Fotogallery Andrea Bocelli: la conquista dell’America (parte seconda)
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Dopo il concerto-evento a Central Park, continua la marcia trionfale di andrea bocelli negli States. Los Angeles gli dedica una grande mostra, mentre il suo cd live è in testa alle classifiche a stelle e strisce. Intanto l’artista festeggia il nuovo anno con un doppio fiocco rosa: la nascita della sua fondazione e quella, il prossimo marzo, di Virginia...
Dopo il concerto-evento a Central Park, continua la marcia trionfale di andrea bocelli negli States. Los Angeles gli dedica una grande mostra, mentre il suo cd live è in testa alle classifiche a stelle e strisce. Intanto l’artista festeggia il nuovo anno con un doppio fiocco rosa: la nascita della sua fondazione e quella, il prossimo marzo, di Virginia...
Andrea Bocelli è sempre più “americano”. Ormai negli Stati Uniti, dopo il concerto tenuto a Central Park lo scorso 15 settembre davanti a oltre 70 mila persone (“Sembrava di essere a un comizio di Barack Obama ai tempi della sua elezione a Presidente, solo con più acuti”, hanno scritto i giornali di New York), il cantante di Forte dei Marmi è una leggenda.
Il disco tratto da quell’evento, Concerto: one night in Central Park, distribuito da Sugar in 70 Paesi, è già in testa alle classifiche e sarà il regalo di Natale preferito dagli americani dall’Alaska al New Mexico. Al Grammy Museum di Los Angeles, intanto, l’8 dicembre è stata inaugurata una mostra dedicata alla voce italiana più famosa al mondo. Che presto diventerà papà per la terza volta: a marzo, infatti, nascerà Virginia, la sua prima figlia femmina.
Un periodo bellissimo per lei...
«Sì, davvero. Questo cd, poi, è il riassunto della mia carriera a 360 gradi. C’è tutta la musica che amo e, su quel palco, c’era una sorta di Olimpo del mondo dell’arte. Si è trattato di un evento pressoché irripetibile».
Già, il suo duetto con Céline Dion, senza nulla togliere all’esibizione con Tony Bennett e David Foster, ha incantato il pubblico. A proposito: Céline ha detto che «se Dio avesse la voce, sarebbe come quella di Andrea Bocelli». Niente male come complimento...
«Céline è una persona dolcissima, sensibile e innamorata della musica. Come me, è sempre curiosa e desiderosa di imparare, di scoprire qualcosa di nuovo per migliorare la sua voce».
Al Grammy Museum di Los Angeles è stata appena inaugurata una mostra interamente dedicata a lei. Che effetto le fa?
«Mah, sinceramente non lo so. Devo ancora metabolizzare tutto questo successo, poi potrò risponderle sinceramente. Per il momento trovo che sia una cosa vagamente imbarazzante per uno, tutto sommato, riservato come me. Però c’è un risvolto benefico, a cui tengo molto: alcuni oggetti - dai costumi di scena alle chitarre, alle fotografie più belle della mia carriera - che rimarranno esposti fino a febbraio, verranno battuti all’asta a favore della Andrea Bocelli Foundation, appena nata, il cui scopo è aiutare le persone in difficoltà a causa di malattie, disabilità, condizioni di povertà ed emarginazione sociale, promuovendo e sostenendo progetti nazionali e internazionali. La fondazione porta il mio nome non per vanità: piuttosto, è il suggello di un patto, di una inequivocabile assunzione di responsabilità. Mi impegno, infatti, in prima persona, a supervisionare e garantire la qualità e la trasparenza in ogni progetto».
Presto avrà una bambina, Virginia. Come si sente a diventare ancora una volta padre, a 53 anni?
«È una sensazione meravigliosa, indescrivibile. Sarò un papà presente, propositivo e impegnato a dare a mia figlia tutti gli strumenti necessari per fare di lei una donna innamorata della vita».
È vero che, quando ha conosciuto la sua compagna, Veronica Berti, ha sentito un brivido già nel momento in cui le ha stretto la mano, come una scossa elettrica?
«Veronica è diventata la donna della mia vita dopo poche ore dal nostro primo contatto. Il nostro è stato un vero e proprio incontro di anime».
Qual è il suo peggior difetto?
«Solo uno? C’è l’imbarazzo della scelta... Sono pieno di difetti e il più grave è proprio quello di non saperli riconoscere».
È molto religioso e sottolinea sempre la forza della sua fede cattolica.
«Sì, sono profondamente religioso, perché non credo al caso e non amerei un Dio che gioca a dadi e a cui nulla può essere rimproverato, chiesto e donato. Sento di essere una creatura voluta da una volontà intelligente, troppo superiore all’uomo per essere anche solo vagamente compresa, ma talmente misericordiosa da concederci il privilegio di poter esplorare le leggi della natura e restarne estasiati, avvertire in cuore il desiderio di alzare gli occhi al cielo per dire ogni giorno: grazie».
Come trascorrerà il Natale?
«In famiglia, come tutti gli anni. Solo con le persone che ami il Natale è veramente una festa».
Ha iniziato ad ascoltare l’opera quando era bambino. Che ricordi ha di quegli anni?
«Avevo un vecchio giradischi e trascorrevo intere giornate a mettere e togliere lp. Poi camminavo su e giù per la stanza, come rapito, a volte cantando assieme al disco».
Immagino che oggi trascorra il tempo libero ascoltando il suo iPod. C’è anche qualche brano pop nella sua playlist?
«Onestamente no. Nel mio iPod c’è molta musica operistica, qualche concerto sinfonico, musica per pianoforte e orchestra o per pianoforte solo».
Dimenticavo che è così innamorato della musica classica da avere chiamato il suo labrador Chopin...
«Per la verità è stata un’idea dei miei due ragazzi (Amos, 16 anni, e Matteo, 14, avuti dalla ex moglie Enrica, ndr), che io ho accolto con entusiasmo».
A proposito dei suoi figli, che cosa vorrebbe che facessero da grandi?
«Mi auguro solo che possano sentirsi liberi di scegliere ciò che preferiscono. Io mi limito a ricordare loro che il segreto non è tanto quello di fare ciò che si ama, bensì di amare ciò che si fa».
Quale è il luogo più strano in cui si è esibito?
«Ho cantato ovunque ormai, anche in montagna, sopra i 2000 metri e a diversi gradi sotto lo zero».
Dopo questo cd live, quali sono i suoi progetti artistici più immediati?
«A febbraio debutterò al Teatro Carlo Felice di Genova in Romeo e Giulietta di Charles Gounod».
Il 2011 è stato un grande anno, pieno di successi. Se dovesse scegliere quello più importante...
«Sceglierei l’amore, perché l’amore è la vita».
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