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Grazia

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Lifestyle

Eva Longoria: «Gli uomini? Sono meglio i gatti!»

Eva Longoria: «Gli uomini? Sono meglio i gatti!»

foto di Silvia Mapelli Silvia Mapelli — 21 Agosto 2012

Fotogallery Eva Longoria: «Gli uomini? Sono meglio i gatti!»

  • Eva cover Eva cover L'attrice Eva Longoria
  • 02 00245241h 02 00245241h L'attrice Eva Longoria
  • Eva a Cannes 2012 Eva a Cannes 2012 L'attrice Eva Longoria
  • Eva Eva L'attrice Eva Longoria
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  • Con Marcia Cross e Felicity Huffman Con Marcia Cross e Felicity Huffman L'attrice Eva Longoria
  • Con Vanessa Williams Desperate Houswives Con Vanessa Williams Desperate Houswives L'attrice Eva Longoria
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«Decisamente più facili da addestrare», dice secca l’ex “disperata” Eva Longoria che sfoggia tanti talenti: attrice, scrittrice-chef, filantropa, produttrice tv. Sentite un po’ di cosa parla il suo reality...

Prima ancora di incontrarla, ne sento la presenza. La sua inconfondibile risata, risuona infatti al di là della parete. Sono in una suite dello splendido Savoy Hotel, a due passi da Covent Garden, in attesa di incontrare Eva Longoria , la mitica Gabrielle Solis di Desperate Housewives. L’attrice è a Londra per parlare della sua ultima avventura, Follow your passion - Segui le tue passioni, la campagna mondiale di Sheba, il cibo per gatti. La star di origini messicane, 37 anni, ne è il nuovo volto. Sexy, ammiccante, divertente. Proprio come lei. Una donna impegnata e, come scoprirò presto, poco propensa al rimpianto. «È stato molto triste lasciare amici con cui ho condiviso 8 anni della mia vita», confessa a proposito della fine della serie cult, «ma anche stimolante. Per una porta che si chiude, ce n’è infatti una che si apre. E l’incognita è sempre eccitante». Soprattutto se, come nel suo caso, ha il volto di Andy Garcia, suo marito in For Greater Glory, appena uscito nelle sale americane, o quello di Billy Bob Thornton, suo partner nel prossimo The Baytown Disco. Due matrimoni alle spalle, con l’attore Tyler Christopher e con il campione di basket Tony Parker, e una storia conclusasi da poco, quella con Eduardo Cruz, musicista nonché fratello minore di Penélope, l’attrice è in forma smagliante.

È vero che nella sua vita i gatti contano più degli uomini?
«Di sicuro sono più facili da addestrare (sorride, ndr). Sono cresciuta in mezzo ai gatti, e li adoro. A casa, ne avevamo...19. Perché io e le mie tre sorelle, quando ne vedevamo uno per strada, non riuscivamo a resistere alla tentazione di prenderlo con noi. Ecco perché girare questo spot è stato un piacere».

Dalla passione all’amore. E a Ready for love, la trasmissione della NBC di cui è produttrice. Di cosa si tratta?
«Ci sono tre scapoli che si propongono alle americane e tre “matchmaker” che cercano di trovare loro le partner ideali. Di questi tempi, per trovare l’amore, si usano internet, i social media, le agenzie; lo scenario degli appuntamenti è quindi totalmente nuovo. E noi ci siamo adeguati».

Secondo lei, perché per trovare l’anima gemella ci si affida ai social network?
«Perché viviamo in una società globale e il nostro partner ideale potrebbe trovarsi in Russia, o a Los Angeles, Roma…E poi il tempo a disposizione è sempre più limitato. Se è vero che l’85% delle coppie si forma sul lavoro, è anche vero che se uno non lavora, non sembra avere molte opportunità».

Che cosa l’attrae in un uomo?
«Quello che mi affascina nelle persone in generale: l’umorismo. Mi piace ridere e soprattutto adoro chi mi fa ridere».

Il meglio e il peggio dell’universo maschile?
«La cosa che detesto di più è la maleducazione. Il miglior pregio, invece, è la disponibilità. La voglia di prendersi cura degli altri e la capacità di trattare tutti allo stesso modo. Dal presidente al cameriere. Senza nessuna differenza».

Il gesto più romantico che abbia mai fatto?
«Solo uno? (ride). Ne ho fatti moltissimi. Per lo più sorprese. Dai viaggi ai bigliettini: nascosti per la casa, in auto o in valigia».

E quello fatto a lei?
«Il romanticismo è nelle piccole cose della quotidianità. Per me il matrimonio dev’essere ricco di gesti semplici ma meravigliosi».

In una recente intervista, ha detto di essere una donna “senza rimpianti”. Un’affermazione difficilissima da mettere in pratica.
«Anche se il nostro passato o la nostra adolescenza sono stati turbati da eventi sgradevoli, non vedo la necessità di portarseli dietro. Anzi. Credo che le nuove persone che ci capita di incontrare, amici, familiari, amanti, abbiano il diritto di partire da zero. Senza doversi far carico dei nostri “pesi”».
Come è riuscita a eliminare i suoi fardelli?
«Grazie alle donne con cui sono cresciuta. Mia mamma, le mie tre sorelle, le nove zie. Donne forti e indipendenti che mi hanno insegnato ad affrontare la vita in un certo modo. È strano, oggi i nostri modelli sono le celeb. E molte ragazze vogliono assomigliare a quella o quell’altra diva. Ma quando ero bambina, questo non accadeva. I miei modelli erano mia mamma e mia nonna, e sono state loro a insegnarmi a valutare che cosa è importante e cosa non lo è».

Essere premiata per l’impegno nei confronti della comunità latino americana deve essere stata una bella soddisfazione. Più della nomination al Golden Globe?
«La filantropia è la mia passione più grande. E da poco ho lanciato l’Eva Longoria Foundation, che promuove l’educazione femminile e l’ingresso delle donne latino americane nel mondo del lavoro. In particolare, le aiuta ad aprire attività in proprio. In America e soprattutto nella comunità ispanica, credo sia importante che le giovani donne acquistino potere. Le leader di riferimento sono troppo poche ed è necessario “coltivarle”, incanalare la loro energia per far sì che riescano a emergere».

Se non sbaglio, uno dei suoi maggiori sostenitori è Barack Obama.
«Il suo supporto è il motivo per cui ho deciso di sostenere pubblicamente la campagna per la sua rielezione. Obama ha fatto moltissimo per la nostra comunità. Nell’educazione, nella sanità, negli affari».

Harvest, il documentario da lei prodotto, denuncia in maniera spietata lo sfruttamento del lavoro minorile in America.
«Siamo la nazione economicamente più potente e il nostro benessere si basa anche sul lavoro dei bambini. È incredibile. Una situazione intollerabile che deve assolutamente cambiare».

È stato difficile farsi prendere sul serio?
«All’inizio sì, perché le celebrities “impegnate” destano comunque una certa diffidenza. Ma io sono convinta che far sentire la mia voce sia un mio diritto di cittadina e, per avere delle solide basi da cui partire, mi sono iscritta all’università (sta facendo un Master in Scienze Politiche e Studi Chicani alla California State University, ndr), ho partecipato al pattugliamento delle zone di confine e ho allacciato uno stretto rapporto con la comunità ispanica».

Eva Longoria for president?
«Noooo. Non credo proprio che faccia per me!» (sorride).

È mai stata vittima di episodi di razzismo?
«Fortunatamente non mi è mai capitato. Sono cresciuta in Texas, in un ambiente tutto sommato protetto. Anche perché al college, per esempio, circa l’85% degli studenti era di origine ispanica. E Los Angeles, dove mi sono trasferita subito dopo, è una città talmente cosmopolita che nessuno fa caso alla tua etnia».

Eva’s Kitchen: Cooking with Love for Family and Friends, il suo libro di ricette, è un omaggio alla cucina di sua mamma?
«In un certo senso. La cucina è un’altra delle mie passioni. E scrivere ricette da tramandare è un’usanza di famiglia. A ogni matrimonio, ognuno butta giù la propria ricetta preferita, che viene poi raccolta in una specie di diario che viene regalato a chi si sposa. Ecco da dove ho tratto l’ispirazione per il libro».

La sua specialità?
«Tortilla soup (tortillas, pomodoro, pollo, formaggio e peperoncino, ndr) con il tocco twist del guacamole».

© Riproduzione riservata

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