Fotogallery Francesca Cavallin: «Io e Sgarbi? Siamo molto diversi»
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Sarà la moglie di Adriano Olivetti in una nuova fiction su Rai Uno. Ma per il futuro ha altri progetti oltre a cinema e teatro: per esempio dare del filo da torcere a Vittorio Sgarbi
Ha costruito la sua carriera sulle più popolari serie tv, da Don Camillo a Un medico in famiglia, ma ora Francesca Cavallin ha deciso di dedicarsi anche al cinema, al teatro e all’arte (ha una laurea in storia dell’arte).
Intanto, però, la vedremo il 28 e il 29 ottobre in prima serata su Rai Uno nella fiction in due puntate Adriano Olivetti - La forza di un sogno, con Luca Zingaretti nel ruolo del patron della storica società di macchine da scrivere e calcolatori di Ivrea.
Nella fiction lei è Paola Levi, la prima moglie di Olivetti: che tipo di donna era?
«Una donna emancipata, innamorata dell’arte, irresistibile e assolutamente imprendibile. Forse vagamente bipolare. Il personaggio che ogni attrice sogna di interpretare, anche se durante il provino io ero un po’ imbarazzata».
Perché?
«Pochi minuti prima di provare, il regista, Michele Soavi, mi ha detto con nonchalance che Paola Levi era sua nonna: sono rimasta gelata! Mi sono sentita come prima degli esami quando ti sembra di non ricordare più niente».
Poi però è andata molto bene...
«Sì. Dopo avermi fatto i complimenti e avermi scelta per la parte, Soavi mi ha chiesto: “Scusa, ma tu di che segno sei?”. “Cancro”, ho risposto. E lui: “Lo sapevo! Anche mia nonna era Cancro”».
Lei è uno dei volti femminili della fiction italiana: per scelta o per caso?
«Ho cominciato a recitare tardi, a 26 anni, prima ho seguito per qualche anno la carriera universitaria e mi sono trovata a lavorare per la televisione per caso. Adesso però ho voglia di fermarmi e sondare anche altri percorsi».
Pensa al cinema o al teatro?
«Tutti e due. E non solo. Spero di tornare a parlare di storia dell’arte in televisione: in passato ho condotto una rubrica per Leonardo e un’altra su La7».
Sarà il nuovo Vittorio Sgarbi?
«Lui è indubbiamente un grandissimo esperto di arte, ma siamo molto diversi. Si vede a occhio nudo, non crede?»
© Riproduzione riservata
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