa, anzi, è un po’ rimbambito. E poi, lo consideravo troppo giovane per me, però è stato talmente costante nel farmi la corte che alla fine ho pensato: “Avrà ragione lui”. Certo, la differenza d’età implica che io sto vivendo una fase della vita e lui una diversa, su questo ci dobbiamo confrontare. Abbiamo anche avuto la rivoluzione del figlio. Quando si diventa genitori la coppia è da rimettere in piedi e noi siamo in questa fase di rinnovamento: i tempi per noi sono quasi inesistenti. Meno male che lavorando insieme abbiamo uno scambio diverso e non parliamo solo di Samuel».
Le ha insegnato a ballare?
«Macché. Moon walking è un passo che so fare perché l’ho imparato da sola. Però lui è molto creativo, a volte gli rubo delle idee. E spesso componiamo insieme, lui prepara le basi e io ci lavoro con la melodia e il testo».
Adesso ne parla come se fosse un elettrodomestico…
«È che vorrei parlare bene di Emanuel il meno possibile, sennò sembro quella che sponsorizza il fidanzato. E sul suo aspetto fisico ci sono anche delle controindicazioni».
Addirittura?
«Tipo in spiaggia, quando si toglie la maglietta, ed è perfetto, come dopo un ritocco di Photoshop. Lì è come se mi lanciasse un monito: “Devi tenerti in forma”. Io glielo dico sempre che un po’ di pancia ci vuole, altrimenti si scivola, le mani devono attaccarsi a un po’ di ciccia! E lui risponde: “Non ti preoccupare, arriverà il giorno in cui perdo i capelli, ingrasso e sarai contenta”».
È gelosa di Emanuel o lo sarà quando perderà i capelli?
«No. Avevo una concezione punitiva dell’amore: devo star male, mi tradirà, mi farà soffrire e infine mi lascerà. E vengo da una gelosia morbosa. Poi, semplicemente, sono cresciuta. Forse in questo lui era più maturo di me».
Si parla di matrimonio dalle vostre parti?
«Sono figlia di genitori separati e questo è un buon alibi per evitarlo… Avrei voluto sposarmi quando ero più giovane, mi ero anche comprata un vestito tutto rosso patchwork, non mi entra più ma è bello e ce l’ho ancora nell’armadio. Invece non l’ho fatto. Non che non me l’abbiano chiesto. E non che io non abbia detto di sì. Ma gli uomini sono poco concreti: se tu non dici “Allora organizziamo”, il tempo passa e non succede nulla».
Sta dando tutta la colpa agli uomini?
«Diciamo metà e metà. Comunque io ed Emanuel ce lo siamo promesso».
Cerimonia in chiesa o in comune?
«In comune è triste, ma per organizzare in chiesa devo fare la Cresima, altro motivo per rimandare…».
Ho capito, per ora niente nozze. Cambiamo discorso: meglio un concerto o il sesso?
«Dipende. Un concerto può farti toccare il cielo, oppure ti lascia amarezza perché non è andata come desideravi. Lo stesso vale per il sesso: capita che è eccezionale e capita la volta che dici: “Vabbè…”. Per fortuna, in entrambi i casi c’è una seconda possibilità e una terza e una quarta…».
Nel suo album c’è un duetto con Olly Murs, cantante inglese e nuovo sex symbol…
«Mi piace il fatto di avere uno straniero nel cd e mi piace cantare in inglese. Poi Olly è un grande professionista».
Lo sa che sul web girano le sue foto in perizoma dopo uno spogliarello in un club di Londra?
«Le ho viste, è la tipica follia inglese. Sono sempre dei gentleman e poi a un certo punto sbroccano. Comunque, una cosa è sicura: in studio di registrazione per la nostra canzone ci è venuto vestito».
© Riproduzione riservata
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