Un nuovo album ("anche per aiutare chi soffre"), il ritorno in Italia dopo 24 anni ("Vi adoro!"), l’amore per il marito e il figlio ("vorrei che fossero qui"). Cyndi Lauper è cambiata, ma è sempre se stessa. E ce lo dimostrerà: "una telecamera mi riprende 24 ore al giorno, anche durante questa intervista..."

Negli Anni 80 cantava Girls just want to have fun (le ragazze vogliono solo divertirsi), che un’intera generazione femminile adottò come slogan.
Era biondissima e famosa. Prima di Madonna. Da allora, Cyndi Lauper ha venduto 30 milioni di album e cambiato varie volte colore di capelli, ha sposato l’attore David Thornton (nel 1991) e avuto un figlio, Declyn (oggi 13enne). E noi non abbiamo mai smesso di ascoltare le sue Time after time e True colors.
Le conoscono persino i teenagers. Tutto questo spiega l’emozione che ho provato quando ho avuto l’ok per intervistarla. L’occasione è il suo ritorno in Italia, dopo 24 anni, con il concerto-evento all’Arena civica di Milano, il 13 luglio.
È una delle tappe del tour mondiale per il lancio del nuovo disco, Memphis Blues, che ha già toccato Usa, Argentina, Australia e Giappone. Cyndi Lauper si trovava lì proprio nei giorni del terremoto e da allora ha deciso di devolvere parte degli incassi dei concerti e delle vendite alla Croce rossa giapponese. Mentre chi poteva lasciava il Paese, lei ha continuato il suo tour.
Un gesto coraggioso...
«Non me la sono sentita di mollare, non mi sembrava giusto. La musica può ispirare speranza, può scaldare il cuore... Continuare a cantare è stata una piccola cosa: il mio modo per infondere un po’ di fiducia e risollevare lo spirito nei miei fan».
Qual è l’immagine, o l’emozione, che in quei giorni drammatici le è rimasta impressa?
«Il sentimento più forte è stata una profonda empatia con il popolo giapponese, ma anche un grande orgoglio per la sua dignità e per la sua determinazione. Ho avuto la conferma di quello che già pensavo: i giapponesi possiedono forza e grazia in uguale misura».
Lei ha trasformato i suoi concerti in un’occasione per raccogliere fondi, ha comunicato via Twitter e postato immagini sul suo blog. Ha ricevuto risposte che l’hanno particolarmente colpita?
«Mi ha riempito di gioia vedere che il mondo condivideva sinceramente il dramma di questo popolo».
C’è un pubblico che lei sente più difficile o, comunque, meno “caldo”?
«Ogni nazione, ogni città, ha un modo diverso di partecipare ai concerti. Ho la fortuna di poter dire che, quando canto, sento il pubblico molto vicino, pronto a lasciarsi andare, a farsi portare lontano dai pensieri, almeno per una sera».
Suo marito e suo figlio la raggiungono in qualche tappa?
«Sì, in Spagna. Li avrei voluti con me anche in Italia, ma per tutto luglio sono entrambi impegnati a casa, sigh...».
È tanto tempo che manca dall’Italia. A lei, newyorkese doc, cosa piace di più del nostro Paese?
«Adoro l’Italia! La sua cultura, la bellezza, la cucina e la gente... Sono per metà italiana, lo sapeva?».
Ha pianificato qualche ora di shopping a Milano?
«Ci può scommettere!».
La moda è una delle sue passioni?
«Non seguo ciecamente le tendenze del momento, sono fedele al mio stile. Ma mi appassiona da sempre».
Che cosa preferisce? Scarpe, vestiti, borse, gioielli...
«Più di tutto? Stare con mio marito e mio figlio: funziona meglio di qualsiasi altra cosa su di me».
Dagli Anni 80 a oggi sembra che per lei il tempo si sia fermato: ha fatto un patto con il diavolo?
«Wow!».
La verità: che cosa fa per mantenersi in forma?
«Ginnastica, quanto basta, e cerco di mangiare sano, anche se è una strada sempre in salita, è facile scivolare indietro e altrettanto facile prendere una deviazione laterale... Specialmente quando viaggio: la cucina è il modo più immediato e divertente di approcciare culture diverse. E poi ci pensa mio figlio a mantenermi giovane».
Come si sente nel ruolo di madre di un adolescente? Lei è un’anticonformista: sarebbe disposta a mettere un twin set e la collana di perle?
«Diciamo che per ora mi va bene: ci influenziamo a vicenda, anzi, per me stare accanto a lui è un arricchimento continuo. Ma Dec è un teenager come tutti gli altri: lunatico, imbronciato, adorabile!».
Oltre al nuovo album e il tour mondiale, quest’anno è stata anche impegnata sul set del film “The Last beat”, di Robert Saitzyk, che s’ispira alla vita di Jim Morrison...
«Sì, interpreto il ruolo di Bebe Markham (figura che si rifà a Pamela Courson, fidanzata di Morrison e ultima persona ad averlo visto vivo, ndr)».
Non è la sua prima volta sul set. Si sente più attrice o cantante?
«Cantare mi viene naturale, come respirare. Per recitare devo impegnarmi di più».
Nel suo nuovo album, “Memphis Blues”, c’è una Cyndi Lauper che non conosciamo? Trasforma o conferma se stessa in questo cd?
«Chi non ha parti segrete?» (Ride). «Sicuramente questo album rivela, e allo stesso tempo conferma, il mio amore per il blues».
Recentemente ha collaborato con Lady Gaga nel lancio di una linea di rossetti per la campagna benefica contro l’Aids “For our lips”. Che opinione si è fatta di lei?
«La adoro! È una ragazza grandiosa e ha molto talento».
È vero che parteciperà a un reality tipo “The Truman Show”? Si dice che una webcam la seguirà 24 ore su 24...
«Si dice la verità. Il reality è in corso, anche ora, mentre stiamo facendo questa intervista. Andrà in onda nel 2012. Ho permesso che le telecamere mi seguano, confermo, ma dubito seriamente che entreranno in casa. Il reality riguarda più la mia carriera che la mia vita privata».
Ha detto: «Voglio una vita vera, non una vita surreale». Ci vuole spiegare meglio che cosa intende?
«Desidero quello che la maggior parte delle persone vuole: fare le cose che mi rendono felice, che la mia famiglia stia bene e sia serena, voglio perseguire le idee creative che mi vengono in mente, realizzarle al meglio. Voglio cose concrete, che contano davvero. Non ho bisogno di possedere oggetti».
Qual è il segreto di un matrimonio felice come il suo?
«L’ironia e la lealtà».
Che cosa c’è di straordinario e che cosa di assolutamente comune nella sua vita familiare?
«Sono uguale a tutte le altre mamme quando seguono i figli a scuola e nello sport. È strano che a volte io parta e stia lontana per lunghi periodi».
Quando era bambina, che cosa sognava di diventare?
«Non lo sapevo bene, ma una cosa ce l’avevo chiara in mente: avrei scelto di sicuro qualcosa che avesse a che fare con lo spettacolo».
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