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Grazia

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Lifestyle

Channing Tatum – C’era una volta un boy scout…

Channing Tatum - C’era una volta un boy scout...

foto di Carlo Bizio Carlo Bizio foto di Giuliana Cillario Giuliana Cillario — 18 Settembre 2012

Fotogallery Channing Tatum – C’era una volta un boy scout…

  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
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  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum e Al Pacino Channing Tatum e Al Pacino Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum e Rosario Dawson Channing Tatum e Rosario Dawson Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum e Jonah Hill Channing Tatum e Jonah Hill Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum e Rachel McAdams Channing Tatum e Rachel McAdams Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum Channing Tatum Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum e Jenna Dewan Channing Tatum e Jenna Dewan Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
  • Channing Tatum e Jenna Dewan Channing Tatum e Jenna Dewan Nel 1999, all'età di 19 anni, lavora come spogliarellista in un locale di Tampa sotto lo pseudonimo di Chan Crawford.
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Channing Tatum ha iniziato la sua carriera così: si (s)vestiva da giovane esploratore nei locali di strip club. «E le donne impazzivano per me». Oggi continua a spogliarsi, ma solo al cinema (e le donne impazziscono ancora)

Channing Tatum ha iniziato la sua carriera così: si (s)vestiva da giovane esploratore nei locali di strip club. «E le donne impazzivano per me». Oggi continua a spogliarsi, ma solo al cinema (e le donne impazziscono ancora)

Bastano pochi anni a Hollywood per fare la differenza. E Channing Tatum ne è un esempio: se fino a ieri era uno dei tanti belloni con i muscoli da film d’azione come G.I. Joe, oggi è la nuova stella degli studios, come dimostrano La memoria del cuore, 21 Jump Street e, soprattutto, Magic Mike, diretto da Steven Soderbergh.

L’attore, 32 anni, ex modello e ballerino che si è fatto conoscere nel 2006 con Step up (in pratica, una serie di numeri di ballo molto sexy mascherati da film), ora si esibisce in coreografie ancora più sexy e... senza veli.
Interpreta, infatti, uno spogliarellista con aspirazioni imprenditoriali che prende sotto la sua ala protettiva un giovane stripper (Alex Pettyfer), che si esibisce nel club del carismatico Dallas (Matthew McConaughey).
L’idea del film è venuta a Soderbergh ascoltando le esperienze dello stesso Tatum mentre giravano insieme Knockout - Resa dei conti (2011): l’attore gli raccontò del periodo in cui aveva lavorato come stripper in un club di Tampa, in Florida, quando aveva 18 anni.  

Magic Mike ha avuto un grande successo negli Stati Uniti (in Italia arriverà il 21 settembre) e ha lanciato l’attore come il nuovo “it boy” di Hollywood, forse il più richiesto del momento.
Apparirà presto in Foxcatcher, sul lottatore olimpionico Mark Schultz, quindi nel thriller di Roland Emmerich White House down (è un agente segreto) e nel fantascientifico dei fratelli Wachowski Jupiter ascending. Non solo un bellone, dunque, ma anche un attore versatile.

Sposato con l’attrice Jenna Dewan, conosciuta sul set di Step up, è un ragazzo molto affabile e disponibile: si sente che, nonostante la giovane età, ha già vissuto molte esperienze e ha la testa sulle spalle.

Channing, le spettatrici americane si sono lamentate: in “Magic Mike” lei balla, si spoglia, ma non c’è mai una scena di nudo integrale...
«Non mi sarei fatto problemi al riguardo. Ma se vai in uno strip club per donne, ovvero con spogliarellisti maschi, i ballerini hanno sempre un perizoma, a meno che non si venga contattati per performance extra nel backstage... Ma di questo non si può né parlare, né mostrare al cinema. Magic Mike non è un film porno. Fa anche ridere, c’è molto senso dell’umorismo, oltre che molti corpi di maschi seminudi».

Quindi non le dà fastidio farsi vedere senza vestiti?
«Quando fai il modello, stai quasi sempre nudo. E poi  sono cresciuto in Florida, dove vivi praticamente in costume da bagno. No, non mi ritengo un ragazzo timido».

Ha messo a disposizione la sua esperienza di stripper per dare consigli agli altri attori sul set?
«Ho insegnato loro a togliersi i vestiti mentre ballavano: se la sono cavata bene, come se lo avessero sempre fatto! Secondo me ogni uomo, come in fondo ogni donna sensuale, sogna di essere stripper per una notte».

Nel film voi spogliarellisti indossate costumi buffissimi: da Tarzan al cowboy, al pupazzo Ken. Ricorda qual è stato il suo travestimento più originale quando si esibiva nei locali?
«Il mio primo personaggio come stripper era un boy scout, con una tenda accanto e un falò. Credo sia stato il travestimento di maggior successo. Le clienti impazzivano».

Belle mance?
«Fino a 150 dollari a notte, niente male per un 18enne. Ma le donne si divertono soprattutto grazie all’imbarazzo di un’amica, che si ritrova lo stripper addosso. Mai che ti dicano: “Wow, il tuo numero da marinaio era un capolavoro!”».

Le dà fastidio essere considerato sexy?
«Esserlo è un conto, cercare di esserlo è un altro: cioè, è patetico. Più  cerchi di apparire sexy, più sei mediocre. Per questo per me in un film è sempre importante unire la sensualità alla commedia, se non proprio alla comicità».

Che cosa c’è nell’idea degli stripper uomini che stuzzica tanto il pubblico?
«La fantasia erotica femminile è diversa da quella maschile. Se andate a fare un giro in uno strip club per ragazze, lo capirete subito. Le donne tendono ad andare nei locali in gruppo, mentre i maschi ci vanno da soli. Le donne ci vanno per un paio d’ore, lasciano la loro fantasia lì quando tornano a casa, mentre gli uomini tendono a mettere in atto le loro fantasie, arrivando a innamorarsi delle stripper. Il maschio fantastica che quella finzione si avveri. La femmina vuole che quella fantasia rimanga quello che è».  

Intende dire che, in tema di sogni erotici, le donne sono più realiste degli uomini?
«Le donne osservano quello che succede di fronte a loro senza andare oltre. Per l’uomo scatta un’energia diversa: desidera quello che vede. L’erotismo femminile è tattile e uditivo, quello maschile è visivo. Non lo dico io, ma mia moglie e le mie amiche».

È vero che vuole interpretare e produrre un film sullo stuntman Evel Knievel, una leggenda in America e un simbolo degli Anni 70?
«Sì. Adoro gli Anni 70, molti dei miei film preferiti sono di quel periodo, come Quel pomeriggio di un giorno da cani, La febbre del sabato sera e tutti quelli con Paul Newman, in particolare Butch Cassidy e La stangata. Un’epoca meravigliosa per il cinema. Per me è stata questa la vera “golden age” di Hollywood, non gli Anni 40 dei miei genitori, anzi, dei miei nonni. Girare un film su Knievel rappresenta per me una maniera per ripercorrere quel periodo. Anche in Magic Mike c’era l’intenzione estetica di ricreare atmosfere Seventies».

Il successo le è praticamente arrivato addosso all’improvviso. E adesso, come cambierà la sua carriera artistica?
«Non sono uno che fa film seguendo una strategia precisa. Seguo l’istinto e mi associo con persone di talento, stando ben attento a cambiare il più possibile registro per  evitare di farmi incasellare in un solo stereotipo. Il fatto che un autore vero e indipendente come Steven Soderbergh si diverta a lavorare con me è il massimo a cui possa aspirare».

Dica la verità, è difficile essere sposato in questo momento di gloria? Chissà quante ragazze la insidiano...
«Sta scherzando? Essere sposato è una benedizione. Se non avessi trovato Jenna prima di ottenere questo discreto successo, probabilmente sarei caduto in tentazione, mi sarei lasciato incantare da mille distrazioni festaiole, come succede a tanti miei colleghi. Sono innamorato del cinema, delle esperienze e avventure che riesco a vivere sullo schermo e sono innamorato di mia moglie. Mi sento in perfetto equilibrio sulle varie funi sospese della vita. Figli? Sì, io e Jenna ne vogliamo, ma per adesso sfoghiamo tutto il nostro affetto sul nostro adorato cane, Meeka. Siamo una bella famiglia noi tre»

© Riproduzione riservata

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