Questo è il negozio di cui tutti parlano a Milano... sapete perché?
Acquistare un capo senza badare all'etichetta e al brand, pagandolo il giusto e, magari, senza sprechi: questo il ragionamento, semplice ed efficace alla base, di Yolo Store, nuovissimo negozio inaugurato in Via Torino 60 a Milano da appena un paio di settimane ma che sta facendo molto parlare di sé.
In un'epoca che ci ha abituati alla logomania, alle collab e alle capsule a tempo prese letteralmente d'assalto (spesso a scopo di reselling), ai trend che hanno l'aspettativa di vita di una farfalla, l'approccio di questo negozio punta in tutt'altra direzione.
Una selezione ricchissima di capi, tutti privi di etichetta, proveniente da magazzini e archivi di diversi brand, anche di passate collezioni ma non solo, venduti a un prezzo giusto, senza i mark up (ovvero il sovrapprezzo) dovuti al marketing e al nome del marchio.
Un modo anche per non sovraprodurre inutilmente ma vendere capi esistenti, nuovi, perfetti e attuali, facendo leva sull'effettivo desiderio del cliente, senza l'ansia e l'hype legato al nome.
Yolo Store nasce proprio così e fa leva proprio su una delle esigenze manifestate negli ultimi anni dalla Gen Z, pubblico al quale il negozio si rivolge: capi belli, non necessariamente di un determinato brand, che abbiano un prezzo contenuto e possibilmente con un occhio alle tematiche della sostenibilità.
Lo store strizza ulteriormente l'occhio ai giovanissimi grazie anche agli spazi creati dallo studio Postology (guidato da Elena e Giulia Sella): una scatola dalle tinte sorbetto, ricco di angoli molto instagrammabili, che spingono a "cogliere l'attimo" (yolo, ovvero, you only live once) e a farsi catturare dal capo in sé e non dal suo marchio.
L'idea di capi non etichettati non è certo una novità assoluta ma sicuramente il tema dell'unbranded, insieme al vintage e al second hand, come possibile soluzione per evitare sprechi e comunque proporre una moda un po' più attenta ma comunque godibile potrebbe diventare sempre più diffusa per tutti, non solo per la Gen Z!
A cura di Rossella Malaguarnera
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