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Grazia

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Lifestyle

Cristina Parodi: «E adesso mi complico la vita (in diretta)»

Cristina Parodi: «E adesso mi complico la vita (in diretta)»

foto di Fiamma Sanò Fiamma Sanò — 10 Luglio 2014

Il marito appena eletto sindaco, il ritorno in tv dopo più di un anno di assenza. Cristina Parodi svela a Grazia il segreto che le ha permesso di tenere insieme tutto: famiglia e carriera. Nonostante un certo desiderio dei figli

Cristina Parodi

Dall’inizio del 2013 è stata lontana dal lavoro per essere al fianco dei figli e del marito Giorgio Gori, neosindaco di Bergamo, durante la sua campagna elettorale. In molti pensavano che la nuova vita di Cristina Parodi sarebbe continuata come first lady della città lombarda. E invece no.
Dal 1° settembre Parodi torna in onda, tutti i giorni, su Rai Uno, con la Vita in diretta. Prima di iniziare, prima di stravolgere la sua vita privata e ributtarsi nel lavoro, però, si concede una vacanza: a Formentera, una delle sue mete del cuore. La raggiungo lì, al telefono. Per prima cosa le chiedo di un certo vestito.
Cristina, l’ha fatto di nuovo: dopo aver “copiato” la first lady americana Michelle Obama, adesso è stata fotografata con lo stesso abito della cantante Katy Perry.
«Be’, adesso non facciamo le maniacali. L’abito che ho messo a Roma alla presentazione dei palinsesti Rai è di questa primavera/estate, di Blumarine. Evidentemente lo abbiamo entrambe. Giuro che non l’ho fatto apposta, tanto più che Katy Perry non è esattamente la mia icona di stile».

A chi sta meglio tra voi due?
«Dalle foto che ho visto, direi a me! Lei è una popstar, giovane, ma è più bella quando si mette i colori accessi, le paillettes. Quell’abito ha uno stile più serio e chic».

Che fine ha fatto il vestito Asos, uguale a quello di Lady Obama?
«È stato messo all’asta nell’ultima cena di campagna elettorale quando mio marito Giorgio era già stato eletto sindaco di Bergamo. Abbiamo organizzato una vendita di beneficenza e l’abito ne è diventato il simbolo. Mi è anche un po’ dispiaciuto doverlo dare via».

A quanto è stato battuto?
«A 750 euro. Dai 60 che l’avevo pagato io, un bel risultato».

E chi l’ha comprato?
«Giacomo Agostini, l’ex supercampione di motociclismo. Che l’ha regalato a sua moglie Maria, spagnola. Quella sera era il loro anniversario di nozze, ma lui non lo ricordava: ha rimediato così. Sono contenta che l’abbia lei, è una grande amica. Una decina di giorni dopo l’asta siamo andati a cena dagli Agostini e lei lo indossava. L’aveva accorciato sopra il ginocchio, gli ha tolto l’allure Anni 50, lo ha messo con un cinturone di cuoio e con il lembo tagliato dell’orlo si è fatta fare una fascia per i capelli».

Ha appena scritto un libro, Sei perfetta e non lo sai, in cui dispensa consigli di stile. Come descriverebbe il suo?
«Sobrio, ma non banale».

Qual è il suo rapporto con la moda?
«Allegro. Adoro mettere e togliere abiti. Li provo anche per gli altri. Ieri, per esempio, ero in giro per negozietti qui a Formentera con un’amica, lei voleva comprare un vestito per sua figlia e le ho detto: “Lo provo io per te”. Non ho mai troppo tempo per fare shopping: la moda è solo una parte infinitesimale della mia vita e dei miei interessi».

Che sono?
«Principalmente la mia famiglia e il mio lavoro. E l’impegno nel sociale: mi appassiona molto».

Con quali associazioni collabora?
«Con molte. Quella che sento più vicina è il Cesvi (organizzazione che opera in Paesi poveri, colpiti da guerre o calamità, ndr) di Bergamo, con cui lavoro da tempo. Faccio ogni anno uno o due viaggi per seguire i loro progetti».

Per un anno è stata quasi esclusivamente madre e moglie, ma a settembre torna in tv con La vita in diretta: live, tutti i pomeriggi, dal lunedì al venerdì. È un bell’impegno.
«Mi complico la vita. Ma da tanto tempo penso alla Vita in diretta come a un programma che potrei fare bene. La tv del pomeriggio è stata il mio campo dal 1995 al 2004 con Verissimo. È anche una bella rivincita dopo l’esperienza a La7. Non è che io sia drogata di lavoro, l’ultimo anno a casa è stato molto piacevole, però un’offerta così l’ho davvero accettata con piacere».

Si trasferisce a Roma, quindi?
«Sì, e torno a Bergamo il fine settimana. Nella capitale ho una casa piccolissima che avevo preso quando conducevo il Tg5. È nel quartiere Trastevere. Molto comoda per gli studi di Mediaset al Palatino, un po’ meno per quelli della Rai a Saxa Rubra».

Lei ha tre figli: Benedetta, 18 anni, Alessandro, 17, e Angelica, 13. Loro come l’hanno presa?
«Male, perché si erano abituati ad avermi a casa. È stato un anno importante per noi, molto positivo. Sarà un sacrificio per tutti, speriamo ne valga la pena. Angelica, la più piccola, continuava a chiedermi: “Allora? Hai detto di no? Hai detto di no?”. Ho fatto molta fatica a dirle che avevo accettato il lavoro».

E suo marito?
«Avrebbe preferito che trovassi qualcosa a Milano, era perplesso su Roma, ma ha sempre apprezzato l’impegno che metto nel lavoro. Non è uno di quelli che mi vuole a casa, sempre vicino a lui. Rispetta la mia libertà».

Michelle Obama ha lasciato la sua brillante carriera legale per seguire il marito.
«Direi che c’è differenza tra essere la first lady americana ed essere la moglie del sindaco di Bergamo».

Alle donne spesso si chiede di scegliere tra carriera e famiglia, come se non fosse possibile avere tutto.
«Io penso che le donne oggi siano il vero motore della società. Sono più forti, fanno mille cose in più e con molta più fatica rispetto agli uomini, perché anche lavorando hanno sulle spalle il fardello della vita familiare. Sono convinta che abbiamo la possibilità di avere tutto, famiglia e carriera. Io me la sono conquistata. Certo ho avuto anche la fortuna di avere i mezzi per farmi aiutare, altrimenti non ce l’avrei fatta. Ma rivendico il mio diritto di fare la mamma di tre figli e di lavorare. E credo che oggi questa sia una realtà condivisa da tante altre».

Com’è la vita da first lady di Bergamo?
«Giorgio è sindaco solo dal 9 giugno, finora non ci sono state molte occasioni ufficiali. E poi ho sempre partecipato alla vita sociale, agli eventi, alle raccolte fondi della città. Quel ruolo l’ho già un po’ di mio, continuerò a farlo anche adesso, accompagnando Giorgio. Ma sarò una first lady solo nel fine settimana».

Si sentirà mai a disagio per il ruolo pubblico di suo marito?
«Perché dovrei? Io faccio la giornalista, lui il sindaco».

Parliamo di lavoro. Lei ha sempre detto che casa sua è Mediaset. Poi c’è stata La7, ora la Rai. Che cosa le ha fatto cambiare idea?
«A Mediaset sono stata 23 anni, è l’immagine che ho di me come professionista in cui mi riconosco di più. È anche giusto cambiare. Come ho fatto nei quattro mesi che ho passato a La7. È stato un periodo faticoso, non lo nego, ma davvero molto entusiasmante, nonostante l’epilogo infelice. Una parte di quello che ho imparato lì, la porterò sicuramente in Rai».

Perché ha chiuso il suo programma? Bassi ascolti?
«No, faceva il 2%, che è la media della tv pomeridiana. In quel periodo La7 è passata di proprietà da Telecom a Urbano Cairo e per il nuovo editore la linea professionale era di risanare una rete in perdita. In questi casi, si taglia. Il mio programma era il più costoso del palinsesto, ovvio che fosse il primo da sacrificare».

In Rai ha scalzato tutti i volti femminili che si erano proposti alla conduzione di La vita in diretta. Perché hanno scelto lei? C’entra forse la sua amicizia con il presidente del Consiglio Matteo Renzi?
«Lavoro da trent’anni, sono una professionista. Sono arrivata in Rai. Punto».

Quale sarà la sua impronta su La vita in diretta?
«La trasmissione verrà rinnovata per volere di Rai Uno. Siamo già al lavoro. Abbiamo tantissime idee, vogliamo cambiarlo, renderlo più somigliante a noi che lo conduciamo. Non dimentichiamo che con me c’è Marco Liorni».

Porterà qualcuno dei “suoi”?
«L’autore Riccardo Sfondrini. Per il resto la squadra c’è ed è molto competente. Quello che credo serva fare è dare uno stile e un’atmosfera diversi per renderlo più gradevole. La tv del pomeriggio deve essere popolare, deve raccontare l’Italia: un Paese forte, provato dalla crisi ma che sta alzando la testa. Oltre alla cronaca, dobbiamo raccontare anche l’ottimismo, la fiducia, le belle storie della gente».

Ci porterà un po’ del suo Verissimo?
«Sicuramente l’atmosfera che si crea nel programma mi appartiene. Ma Verissimo era un’altra tv, un altro mondo. Non ha senso proporre qualcosa che risale a vent’anni fa».

Cambierà anche il look degli inviati? Non sono esattamente celebri per il loro stile.
«Eh, magari. Ma di questo ancora non abbiamo parlato».

© Riproduzione riservata

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