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Lifestyle

Angelina Jolie: «Brad (Pitt) è il mio migliore affare»

Angelina Jolie: «Brad (Pitt) è il mio migliore affare»

foto di Alessandra Mattanza Alessandra Mattanza foto di Julia Manfredi Julia Manfredi — 26 Ottobre 2011

Fotogallery Angelina Jolie: «Brad (Pitt) è il mio migliore affare»

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Angelina Jolie ha un’agenda fitta: le missioni umanitarie, il debutto da regista, sei figli… «La mia fortuna? Un marito “all inclusive”», spiega. «È bello, intelligente e mi capisce al volo. Anche quando chiudiamo la porta di casa e il mondo resta fuori»

Angelina Jolie ha un’agenda fitta: le missioni umanitarie, il debutto da regista, sei figli… «La mia fortuna? Un marito “all inclusive”», spiega. «È bello, intelligente e mi capisce al volo. Anche quando chiudiamo la porta di casa e il mondo resta fuori»

Angelina è una di quelle donne che ti cambiano la vita. «La cosa migliore che ho fatto è farla diventare la madre dei miei figli», ha sottolineato (ancora una volta) Brad Pitt a Toronto, dove ha presentato il suo nuovo film Moneyball . Angelina era al suo fianco, mano nella mano. L’ennesima conferma che sono la coppia più affiatata dello star system. Praticamente un’icona di felicità coniugale nonostante i gossip provino sempre a trovare crepe. L’attrice, in questi giorni, si sta preparando a un nuovo debutto, quello nella regia con il film In the land of blood and honey (uscirà negli Usa il 23 dicembre), che si svolge durante la guerra in Bosnia. Quando me la ritrovo davanti, allo studio Dreamworks di Glendale, non è solo la sua bellezza (a questo ero ovviamente preparata) a colpirmi. È la sua voce, quella con cui ha “sedotto” di nuovo le sale, doppiando la Tigre di Kung Fu Panda II,  a ipnotizzarmi durante l’intervista. Una voce ferma, decisa, tremendamente sensuale e disarmante. Angelina Jolie è  una donna che esprime serenità. Sono sparite quasi completamente le tracce di irrequietezza che la connotavano, prima delle maternità. L’attrice ha messo in equilibrio la sua doppia natura: quella attenta e protettiva, tipica di una donna innamorata (sostiene di averla ereditata dalla madre, Marcheline Bertrand) e quella più selvaggia e libera (tipica di suo padre, l’attore Jon Voight, con cui ha avuto un rapporto conflittuale). Angelina è una donna che non ha paura di nulla e non si perde in giri di parole. Probabilmente è stata questa schiettezza la sua chiave per arrivare al cuore di Brad Pitt, con cui ora ha sei bambini, tre naturali e tre adottati: Maddox che viene dalla Cambogia, Zahara dall’Etiopia, Shiloh Nouvel, partorita in Namibia, Pax Thien, adottato in Vietnam, e i gemelli nati a Nizza nel 2008, Knox Léon e Vivienne Marcheline. Angelina è anche ambasciatrice di “Buona Volontà” presso l’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Nel giro di pochi anni l’abbiamo vista in Sierra Leone, Tanzania, Vietnam, Afghanistan... E solo poche settimane fa era a Misurata, in Libia tra gli insorti contro il regime di Muammar Gheddafi. «È stato dopo avere girato Lara Croft in Cambogia e aver visto le condizioni di miseria di quel Paese che ho deciso di impegnarmi per gli altri», spiega. Tanto che nel 2006 lei e Pitt, a Haiti, hanno fondato la Jolie/Pitt Foundation, finanziando con milioni di dollari diverse organizzazioni umanitarie. «Un impegno che è cresciuto man mano che la mia famiglia si allargava e che vivo come un “dovere” verso i miei figli».

Partiamo proprio da loro. Come fa a gestirli tutti?
«Per me è importante che i miei bambini abbiano una piena consapevolezza di se stessi, che contino su individualità e personalità ben strutturate. Non importa chi sono, da dove vengono e se i loro genitori sono delle star. Solo loro decideranno chi essere davvero nella vita. Penso che la forza di una persona si giochi sull’autostima. I miei figli dovranno saper scegliere, ignorando quello che dice la gente».  

Come genitore si propone di essere una guida per loro?
«Solo fino a un certo punto. Non voglio che i miei bambini siano influenzati dal contesto in cui io e Brad viviamo o dal fatto che alcuni di loro hanno un passato “speciale” e sono stati adottati. Credo, però, che i genitori siano sempre responsabili del modo in cui i figli percepiscono il mondo intorno a loro. Non so, però, se voglio essere definita una guida. Mi basterebbe essere una brava mamma».

È anche per far contenti i suoi figli che ha deciso di doppiare cartoni animati? Dev’essere divertente...
«Le dico di più, è meraviglioso. Io e Brad abbiamo sempre voluto fare film che i nostri figli potessero guardare, anche se sono ancora piccoli. È un po’ come un nostro gioco in famiglia. Al tempo stesso io e mio marito siamo appassionati di animazione. Facciamo, infatti, parte di una generazione cresciuta con i cartoni. Brad racconta che da bambino li guardava dopo cena ed era una delle più belle abitudini della sua infanzia».

Chiedete sempre ai vostri figli cosa pensano dei film che girate?
«Be’, non possono vedere proprio tutto quello che facciamo... Molte scene non sono affatto adatte. Però, visto che in famiglia abbiamo rappresentate tutte le età, ogni tanto mi capita di scherzare con colleghi e registi che mi chiedono un giudizio sui loro film per bambini. Li invito sempre a organizzare una proiezione privata a casa nostra, per avere tutte le risposte che cercano. La mia famiglia è, senza dubbio, un ottimo “test audience”».

Lei ha dato voce a diversi personaggi, dalla Tigre dei due episodi di “Kung Fu Panda” a “Shark Tale”, dove doppiava una bellissima e seducente pesciolina…
«Sono sempre curiosa di vedere la reazione dei ragazzi in questi casi. Ero molto sexy come pesce, ma a loro piaccio decisamente di più come tigre. E vuole sapere un segreto? Anch’io mi sento più affine a un felino con tanto di artigli... (scoppia a ridere, ndr)».

Si preoccupa mai che i suoi figli la possano identificare o confondere con uno dei personaggi che lei interpreta sul grande schermo?
«Più che altro sono gelosa del fatto che possano trovare una collega più “interessante” di me. Loro lo sanno e, in genere, mi prendono in giro dicendomi: “Mamma, quella è più cool di te!”. Io fingo di restarci male e cerco di recuperare inventandomi delle gag. Mi metto a fare facce buffe, racconto barzellette. Di solito è sufficiente e funziona alla grande».

Lei è da sempre considerata un sex symbol. Il fatto di essere anche madre ha modificato, secondo lei, la percezione che il pubblico ha della sua immagine?
«Francamente questo mi interessa molto poco. Io non sono una persona a senso unico. È vero, però, che la maternità ha cambiato me e il modo in cui mi relaziono a tutto il resto. Quando si hanno bambini, ci si alza ogni mattina e ci si preoccupa che siano prima di tutto felici e in salute. Solo questo mi basta per essere serena. Tutto il resto sono dettagli. A parte, ovviamente, il mio impegno contro le ingiustizie o i grandi problemi nel mondo».

Non è un po’ troppo cercare di gestire tutto questo? Davvero sente la responsabilità di salvare il mondo?
«Certo, è una missione impegnativa, ma provo a partire da cose semplici, faccio un passo per volta. E cerco di essere felice per ogni progresso che riesco a fare».

Ad aiutarla ha un meraviglioso partner, Brad Pitt…
«Brad è tutto per me:  è un uomo bellissimo, intelligente  e un bravissimo padre. Come si dice in questi casi? Ho il “pacchetto” completo. Sono davvero molto fortunata».

L’aiuta coi bambini?
«Se mi aiuta? È un angelo! È così bravo che spesso mi viene voglia di farmi da parte, andarmene in vacanza e lasciare lui a occuparsi di tutto. Sono sicura che non mi chiamerebbe al telefono nemmeno una volta...».

Come vi dividete i compiti tra lavoro e vita privata?
«Io e Brad siamo felici insieme e questo è il segreto della nostra famiglia. È importante per i bambini avere i genitori soddisfatti e appagati. Quando io lavoro, Brad li porta a scuola. Poi tutti insieme mi vengono a trovare sul set. Quando lavora lui, facciamo il contrario. Ci riuniamo a casa almeno per cena o a pranzo e cerchiamo di fare colazione sempre tutti insieme. A volte è difficilissimo riuscire a tenere insieme tutto. Ma anche queste piccole cose sono molto preziose per me».  

Pensa che la vostra “tribù” abbia anche contribuito a tenervi uniti?
«I bambini sono un grande collante, ma perché una relazione funzioni, non si deve basare solo sui figli. Io e Brad amiamo semplicemente stare insieme. Abbiamo bisogno uno dell’altra e troviamo sempre “quello speciale momento” tra di noi, in cui si chiude una porta e i ragazzi restano fuori».

Quindi crede profondamente nell’amore...
«Non sono brava come Brad a trovare espressioni poetiche, ma per me amare davvero significa volere il meglio per le persone che vivono con te e mettere sempre i loro bisogni e interessi sopra ai tuoi. L’amore autentico trasforma le persone, le fa diventare migliori».

Il cinema parla spesso di “eroi” e lei ne ha interpretati diversi sul grande schermo. Di quali persone speciali avremmo bisogno oggi?
«Questa è davvero una domanda complicata! Ho passato quasi tutto il pranzo a parlare di problemi che riguardano il mondo, cercando di comprendere quali siano le risposte. Sfortunatamente non so se esista davvero un solo “eroe”. Sono più propensa a pensare che, nella vita reale, ci si debba affidare al gioco di squadra più che contare sui “poteri” di una persona sola».

Oltre a essere una diva, lei è famosa anche per essere una grande appassionata di film d’epoca. Qual è in assoluto il suo film preferito?
«Lawrence d’Arabia. Lo ammetto, sono sempre stata affascinata da quest’uomo. Ecco, lui sì che è un vero eroe. E, forse, proprio per questo l’ho sempre trovato un modello maschile irresistibile… Deve essere una caratteristica molto femminile quella di essere attratta da un certo tipo di personaggi» (sorride, abbassando lo sguardo, con un’apparente timidezza, ndr).

Ha recitato in molti film d’azione. Che rapporto ha con le armi?
«Non mi interessano in modo particolare. Però ammetto di possedere una collezione di coltelli fin da quando ero una bambina».

È impegnata in molte opere umanitarie. Ma come si sente quando assiste a disastri naturali come quelli di Haiti o del Giappone?
«Credo di parlare a nome di tutte le persone con cui ho lavorato e ho collaborato, quando dico che non ci sono  abbastanza parole per descrivere queste tremende disgrazie. Tutti siamo rimasti incollati alla televisione e abbiamo letto ogni particolare. Tutti abbiamo immaginato come potevamo aiutare, offrire solidarietà e supporto. Non ricordo, ormai, nemmeno più  il numero delle volte in cui ho pianto e sono sicura che è capitato lo stesso a molti altri, anche solo guardando i notiziari o ascoltando le storie della gente e delle famiglie che hanno perso i loro cari. Queste due catastrofi naturali sono state di portata inimmaginabile e ritengo che solo chi le ha vissute direttamente sulla sua pelle possa capirle realmente fino a fondo».  

Lei e Brad siete conosciuti a Hollywood per essere molto generosi. Pensa sia il vostro modo di “restituire” parte della fortuna che avete ricevuto dalla vita?
«Non c’entra tanto come ci sentiamo, ma che cosa possiamo realmente e concretamente fare per gli altri, come riusciremo davvero a renderci utili. È importante per me e Brad non fermarci alla superficie delle cose, ma andare sempre oltre e cercare di aiutare le persone che sono in difficoltà. Ho la fortuna di avere un lavoro che mi permette di fare volontariato e aiutare il mondo. Cerco sempre di essere umile, di ricordare, sia a me sia a Brad che, in fondo, siamo ricchi e privilegiati. E che questo è solo il nostro punto di partenza».

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