Mamma Angela
A rischio di risultare impopolare, confesso che mi è sempre piaciuta Angela Merkel.
A rischio di risultare impopolare, confesso che mi è sempre piaciuta Angela Merkel.
Apprezzo la sua aria solida, l’eloquio alla mano, il lato materno che trapela molto spesso. L’anno scorso mi è rimasto impresso come abbracciava uno dopo l’altro come fossero suoi figli i campioni del mondo della Germania, e mi colpisce oggi il coraggio di essersi presa il rischio di salvare la Grecia a ogni costo. Io credo che un’Europa senza la Grecia sia come un bambino senza certificato di nascita e deve esserne convinta anche lei. Ha creduto che un accordo fosse necessario per il futuro dell’istituzione Europa che o si compatta o perde senso.
La cancelliera è consapevole che, se trattenere la Grecia gioverà all’eurozona, lei stessa rimarrà nella storia come il leader che ha salvato l’euro dal precipizio, altrimenti soccomberà ai suoi avversari. Ma la sua vera sfida sarà ricostruire i nostri sogni e ridare una visione a un’Europa arrabbiata, buia, economicamente divisa, politicamente fragile. Non è facile fare la mamma, già è difficile con un figlio unico, figuriamoci con una prole numerosa. Chiunque (mariti, suoceri, cognati, nuore) è pronto a criticarla. Ma se riuscirà a fare volare tutti verso un sogno, Merkel vincerà.
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