Ellen Pompeo su Grey's Anatomy: non mi aumentavano lo stipendio per colpa di Patrick Dempsey
Dopo 14 anni di Grey's Anatomy, Ellen Pompeo è l'attrice più pagata del piccolo schermo, ma non è stato così facile: ecco perché e cosa c'entra Patrick Dempsey
Sono 14 anni che Ellen Pompeo dà il volto a Meredith Grey in Grey’s Anatomy, ma solo adesso è riuscita a strappare il contratto che ha sempre voluto.
L’attrice ha rilasciato una lunga intervista a The Hollywood Reporter in cui ha parlato a cuore aperto delle sue emozioni riguardo la serie, della sua carriera e dell’effetto negativo che Patrick Dempsey ha sempre avuto quando si parlava di rinegoziare il contratto con la Abc.
Per fortuna ci ha pensato Shonda Rhimes a darle una scossa.
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Com’è iniziata con Grey’s Anatomy
Il 27 marzo del 2005 sulla Abc debuttava il medical drama che vedeva protagonista un’allora sconosciuta Ellen Pompeo sotto le direttive di un’altrettanto sconosciuta Shonda Rhimes. Il successo fu immediato e tutti furono entusiasti.
Tutti tranne una, Ellen Pompeo, che a The Hollywood Reporter ha ammesso: «Sapevo di essere fregata».
In fondo parliamo di un periodo in cui le serie tv non godevano della stima e dell’attenzione dei grandi produttori come oggi e, anzi, rappresentavano un punto di partenza o una forma di schiavitù legata al personaggio.
E proprio questa è stata la preoccupazione dell’attrice per diverso tempo: «Mi dicevo che non sarei rimasta imbrigliata in un medical show per cinque anni».
Ellen Pompeo oggi
Quattordici anni dopo la Pompeo è la star indiscussa dello show in cui alla fine è sì rimasta imbrigliata, ma è anche cresciuta ed è diventata una voce influente del panorama televisivo, conquistato passo dopo passo insieme a Shonda Rhimes.
Alla fine del 2017 ha firmato un nuovo contratto che l’ha resa l’attrice drammatica più pagata del piccolo schermo e che la lega allo show per altre due stagioni (anche se la 15esima e la 16esima stagione non sono ancora state annunciate ufficialmente).
Con una certezza: «La serie andrà avanti finché Ellen vorrà farla». Parola di Shonda Rhimes.
L’effetto Shonda
A detta di Ellen Pompeo, è stata proprio la creatrice dell’impero Shondaland (che oltre a Grey’s Anatomy produce Scandal, Le regole del delitto perfetto, The Catch e ha in cantiere un altro spinoff del medical drama, dopo Private Practice, su una caserma di pompieri) a darle lo stimolo per ottenere ciò che voleva.
«Più Shonda trovava spazio e potere, più mi stimolava. È stata un’evoluzione.
Ed è anche il motivo per cui siamo così legate - spiega l’attrice - Le sono stata sempre leale e lei è sempre stata generosa con me nel condividere il suo potere.
E ora mi ha permesso di essere una delle attrici televisive più pagate, oltre che una produttrice dello show e co-produttrice esecutiva dello spinoff».
Il consiglio più importante che le ha dato? «Decidi quale pensi sia il tuo valore e chiedi il dovuto per quello. Nessuno verrà a dartelo dal nulla.
Da donna so che nessuno può approcciarsi come se non meritasse qualcosa o che non sia giusto chiedere di più per non dispiacere qualcuno. E so per certo che quando un uomo contratta, ci va giù pesante».
Il nuovo contratto con la Abc
Risultato: il nuovo contratto di Ellen Pompeo le frutta più di 20 milioni di dollari all’anno (circa 575mila dollari a episodio, più altri bonus e il compenso come produttrice).
«È successo che sono andata da Shonda e le ho detto: ”Se ti sposti su Netflix e vuoi che lo show vada a morire, mi sta bene.
Ma se vuoi continuare, ho bisogno di essere incentivata. Ho bisogno di sentirmi più potente, di sentire il controllo di questo show”.
E lei mi ha risposto: “Voglio che la serie vada avanti. È la madre di tutte le altre, troviamo una strada che possa renderti felice. Cosa vuoi?”».
Dopo più di un ragionamento sui suoi meriti riguardo alla popolarità di Grey’s Anatomy, Ellen ha dato la sua risposta: «Non farò nient’altro e questo è frustrante per me da un punto di vista creativo.
Registro 24 episodi all’anno e per contratto non posso apparire da nessun’altra parte. Dirigere qualche episodio è divertente ma mi tiene semplicemente lontana dai miei figli. Voglio più soldi e voglio essere produttrice.
Recitare per me è noioso e alla mia età ormai devo essere realistica, non potrò avere una seconda vita. Non sono Julia Roberts.
Ho 48 anni e ho capito che devo chiedere quello che merito. Non sono l’attrice più importante là fuori.
Ma la verità è che tutti possono essere bravi in una serie per uno o due anni, ma per 14 anni? Ci vogliono delle capacità».
Cosa c’entra Patrick Dempsey
«Per me il fatto che Patrick abbia lasciato lo show nel 2015 è stata una svolta.
Lo avrebbero sempre usato come ricatto contro di me. “Non abbiamo bisogno di te, abbiamo Patrick”, mi hanno fatto capire per anni.
Non so se hanno fatto lo stesso con lui, perché non abbiamo mai parlato dei nostri contratti. Qualche volta gli ho chiesto di negoziarli insieme, ma non ha mai voluto.
Poi a un certo punto ho chiesto 5mila dollari più di lui, per principio, perché lo show si chiama Grey’s Anatomy e io sono Meredith Grey.
Non me li hanno voluti dare. Lì avrei potuto andarmene, ma è la mia serie, sono la numero uno.
Perché avrei dovuto andarmene per colpa di un uomo? Ero combattuta ma poi mi sono detta che non avrei mai lasciato che un uomo mi sbattesse fuori da casa mia».
Nessuno mette Meredith in un angolo
Peccato che subito dopo le sia stato affiancato un altro uomo, di certo meno ingombrante di Dempsey:
«L’inchiostro era ancora fresco sulle carte per il licenziamento di Patrick quando loro già correvano per cercare un nuovo ragazzo.
Ero in vacanza in Sicilia, per decomprimere - era stata una lunga relazione lavorativa e tutto era stato tumultuoso, avevo bisogno di un momento per svagarmi - e loro continuavano a chiamarmi e mandarmi foto e chiedermi cosa ne pensassi di questo o quel ragazzo.
Io ho risposto “Ma siete pazzi? Perché pensate che abbia bisogno di un rimpiazzo?”.
Non riuscivo a credere che lo studio e il network pensassero che ci fosse bisogno di un altro uomo.
Abbiamo fatto entrare Martin Henderson ma la sua storyline non è piaciuta, quindi l’abbiamo fatta terminare.
Il femminismo di Ellen Pompeo
Raramente gli attori parlano con la stampa dei loro contratti, ma questa intervista vuole scardinare un muro e un modus operandi che molte attrici non sopportano più e la Pompeo vuole essere d’ispirazione per le giovani che intraprendono questa carriera.
«Non credo che la soluzione stia solo nel dare più potere alle donne, perché il potere corrompe. Non è un discorso solo di donne e uomini.
Ma dovrebbero esserci più donne come noi al potere e non solo sul set di Shonda Rhimes.
Ho solo il diploma e non ero una grande studentessa, ma ho imparato molto a Shondaland.
E ora mia figlia di 8 anni viene con me sul set e vede tutte queste donne fiere e al comando.
Lei adora sedersi sulla sedia del regista con l’altoparlante e gridare “Azione”. Sta crescendo in un ambiente in cui è completamente a suo agio con il potere.
Non conosco nessun altro posto a Hollywood in cui potrebbe accadere lo stesso. La speranza, ora, è che le cose possano cambiare. E presto».
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