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Lifestyle

Candela Novembre: «Chi mi ama mi segue»

Candela Novembre: «Chi mi ama mi segue»

foto di Marina Speich Marina Speich — 15 Agosto 2013

È la it girl del momento, una delle protagoniste del sito di Grazia, con decine di migliaia di followers. Dolce, ma con i piedi per terra, interpreta solo per noi l’alta moda di un nome storico. E ci racconta le sue giornate tra lavoro, figlie e un marito con un’ossessione: l’insalata in busta.

Candela Novembre

Tutti la vogliono: ogni sua immagine su Instagram raccoglie migliaia di commenti. Candela Pelizza è la it-girl più famosa del momento. Quella di cui tutti parlano. E lei? Dice: «Sono solo una mamma a tempo pieno».

Nata a Buenos Aires 33 anni fa, sposata con l’eccentrico designer e architetto Fabio Novembre da quasi dieci, quando la chiamo per fissare l’intervista, propone: «Ci vediamo alle 9? Nel pomeriggio vado a Verona per lavoro e voglio stare un po’ con le bambine».

Sul social network Instagram ha quasi 30 mila followers (candela_grazia_it) e posta anche cinque foto al giorno (con gli oggetti che le piacciono, le scarpe che adora, i luoghi che l’hanno emozionata, ma anche le immagini delle figlie, Verde, nove anni, e Celeste, cinque). In pochi mesi è diventata un’indiscussa icona di stile.

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Quando è arrivata in Italia? E che cosa l’ha portata qui?
«Avevo 17 anni. Ho sempre avuto voglia di viaggiare, di conoscere. Il mio sogno era salire sugli aerei, vedere nuova gente. Con il lavoro di modella potevo farlo».

Che cosa è cambiato da allora?
«Una volta sentivo il peso delle aspettative dei fotografi, degli stilisti. Sapevo che c’erano ragazze molto più fotogeniche di me. Adesso, invece, mi chiamano per come so interpretare lo stile, per la mia personalità, per quello che sono, non per la mia bellezza. All’inizio della carriera avevo più ansie, ora tutti sanno che non mi
possono chiedere di essere sexy, perché non sono Belén. Forse assomiglio di più a una donna sofisticata…».

È diventata anche più consapevole di se stessa?
«Sì. Qualche mese fa ho girato un video per Louis Vuitton, a Venezia (trasmesso in esclusiva da Grazia.it, ndr). Le prime volte che lo guardavo, notavo solo le mie occhiaie, ma a mia madre, che era con me, piaceva. Ho capito che la gente mi apprezza per l’energia, per la personalità, non per la perfezione che non possiedo».

Quanto conta l’esperienza nel suo lavoro?
«Conta, come conta nella vita, che è un’evoluzione continua. Sono soprattutto le bambine ad avermi dato sicurezza. Prima mi facevo un sacco di menate: “Verrò bene nelle foto? Sono giusta per questo lavoro?”. Con i figli le priorità cambiano: ritorni a terra».

Spesso condivide su Instagram le foto delle sue bambine Verde e Celeste. Perché?
«Mi piace raccontare la mia vita e la famiglia con le immagini. L’ho sempre fatto, anche prima che nascesse Facebook: la differenza è che oggi il mio pubblico è più ampio. Quando sono in Argentina, il mio hobby preferito è tirare fuori la valigia di legno della nonna, piena di vecchie foto. Le guardo e chiedo a mia madre di raccontarmele. Lei ride, perché le ho già viste mille volte. Ma io ascolterei quelle storie all’infinito».

Ma lei sa lavorare anche con le mani?
«Vengo da una famiglia di sarte: la mia nonna paterna lo faceva come professione, quella materna confezionava i vestiti per le bambine della famiglia. Da una ho imparato a ricamare, dall'altra a lavorare a maglia. Ma in realtà non ho mai finito un pullover».

Com'è nata la sua storia d'amore con Fabio Novembre?
«In un ristorante a Milano. Lui aveva adocchiato una ragazza più vistosa di me, ma il suo amico Carlo Capesa (amministratore delegato di Costume National, ndr) mi aveva notato e gli ha detto: "È lei quella giusta per te"».

Suo marito ha 14 anni in più di lei. Ha funzionato subito?
«No. Tre anni dopo l'ho mollato. C'era troppa differenza di età. Avevo iniziato a praticare il buddismo e lui mi diceva: "È da sfigati". Qualsiasi cosa facessi, l'aveva già vista e provata. Smorzava ogni mio entusiasmo. E poi vivevamo in un capannone, dove lui dormiva e lavorava. Peccato che tutti i suoi collaboratori avessero la chiave e ci fosse un solo bagno. Risultato: privacy pari a zero.»

Però poi siete tornati insieme…
«Nella vita le cose funzionano se coincidono il momento giusto e la scelta della persona più adatta a te. Noi eravamo compatibili, ma non eravamo pronti. Abbiamo dovuto aspettare un po' di mesi. Dopo una serie di tira e molla, mentre ero a New York, ha lasciato nella mia segreteria telefonica una serenata suonata e cantata da lui, Buonanotte Fiorellino di Francesco De Gregori. L'ho chiamato subito, senza pensare al fuso orario. E Fabio mi ha detto: "Vieni. Ho comprato una casa vera"».

È stato lui a chiederle di sposarlo o è stata lei?
«Premessa: fin dai tempi dell'infanzia ho una piccola passione per i numeri palindromi, e cioè quelli che sono uguali letti da destra e da sinistra. Ho detto a Fabio: "O ci sposiamo il 30.11.03 oppure devi aspettare la prossima data, lo 01.11.10". E a lui sembrava divertente l'idea. Peccato che il 30 novembre fosse domenica e non ci si poteva sposare in Comune. Siamo allora volati a Las Vegas. Matrimonio segreto per tutti, pranzo nuziale con hamburger e luna di miele sul Grand Canyon.»

Lei però non porta l'anello nuziale. Perché?
«Non ce lo siamo mai scambiati, a Fabio non piaceva l'idea. Abbiamo preferito tatuare la data del matrimonio sull'anulare. Lui ha già i suoi anelli, uno a forma di forchetta, uno a teschio, io non sono una da gioielli.»

E che cosa le piace comprare?
«Di tutto, soprattutto nei mercatini. Dopo ogni viaggio, devo portare a casa qualcosa che mi ricordi quel luogo. Per me è molto importante collezionare oggetti del cuore.»

Che cosa le regala suo marito?
«Per il mio compleanno gli chiedo sempre una borsa Chanel. Lui ride, risponde che non saprebbe quale scegliere, ma un giorno mi ha fatto una sorpresa: me ne ha fatta una, con tanto logo, ma era di cartoncino!»

Ha appena compiuto 33 anni. C'è lo spazio per un terzo figlio nella sua vita?
«Immagini un uomo che ama le automobili: in teoria ne comprerebbe tante, ma poi non saprebbe dove parcheggiarle. A me succede lo stesso: adoro i bambini, ma i nonni non vivono vicino e ho solo due mani…»

Preferisce stare tranquilla o con gli amici?
«Fabio e io amiamo mettere insieme le persone. Abbiamo una casa piena di gente che va e viene, con un appartamento solo per gli ospiti.»

E chi cucina?
«A me piace stare dietro ai fornelli. Da noi tutto deve essere fresco: se compro l'insalata già lavata al supermercato, per mio marito è un dramma.»

È ancora buddista?
«Sì, il buddismo mi ha dato serenità: prima avevo tutto, l'amore, il lavoro, gli amici, ma non ero felice. Adesso so che Budda è dentro di me: devo solo aiutarlo a uscire».

© Riproduzione riservata

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