Un nuovo look, per sentirsi più “spettinata, dentro e fuori”. un nuovo film, con un ruolo tragico (è una prostituta che tenta il suicidio per amore). Una nuova Ambra («Sono un’altra persona»). dopo gli attacchi di panico, il ricovero in ospedale, le voci di crisi con il compagno Francesco Renga, adesso dice: «No, non ci sposiamo, però un terzo figlio...»

Quando arrivo sul set dello studio fotografico dove abbiamo appuntamento, la trovo accucciata a terra che fruga nella borsa: capelli corti, ciuffo Anni 80, trucco pesante, giubbotto di pelle, jeans e zeppe altissime. L’effetto è quello di Olivia Newton John nel finale di Grease, dopo la trasformazione da brava ragazza tutta romanticismo e golfini color pastello a bomba sexy in pantaloni di pelle nera.
«Ho tagliato i capelli tre settimane fa. Sono così pratici, li adoro. Ho sempre sognato di averli corti: finalmente ho trovato il parrucchiere giusto e l’ho fatto». Se è vero che, per una donna, cambiare acconciatura significa sempre molto di più che un semplice cambio di look, allora siamo di fronte a un caso da manuale. Piccolo ripasso per chi non fosse stato attento: a fine gennaio Ambra è sulla copertina di Sette. Nell’intervista l’attrice romana racconta dei suoi attacchi di panico, di fobie, di un crollo nervoso che l’ha costretta a un ricovero in ospedale il settembre scorso e da cui dice di essersi ripresa solo da poco.
Nel frattempo, al cinema esce Immaturi, film di Paolo Genovese in cui Ambra è tra i protagonisti, e che si rivela un grande successo commerciale. Sempre nello stesso periodo arriva in teatro I pugni in tasca, adattamento dell’omonimo film di Marco Bellocchio, che vede sul palcoscenico la Angiolini insieme a Piergiorgio, figlio del regista. Avanti di qualche mese: è il 16 marzo e Ambra è di nuovo sulla copertina di un settimanale. Questa volta si tratta di Chi, e le foto che accompagnano lo scoop ritraggono l’attrice in atteggiamenti affettuosi, anche se non particolarmente scabrosi (un bacio che non si capisce bene se sia sulla bocca o sulla guancia, una passeggiata al mare, una cena) con Piergiorgio Bellocchio. La notizia viene ripresa ovunque, accompagnata da titoli sulla crisi tra lei e il compagno, il cantante Francesco Renga.
Un matrimonio spesso annunciato e ancor più spesso rimandato, un’intervista di Renga a un settimanale in cui il cantante parla di un momento di coppia difficile, il ricovero in clinica di Ambra e adesso la scappatella con Bellocchio: abbastanza perché su tutti i giornali l’ex ragazzina di Non è la Rai venga raccontata come una donna ben oltre la crisi di nervi.
La settimana dopo, in un’intervista, lei smentisce ogni illazione, dice che con Francesco va tutto bene, si stupisce e si lamenta dell’accanimento quasi compiaciuto nei suoi confronti. Il dubbio, però, rimane. Fino alla data di questa intervista, la prima dopo la tempesta. L’occasione è l’uscita di Notizie dagli scavi (nelle sale il 29 aprile), piccolo film di Emidio Greco tratto dall’omonimo racconto di Franco Lucentini (Mondadori), in cui Ambra - affiancata da Giuseppe Battiston nel ruolo di un professore universitario tenero e imbranato - interpreta la parte di una prostituta che tenta il suicidio per amore. In quella meravigliosa confusione tra realtà e fantasia che solo il cinema regala, molte delle scene la vedono in un letto d’ospedale, stanca, sofferente.
Inevitabile che la prima domanda riguardi il detto “capello nuovo, vita nuova”, quasi a voler sondare quanto di vero c’è stato o c’è ancora sulla sua crisi, sentimentale e non solo. La sua risposta: «È iniziata la mia ventesima vita, praticità e rock», sembra dire che sì, la crisi c’è stata, ma adesso è superata. Ambra va avanti. Anzi, lei e Francesco Renga vanno avanti. Il compagno è infatti sul set insieme a lei. I due, tra loro, si chiamano “amò” per tutto il tempo e - per quel che vale - a vederli insieme non danno certo l’impressione di una coppia con problemi.
Intanto complimenti: ho visto ieri “Notizie dagli scavi” e mi è piaciuto molto.
«Questo film è il mio amore. Non mi interessa neanche come andrà. È una storia delicata, meravigliosa. E Battiston dovrebbe vincere l’Oscar. Come uomo e come attore è geniale. Recitare con lui è un paradiso».
È stato difficile per lei rivedere le scene in cui è in ospedale? Devo dire che nonostante tutto è molto bella anche lì...
«In certe immagini sembravo davvero sofferente e, per una donna, vedersi così è sempre faticoso. Il bello del mio lavoro è che ti aiuta a superare la vanità spicciola, fine a se stessa. Da quando ho cominciato a recitare sono molto più disponibile al cambiamento superficiale. Quando vado a fare le prove al reparto costumi lo dico sempre: stravolgetemi. Mi piace vedermi con una faccia diversa. Il problema è che troppe volte la gente continua a vedere solo Ambra, non il personaggio che interpreto».
Le dà molto fastidio che si veda ancora in lei il personaggio tv e non l’attrice?
«A furia di lavorarci, l’ho superato, non mi ferisce più. A teatro, poi, capita meno. È più un automatismo dei giornali, lo fanno per semplificare».
Quello che stupisce è che le si rinfaccino cose che ha fatto quando aveva 16 anni. Come se a quell’età non avessimo tutti il diritto di fare stupidaggini...
«È quello che cerco sempre di spiegare: a 16 anni sei una persona, a 34 un’altra. È normale che, durante il percorso professionale, si vada alla ricerca delle cose che ci rendono più felici, che ci assomigliano di più. Invece a me lo si rinfaccia sempre, come se fosse un insulto. Ma il problema è di chi mi giudica ancora come la ragazzina di allora, non mio».
Certi giudizi le danno più fastidio adesso o era peggio allora?
«Il periodo peggiore è stato tra i 18 e i 23 anni: non riuscivo più a vivere quello che stavo facendo con la spensieratezza di prima. Così ho provato ad alzare la testa e subito sono arrivate le accuse, della serie “Ecco, vuole fare l’intellettuale”. Io, in realtà, non ero neanche sicura che lo spettacolo fosse quello che volevo davvero nella vita. Questo mio distacco è stato preso come snobismo. Il risultato è che, per un bel po’, nessuno mi ha fatto più lavorare. Ma forse è meglio così, anche perché poi è arrivata la radio, che mi ha insegnato tantissimo».
Anche lì, però, di critiche ne ha ricevute.
«Andrà sempre così, è una cosa karmica. Ha presente il libro di Daria Bignardi, Un karma pesante? Ecco, quello che prova la protagonista lo provo anch’io. Infatti, dopo averlo letto, le ho mandato un sms perché mi ci sono troppo riconosciuta».
Senso del dovere, incapacità di godersi i successi, sensazione di non meritarsi mai nulla: un problema comune a molte donne...
«Per il film di Ozpetek ho vinto 12 premi. Pensa che me li sia goduti? Figurarsi! A ogni premiazione un trauma. Mi dicevo: “Ecco, al prossimo film mi massacrano”».
Però c’è anche chi ha scritto che è stata brava.
«Ma io ricordo solo i giudizi negativi. Anzi, no. Uno positivo me lo ricordo: quello di Maurizio Porro, del Corriere della Sera. L’ho anche chiamato per ringraziarlo».
Non ricordo dove ho letto che le repliche di “Non è la Rai” hanno ancora adesso ascolti da record.
«Non mi stupisce, è stato un evento televisivo che è rimasto nella memoria di tutti, come Happy Days».
Sua figlia le vede, le repliche?
«Macché, non le interessa. La annoiano».
Che cosa l’ha ferita di più di quello che è successo negli ultimi mesi?
«La mancanza di delicatezza e di eleganza. Il fatto che ormai si dia per scontato che essere sbattuta sui giornali sia un prezzo inevitabile da pagare. Ma perché? Io non ho mai dato me stessa in pasto a nessuno. Ma cosa ne sanno di come sono io con le persone, dei miei affetti?».
Prima parlava di una nuova fase della sua vita: come la vogliamo chiamare?
«Più spettinata, dentro e fuori. Più giocosa, leggera, libera. Ne avevo bisogno».
Adesso faccio la giornalista che non ha capito niente: ma quindi si sposa?
«Piuttosto un terzo figlio. È vero che a un certo punto ci eravamo quasi decisi, ma poi ho avuto dei problemi di salute che sono diventati la priorità».
Ma non le è venuto il dubbio che, forse, sotto ci sia davvero qualcosa di psicologico?
«Forse sì. In fondo da bambina non ho mai sognato l’abito bianco e la festa. Diventare madre, quello sì. Quello è sempre stato il mio sogno».
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