Fotogallery Alanis Morissette: «Sono una mamma rock e… appiccicosa»
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Prima cantava per tristezza, oggi (finalmente!) per felicità. Alanis Morissette esce con un cd che è una storia d’amore: «Per mio marito e mio figlio. Starei con loro 24 ore su 24»
Prima cantava per tristezza, oggi (finalmente!) per felicità. Alanis Morissette esce con un cd che è una storia d’amore: «Per mio marito e mio figlio. Starei con loro 24 ore su 24»
Dopo 60 milioni di dischi venduti e sette Grammy vinti, Alanis Morissette è rimasta in silenzio per quattro anni.
L’ultimo album Flavors of entanglement, uscito nel 2008, era il ruggito affranto che svelava la fine di un amore.
Dopo un lungo fidanzamento, infatti, l’attore Ryan Reynolds l’aveva lasciata per Scarlett Johansson (da cui ha divorziato nel 2010). Per la rocker canadese la musica è lo specchio di sentimenti ed emozioni, e allora perché non sfogare nel canto la tristezza di un abbandono?
Ma oggi tutto è cambiato e il nuovo cd Havoc and bright lights (in vendita dal 28 agosto, Sony Music) racconta un’altra storia.
Pantaloncini di pelle, giacca tagliata da uomo, bracciale e anelli un po’ grunge, chitarra elettrica: nei concerti italiani di quest’estate la rocker canadese non ha perso il look da ragazza terribile. Ma la rabbia non c’è più. Perché, a 38 anni, Morissette è una moglie e mamma felice: «Mi è tornata la voglia di scrivere canzoni quando ero al quinto mese di gravidanza», dice. «Però non avevo abbastanza energie per completare un album intero: ho aspettato che Ever Imre nascesse».
Il bambino è arrivato il giorno di Natale del 2010. Nel maggio precedente la cantante, quando già era incinta, si era sposata con il rapper Souleye, alias Mario Treadway, di sei anni più giovane di lei.
«Il post parto non è il momento migliore per dedicarsi alla registrazione di un disco, anche perché io sono una madre appiccicosa e voglio restare vicino a mio figlio 24 ore su 24. Mi sono sdoppiata come genitore e artista: non ho dormito molto negli ultimi tempi...».
Morissette ha trasformato il primo piano della sua casa di Los Angeles in uno studio, riuscendo a incidere i brani del cd. Tra cui, Guardian, il singolo di lancio: una promessa d’amore per il suo primogenito.
Nel video di “Guardian”, lei è un angelo con enormi ali bianche, che osserva l’umanità dall’alto di Alexanderplatz, a Berlino. Perché ha scelto la capitale tedesca come set?
«Mi sono ispirata a un cult: Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders. Poi, da bambina, ho vissuto tre anni in Germania, nella regione della Foresta Nera. Credo che il video traduca perfettamente in immagini quello che dice la canzone, di come i ruoli di genitore e angelo custode possano coincidere, quando si guida la persona che ami nelle scelte importanti. Non sto parlando solo di un figlio, ma anche dell’attenzione che puoi rivolgere a un amico o a un compagno. Proteggere qualcuno è uno stato di grazia».
La canzone, rivolta al suo bambino, parla anche di lei...
«Un figlio porta uno sconvolgimento nella tua vita, che può far dimenticare i tuoi bisogni. Io, invece, ho capito che voglio continuare a prendermi cura di me stessa».
Sull’“Huffington Post” ha scritto un editoriale sul fatto che lei non ha intenzione di smettere di allattare Ever Imre, nonostante abbia quasi due anni. Perché?
«Il motivo principale è non interrompere la “connessione” che si è creata tra me e lui. Sarà il bambino a decidere quando smettere di prendere il latte da sua madre, alcuni si svezzano da soli a due anni, altri a quattro. Ever può prendersi il tempo che vuole, io non ho fretta».
In futuro desidera avere altri figli?
«Ora che ne ho uno mi sembra impossibile riuscire a gestire tutto. Prima di dare una risposta, è meglio se aspetto almeno un altro po’ di tempo. E poi, è una decisione che devo prendere anche con Mario».
A suo marito ha dedicato il brano “Til you”.
«Non avevo mai scritto una canzone d’amore di questo tipo, perché non avevo incontrato un compagno come lui. Mi vergogno ma sono anche orgogliosa di dirlo: ho frequentato parecchi uomini sbagliati e ora ho finalmente le idee chiare su come deve essere il partner che voglio».
E come deve essere?
«Mi deve supportare in ogni istante. Mario dissemina il suo amore nei gesti quotidiani: mi prepara la colazione, mi massaggia i piedi la sera, mi fa scoprire ristoranti incantevoli... E poi, è bravissimo a fare il caffè: in questo periodo, tra figlio e disco, ne ho bevuti litri e litri».
È un ritratto maschile molto distante da quello che alcuni anni fa aveva cantato in “Narcissus”...
«In quel testo, ironicamente provocatorio verso l’altro sesso, avevo messo insieme una serie di fidanzati, amici e compagni di lavoro, che pensavano solo al proprio ego. Però era anche un’autocritica: se attiravo uomini sbagliati era perché io per prima ne ero attratta. I miei errori in fatto di relazioni sentimentali mi hanno insegnato molto».
E sul matrimonio cosa ha imparato?
Vuoi sapere cosa ha risposto Alanis Morisette? Leggi il resto dell'intervista sul numero 36 di Grazia.
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