Fotogallery The Wolf of Wall Street: sei ragioni per vederlo al più presto
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L'abbiamo visto in anteprima, e fidatevi: vale la pena correre al cinema. Ecco i sei motivi principali per cui è così
«The Wolf of Wall Street», l' attesissima nuova fatica di Martin Scorsese, sarà nelle sale italiane dal 23 gennaio. Il film è basato su una storia vera e tratto dall'omonima autobiografia di Jordan Belfort, un 'signor qualunque' che a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta passò dall'essere un aspirante broker di New York a squalo della borsa. Come? Truffando milioni di investitori, ovviamente, tanto che la prestigiosa rivista Forbes lo definì «una sorta di Robin Hood, che ruba ai ricchi per dare a se stesso». Jordan Belfort, nel film, è intepretato da un superbo Leonardo Di Caprio .
Martin Scorsese mette in scena una brillante black comedy, in cui a fare da padrona è la vita sregolata ed eccessiva, fatta di droghe, prostitute e sfarzo, del giovane rampante, che viene seguito dai suoi esordi fino all'arresto con l'accusa di frode, passando per il suo incredibile e rapidissimo successo.
Abbiamo visto «The Wolf of Wall Street» in anteprima. Ecco perché ci è piaciuto.
Leonardo Di Caprio. È ufficialmente uno dei più grandi attori del cinema contemporaneo, d'altronde non esiste personaggio che non riesca a farsi calzare a pennello. Il suo Jordan Belfort è un uomo coerente con la propria filosofia di etica, ovvero non averne, fino alla fine. Con la sua interpretazione riesce a catapultarci nel suo ego nevrotico e dedito al vizio. Scorsese lo fa parlare col pubblico, facendogli rivolgere pensieri e battute direttamente alla camera, ce lo rende amico, tanto che alla fine ci dimentichiamo chi è davvero e cosa fa. Lo adoriamo, vorremmo essere spudorati e famelici come lui nella vita, capiamo il suo successo e quasi giustifichiamo le sue azioni. Ci chiediamo quando finalmente gli riconosceranno un Oscar. Dopo la vittoria ai Golden Globe come Miglior Attore in una commedia, che sia la volta buona?
I personaggi secondari. Jonah Hill nei panni del fidato amico e socio Donnie Azoff, Matthew McConaughey in quelli del mentore Mark Hanna, Rob Reiner in quelli del padre 'Mad' Max sono in assoluto i nostri preferiti: un mix di bravura e divertimento inaspettati. Il film di Scorsese è grande anche grazie a loro, perché rendono cult diverse scene che vi porteranno alle lacrime dal ridere. Vedere per credere.
Un gangster moderno. Jordan Belfort è a tutti gli effetti un gangster, sia nel suo percorso professionale sia nei comportamenti. Viene paragonato a un lupo, perché la sua fame di vita e di successi è insaziabile: ne vuole sempre di più per alimentare la sua ricchezza e la sua stima, quelle stesse due cose che lo porteranno alla rovina. Jordan Belfort è un uomo senza scrupoli, che mette sempre se stesso davanti agli altri e se si dimostra magnanime è perché ne ha un tornaconto. Ma non prova mai a vendersi come altro.
Il divertimento. Dalla scena al ristorante McConaughey-Di Caprio, in cui il primo spiega al secondo il mondo della borsa, a quella Hill-Di Caprio con i disastri per una 'fattanza tardiva', avrete di che spassarvela. Con «The Wolf of Wall Street» Scorsese è ben lontano dal voler fare allo spettatore qualsiasi tipo di morale attraverso il suo personaggio. Con l'incredibile storia di Jordan Belfort, il regista vuole semplicemente intrattenerci, non mollando mai la presa, per tutte le tre ore di durata del film. E ci riesce alla perfezione. «The Wolf of Wall Street» è un'arma che sembra non esaurire mai i suoi colpi.
Il trip. State pronti, perché una volta che le luci si saranno spente entrerete in un frullatore tachicardico da cui riemergerete solo quando si riaccenderanno. Velocità, montaggio serrato, ossessioni, tanta adrenalina, sfarzo, vi porteranno al capogiro. Vi tufferete nel mondo di Jordan Belfort e proverete sulla vostra pelle il ritmo della sua vita. Alla veneranda età di 72 anni, solo uno con l'esperienza di Scorsese avrebbe potuto reggere un film così.
La Borsa, questo oscuro soggetto. Non sappiamo come siate messi voi in fatto di conoscenze sul funzionamento della Borsa e il mondo dei broker. Se avete paura di avvicinarvi a questo film per il rischio di non capire dei passaggi di trama, a causa di ragionevolissime lacune, non preoccupatevi. Scorsese rende la tematica alla portata di tutti, non usa linguaggio tecnico né si focalizza troppo sul cosa viene fatto, quanto sul come. In un certo senso, «The Wolf of Wall Street» potrebbe anche rivelarsi una piacevolissima lezione di economia.
© Riproduzione riservata
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