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Grazia

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Lifestyle

Alena Seredova: «Al pallone preferisco lo yoga»

Alena Seredova: «Al pallone preferisco lo yoga»

foto di Marina Speich Marina Speich — 17 Febbraio 2012

Fotogallery Alena Seredova: «Al pallone preferisco lo yoga»

  • Alena Seredova Alena Seredova
  • Alena Seredova Alena Seredova Alena Šeredová nasce a Praga il 21 marzo 1978.
  • Alena Seredova Alena Seredova Alena Šeredová nasce a Praga il 21 marzo 1978.
  • Alena Seredova Alena Seredova Alena Šeredová nasce a Praga il 21 marzo 1978.
  • Alena Seredova Alena Seredova Alena Šeredová nasce a Praga il 21 marzo 1978.
  • Alena Seredova Alena Seredova Alena Šeredová nasce a Praga il 21 marzo 1978.
  • Alena Seredova Alena Seredova Alena Šeredová nasce a Praga il 21 marzo 1978.
  • Alena Seredova Alena Seredova Alena Šeredová nasce a Praga il 21 marzo 1978.
  • Alena Seredova ed Enrico Vanzina Alena Seredova ed Enrico Vanzina Alena Šeredová nasce a Praga il 21 marzo 1978.
  • Alena Seredova e Gigi Buffon Alena Seredova e Gigi Buffon Alena Šeredová nasce a Praga il 21 marzo 1978.
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I figli? “Ti tolgono la libertà”. I calciatori? “Quante arie si danno solo perché corrono dietro a una palla”. Alena Seredova non ama le mezze misure. E neanche le mezze verità. Neppure quando parla di suo marito Gigi Buffon: «Se non ci fossi io a mandarlo in campo...»

I figli? “Ti tolgono la libertà”. I calciatori? “Quante arie si danno solo perché corrono dietro a una palla”. Alena Seredova non ama le mezze misure. E neanche le mezze verità. Neppure quando parla di suo marito Gigi Buffon: «Se non ci fossi io a mandarlo in campo...».

Premessa: ho inseguito Alena Seredova e Gigi Buffon per quattro mesi con l’aiuto di SOS Villaggi dei Bambini, un’organizzazione internazionale di cui la coppia è testimonial, e che si occupa di bambini con problemi famigliari o senza genitori in 133 Paesi del mondo.

Non perché non fossero entrambi disponibili a fare un’intervista, ma perché li volevo insieme. Nonostante la buona volontà di tutti, è stato impossibile trovare una data per incontrarci a tre. «Non riesco neanche a prenotare le lezioni d’inglese o il dentista per Gigi: rischio sempre di annullare l’appuntamento all’ultimo se cambia l’allenamento», mi racconta Alena al ristorante di Torino dove ci diamo appuntamento, dopo la sua lezione di yoga (Buffon lo incontrerò un altro giorno e in un altro posto).

Lo yoga l’aiuta a rilassarsi?
«È l’unico momento in cui riesco a chiudere con il mondo. Mi piace l’idea di staccare da tutto, anche dai miei bambini. Perché, diciamoci la verità, i figli ti rendono felice, ma tolgono la libertà».

Essere mamma non è una passeggiata...
«No. Mi innervosisco quando leggo qualche intervista di attrici o showgirl che dopo il parto dicono: “Non è cambiato niente nella mia vita. Tutto è fantastico”. Oppure: “Non faccio nessuna dieta, niente palestra: sono tornata subito in forma, ho gli addominali tonici di natura”. La donna normale, leggendo, si sente uno schifo... La verità è un’altra: alla sessantesima cacca e dopo l’ennesima notte insonne, ognuna di noi ha pensato, almeno una volta: “Ma chi me l’ha fatto fare?”».

Lei dà regole rigide ai suoi figli: cena alle 6, alle 8 a letto.
«Così, dalle otto di sera, vivo la mia libertà con Gigi. E poi cerco di trasmettere ai miei bambini il grande insegnamento che ho ricevuto dai miei genitori: “Imparare a cavarsela da soli”. Voglio responsabilizzarli, ovviamente in base alla loro età. Quando andiamo in vacanza, Louis, 4 anni, deve scegliere i giochi da portare via. E non deve lamentarsi se ha dimenticato qualcosa. Amo molto viaggiare con loro: è il modo migliore per aprire la mente. Di solito parto con mia sorella, ma a novembre ho inaugurato una nuova formula: la vacanza con mia madre e mia suocera in Oman. Ha funzionato benissimo, anche se le nonne non parlano la stessa lingua e non si capiscono!».

Com’è stata la sua infanzia in Cecoslovacchia?
«Non facile. Il cioccolato era un lusso: il primo pezzo che mi hanno regalato l’ho tenuto in mano per così tanto tempo che alla fine si è sciolto. E i miei genitori, per comprare una macchina, dovevano mettersi in fila fin dalla notte prima, dormendo all’aperto in sacco a pelo. Mi arrabbio quando mi dicono: “Ti sei trovata un marito ricco”. Certo, sono fortunata, ma per essere qui ho dovuto iniziare a lavorare come modella a 14 anni. Ho dovuto dare, per ricevere. È facile guardare chi sta meglio di te. Ma solo se impari a vedere chi sta peggio, ti rendi conto di quello che hai. E sei più felice».

Forse è anche per questo che lei e Gigi aiutate l’associazione SOS Villaggi dei Bambini.  
«Sì: ad aprile andrò in Tunisia con i miei figli a trovare una bambina che ho adottato a distanza. Per il nostro matrimonio abbiamo scelto di fare delle bomboniere solidali. E per aiutare basta davvero poco: fino al 18 febbraio, inviando un sms al 45501, si donano due euro e si offre un futuro ai bambini del Vietnam».

Che cosa si è comprata con i primi soldi che ha guadagnato facendo la modella, a Praga?
«Un paio di scarpe con i tacchi alti: costavano 2.000 corone, 70 euro di oggi. Un’enormità. Ci dormivo insieme, tanto le amavo. Mia mamma non voleva che le mettessi perché diceva che avevo l’abitudine di camminare tutta curva e, secondo lei, sembravo davvero troppo goffa su quei trampoli».

Lei è alta, bella. Perché mai camminava curva?
«Perché avevo un seno enorme rispetto alle mie compagne, tutte piatte. Mia mamma faceva di tutto per farmi amare le mie tette, comprandomi reggiseni bellissimi, ma per me erano orribili. Ci ho messo molti anni a fare “amicizia” con il mio seno».

Le scene dei suoi film in bikini hanno fatto sognare molti...
«Ora sono mamma: non andrei più in costume o nuda in tv. Ho ridotto il mio impegno professionale e un po’ si è ridotto da sé, forse perché non sono la migliore a cantare o ballare. Ma il cinema un po’ mi manca».

(Il cameriere porta ad Alena un piatto a base di cereali).

Mangia sempre così sano?
«Di natura sono “carnivora”, ma da quando ho visto il video di un biologo americano, Martin Halsey (guru della macrobiotica, ndr), mi sono convertita all’alimentazione naturale: a pranzo solo zuppe di cereali o verdure, carne rossa una volta al mese e quella bianca (o pesce) tre volte alla settimana. Mi è cambiata la struttura fisica, il colore della carnagione è luminoso e mi sento meglio. Anche se è un sacrificio dire addio anche alle patate...».

La spesa la fa lei?
«Vado solo nei piccoli supermercati, dove c’è poca gente. Ho un fruttivendolo e un macellaio di fiducia, per me conta la qualità».

Quando la riconoscono per la strada, le dà fastidio o le piace?
«In realtà ho una faccia così antipatica che mi fermano raramente...! Ma quando sono con mio marito e qualcuno gli chiede una foto, a volte “mordo”. Noi cechi non siamo abituati al gran calore degli italiani. Soprattutto mi dispiace non poter fare “cose normali” con la mia famiglia, andare al cinema, a Eurodisney... Sapete quando Gigi mi propone di fare un giro in centro a Torino? Il lunedì mattina, quando tutti i negozi sono chiusi. Che tristezza!».

Con Gigi vi siete sposati a giugno, dopo due figli e cinque anni di relazione. L’ha convinto lei?
«Gli ho rotto le scatole per quattro anni. Alla fine ha mollato».

Quando vi siete conosciuti, invece, è Gigi che l’ha convinta: non ne voleva sapere di stare con un calciatore...
«È un mondo di farfalloni, di uomini che si sentono importanti solo perché tirano un pallone. Ero contrarissima alla classica coppia velina/calciatore. Ma lui mi ha fatto cambiare idea: mi ha mostrato di saper uscire dallo stereotipo».  

Talmente fuori dallo stereotipo che la trascina nei musei...
«Se organizza una gita culturale, lo seguo. Ma di solito, se rimane 20 minuti ad ammirare un quadro, io sono già fuori a fare merenda. Non deve pretendere che sia entusiasta».

È gelosa di Gigi? Controlla ogni tanto il suo cellulare?  
«Sono un “controllore” di natura, ma non tocco le sue cose private. Forse per paura di scoprire: occhio non vede, cuore non duole. Quando mi è capitato di avere un minimo dubbio, lui mi ha detto: “Perché non vai a verificare?”. Ho risposto: “Nel momento in cui lo faccio, significa che non mi fido più di te. E, allora, perché dovremmo stare ancora insieme?”».

Un difetto di Gigi?
«Il disordine. Una volta al mese, mentre dorme, entro nella sua auto e la svuoto. Mi sembra di fare un trasloco! Ogni mattina entra in macchina con una giacca, la toglie e la lascia lì. E succede tutti i giorni. Ovvio che dopo una settimana mi dica: “Non ho niente da mettermi”».

Un pregio?
«È sempre allegro, di buon umore. Anche troppo».

Com’è cambiata la vita di Gigi, da quando c’è lei?
«Non lo so. Ma l’unica volta che ero via, è arrivato in ritardo al campo perché non l’ho svegliato. Non può più vivere senza di me…».

E lei, è una persona diversa da quando sta con lui?
«Mi sono calmata: non sono più la pazza irruente e istintiva che ero. Ho imparato a contare fino a cinque. Tranne quando sono in macchina da sola: lì è meglio non farmi arrabbiare».

© Riproduzione riservata

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