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Lifestyle

Festival del Cinema di Cannes: «Lawless», «Beyond the Hills» e «Antiviral»

Home » Lifestyle » Cinema, tv » Festival del Cinema di Cannes: «Lawless», «Beyond the Hills» e «Antiviral»

Festival del Cinema di Cannes: «Lawless», «Beyond the Hills» e «Antiviral»

foto di Marina Pierri Marina Pierri — 19 maggio 2012

Fotogallery Festival del Cinema di Cannes: «Lawless», «Beyond the Hills» e «Antiviral»

  • Tom Hardy in Lawless Tom Hardy in Lawless Tom Hardy in Lawless
  • Mia Wasikowska e Shia Labeouf in una scena di Lawless Mia Wasikowska e Shia Labeouf in una scena di Lawless Mia Wasikowska e Shia Labeouf in una scena di Lawless
  • Una delle locandine di Lawless2 Una delle locandine di Lawless2 Una delle locandine di Lawless
  • Una delle locandine di Lawless Una delle locandine di Lawless Una delle locandine di Lawless
  • Una delle locandine di Lawless3 Una delle locandine di Lawless3 Una delle locandine di Lawless
  • Jessica Chastain al photocall di Lawless Jessica Chastain al photocall di Lawless Jessica Chastain al photocall di Lawless
  • Tom Hardy al photocall di Lawless Tom Hardy al photocall di Lawless Tom Hardy al photocall di Lawless
  • Jessica Chastain e Mia Wasikowska al photocall di Lawless Jessica Chastain e Mia Wasikowska al photocall di Lawless Jessica Chastain e Mia Wasikowska al photocall di Lawless
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Quatro giorno sulla Croisette: parliamo un po' di film?

Quarto giorno al Festival del Cinema di Cannes .

La stanchezza inizia a farsi sentire, devo dire la verità. Ma oggi parliamo di film, solo di film. Tre per la precisione, e nell'ordine in cui li ho visti.  

Ieri sera alle 19 ho assistito alla proiezione di «Beyond the Hills» di Cristian Mungiu. Il film era piuttosto atteso: il regista rumeno ha vinto la Palma D'Oro proprio qui a Cannes un lustro fa, ma questa volta è stato accolto maluccio. Come sapete se avete letto il nostro report veneziano , alle anteprime dei Festival partono applausi o fischi e di «buuu», in questo caso, ce ne sono stati parecchi.

La trama era molto interessante; il film è tratto da un libro che a sua volta racconta una storia vera, quella di una ragazza in visita presso un monastero e mai tornata. Non vi faccio un torto a darvi qualche dettaglio in più, anche perché così arrivate preparati (il film ha trovato distributore da noi): Voichita e Alina sono le due protagoniste che si ritrovano. Capiamo velocemente che un tempo (non lontano) sono state fidanzate. Voichita, però, si è fatta suora e non ne vuole più sapere di amore carnale, mentre Alina presenta qualche segno di schizofrenia. Le altre monache, nel rigido ordine patriarcale del monastero di Voichita, si convincono che Alina è indemoniata.  

Per me è stato un nì: mi è piaciuto nelle premesse e (questione personale) aderisco ai suoi valori, ma la durata ha messo alla prova un po' tutti (due ore e mezza) e, francamente, non è sembrata necessaria.

Questa mattina, con la solita sveglia mostruosa (ore 6.45, con arrivo in sala, ad accaparrarsi un posto, alle 7.40 – ma vi rendete conto?), è stata la volta di «Lawless» . Il film di John Hillcoat ha un cast pazzesco – Tom Hardy, Shia LeBoeuf, Mia Wasikowska, Jessica Chastain, Guy Pearce – ma anche un cuore d'oro. E, diamine, è sceneggiato da Nick Cave! Sarà che sono amante dei western, dei supereroi, della prohibition era, di Nick Cave e dei mafia movie, ma a me la pellicola è sembrata un miscuglio funzionante e tutto sommato autentico di tutti questi filoni. Poco originale? Forse, ma chi se ne frega. Ci sarebbe molto da scrivere sulla recitazione di Tom Hardy, che un giornalista in sala stampa ha giustamente definito «il nuovo Marlon Brando», e sulla morbidezza sullo schermo della Chastain ma certamente non mancheremo di approfondire nei prossimi mesi, quando «Lawless» uscirà in Italia.

Intanto, un assaggio della storia (tratta da un libro quasi autobiografico): una famiglia di tre fratelli durante l'era della proibizione vive sopra la legge ed è dura a morire; la vita scorre tranquilla finché un poliziotto sadico arriva in città. Vi basta? Sicuramente no, ma se no vi rovino il piacere della visione!

Infine questo pomeriggio (neppure due ore fa) ho visto «Antiviral» , il nuovo film di Brandon Cronenberg, figlio dell'omonimo. Questo, sì, è stato accolto da scroscio di applausi e devo dire che anche a me non è dispiaciuto.

In questo caso la vicenda è piuttosto complicata: in un futuro distopico – ancora una volta parente del grande «Black Mirror» – Syd March è l'impiegato di una clinica che si occupa di inoculare virus "raccolti" direttamente dalle celebrità ai loro fan; solo che lo fa anche alle spalle dell'azienda, illegalmente e in proprio. Così, quando la star più richiesta si ammala e lui viene mandato sul posto, si inietta per il primo il nuovo virus scoprendo, "in anteprima", che si tratta di una malattia letale. Conclusione surreale al 100%.

L'interessantissimo e lentigginoso Caleb Landry Jones (il Banshee di «X Men: L'inizio», per intenderci) è il corpo che si muove attraverso i muri bianchi delle cliniche in quel futuro non troppo distante che spaventa un po' tutti noi. La pellicola è tutta sua e al di là degli incubi del giovane Cronenberg (così affini a quelli del padre) credo di aver fatto conoscenza con una stella futura. Mica per davvero, eh, sullo schermo…

Ora vado a un party misterioso su uno yacht. Il problema è che oggi, a Cannes, si è alzato un gran vento!

© Riproduzione riservata

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